Accademia Filarmonica Romana. La sete di Christo di Bernardo Pasquini

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Concerto Romano, Francesca Aspromonte e Alessandro Quarta

La Stagione dell'Accademia Filarmonica Romana al Teatro Argentina si è aperta con un evento di grande rilievo, l'esecuzione dell'oratorio La sete di Christo di Bernardo Pasquini a Roma, dove fu eseguito per la prima volta nel 1689. Alessandro Quarta ha diretto i bravi musicisti di Concerto Romano e i soli Francesca Aspromonte, soprano, nel ruolo della Vergine; Francisco Fernández-Rueda, tenore, in quello di San Giovanni; Luca Cervoni, tenore, come Giuseppe d'Arimatea e Mauro Borgioni, baritono, come Nicodemo.

Bernardo Pasquini nacque a Massa di Valdinievole (Pistoia) il 7 dicembre 1637 morì a Roma il 22 novembre 1710, fu allievo Antonio Cesti (1623 – 1669), uno tra i più innovativi musicisti della sua generazione, e Loreto Vittori, musicista e celebre evirato cantore. Pasquini più anziano di Alessandro Stradella (1639 – 1682), Arcangelo Corelli (1653 – 1713) e Alessandro Scarlatti (1660 – 1725), come gli ultimi due fu accolto nell'Accademia dell'Arcadia nel 1706 e insieme a loro fu protagonista di quella rifulgente stagione del Barocco musicale romano che che ebbe come fondamentali mecenati la regina Cristina di Svezia e il cardinale Pietro Ottoboni. Oggi è noto soprattutto per le sue composizioni per tastiera in quanto fu uno straordinario virtuoso, clavicembalista e organista ed ebbe molti allievi che divennero illustri musicisti: Georg Muffat, Johann Philipp Krieger, Francesco Gasparini, Francesco Durante, Giovanni Maria Casini, Domenico Zipoli, Azzolino Bernardino della Ciaja e probabilmente Alessandro Scarlatti e Johann Kaspar Kerll.

Meno conosciute sono le altre composizioni, Cantate, Opere e Oratori in quanto vengono molto raramente eseguiti è stata quindi un'iniziativa meritoria riproporre questa composizione nella città in cui fu eseguita per la prima volta. La sete di Christo è un oratorio, insieme ai mottetti e alle cantate fa parte di quelle musiche che venivano eseguite negli oratori per accompagnare i sermoni e stimolare le meditazioni e le preghiere durante gli esercizi spirituali. I testi potevano essere in latino o in volgare, italiano, come in questo caso, seguendo l'insegnamento di San Filippo Neri che per primo, nell'oratorio di Santa Maria in Vallicella, nota come Chiesa Nuova, incoraggiò e patrocinò l'introduzione, nelle celebrazioni religiose, l'uso della musica, molto amata dal popolo, per coinvolgere e stimolare i fedeli, alla preghiera. Solo in seguito l'Oratorio si trasformò in un vero e proprio spettacolo, anche in forma scenica, in cui si esibivano i musici o castrati trasformando anche la struttura stessa dell'Oratorio, con il predominio dell'aria solistica, di tipo operistico a discapito dei pezzi di insieme.

La sete di Christo fu creato per la celebrazione degli esercizi spirituali della quaresima è diviso in due parti e ha quattro personaggi: la Vergine, San Giovanni, Giuseppe D'Arimatea e Nicodemo. Nella prima parte, dopo una breve introduzione orchestrale, la Sinfonia bipartita, i protagonisti arrivano separatamente a coppie sul Calvario, sono pieni di angoscia e solo alla fine si conoscono fra loro. La seconda parte preceduta da una breve Sinfonia (Largo) inizia con unico intervento di Cristo, che ripete due volte in latino: Sitio (“Ho sete”) è la quinta parola di Cristo sulla croce, in latino mentre l'oratorio è in italiano e “a cappella”, cioè senza l'accompagnamento del basso continuo, questo è un forte richiamo al Vangelo per distinguere significativamente il testo sacro dal libretto dell'Oratorio. Iniziano poi una serie di meditazioni che terminano con la morte di Cristo e con il drammatico Recitativo e Aria della Vergina si conclude l'oratorio.

La struttura è di grande impatto drammatico e delinea con grande efficacia l'umanità dei quattro personaggi per avvicinarli alla sensibilità popolare, prima, e nello sviluppo delle meditazioni, poi. Recitativi, anche in forma dialogica, ariosi e arie si alternano a pezzi di insieme, duetti, terzetti e concertati conferendo allo svolgimento una grande tensione. Drammaticità a meditazione si alternano nell'oratorio in virtù della ricchezza musicale profusa nell'orchestra e nel canto, arricchito da abbellimenti espressivi. Abbiamo appreso che sono state tagliate tutte le parti contro gli ebrei, infatti, dal Concilio di Trento (1545 -1563) fino che Giovanni XXIII°non l'abolì nel 1959, nella liturgia del venerdì santo era inclusa la preghiera "Oremus et pro perfidis Judaeis". La traduzione di perfidis è controversa: che non credono o perfidi, ma è certo che veniva percepita dal popolo nella seconda versione e ha alimentato l'antisemitismo.

Alessandro Quarta ha reso con grande perizia la drammaticità della musica e insieme ne ha evidenziato l'armoniosa cantabilità del tutto assecondato dalla bravura dei musicisti di Concerto Romano, complesso fondato dallo stesso Quarta. Francesca Aspromonte, dotata di una voce vellutata, di una valida tecnica e incisività drammatica è stata protagonista di una eccellente interpretazione, per quanto riguarda gli altri cantanti sono stati in linea con l'impostazione musicale e drammatica voluta da Alessandro Quarta. Il pubblico presente ha applaudito con calore tutti gli interpreti. Segnaliamo agli appassionati che volessero approfondire tutti gli aspetti di questa straordinaria composizione che esiste una registrazione in cd edita da Christophorus con i medesimi interpreti.

Pubblicato in: 
GN13 Anno X 6 febbraio 2018
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Filarmonica Romana stagione 2017-18

Teatro Argentina, giovedì 25 gennaio ore 21

LA SETE DI CHRISTO (1689)
oratorio a 4 voci in due parti
musica di Bernardo Pasquini (1637-1710)
libretto di Nicolò Minato (1627 ca.-1698)

Personaggi e interpreti
LA VERGINE Francesca Aspromonte soprano
SAN GIOVANNI Francisco Fernández-Rueda tenore
GIUSEPPE D’ARIMATEA Luca Cervoni tenore
NICODEMO Mauro Borgioni baritono

Concerto Romano
Paolo Perrone, Gabriele Politi violini
Pietro Meldolesi viola
Marco Ceccato violoncello
Matteo Coticoni contrabbasso
Giovanni Battista Graziadio fagotto
Francesco Tomasi liuto
Stefano Demicheli clavicembalo
Andrea Buccarella organo
Alessandro Quarta direttore