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Alice nella città. Nocturama, l'abisso del vuoto
Un paesaggio surreale, ecco Parigi dopo le esplosioni delle bombe messe da alcuni adolescenti che, guidati da un ragazzo più grande (intorno ai 25-30), sono seguiti per la Ville Lumière nei percorsi metropolitani per ben 40 minuti (troppi), fino ad arrivare ad un climax prima di noia e poi di terrore che fa rimanere impresso il film nella mente diversi giorni dopo la visione. Nocturama di Bertrand Bonello, è stato presentato nella sezione autonoma di Alice nella città allo scorso Festival del Cinema di Roma targato 2016.
Uno dei film sicuramente più potenti che abbia visto, anche più di quello col divo Viggo Mortensen ed il suo Captain Fantastic diretto da Matt Ross e che ha vinto il Premio BNL del Pubblico alla Festa del Cinema. Ciò che atterra del film, oltre il silenzio iniziale e lungo dei giri per la città e i vagabondaggi in albergo di una delle componenti del gruppo che salirà sulla statua d'orata della Rivoluzione – altro simbolo desacralizzato – è la perfetta inconsapevolezza di questi adolescenti: la completa assenza in loro di uno stimolo reale e di un contatto comunicativo profondo anche fra di loro, come dei manichini mossi da un meccanismo imprescindibile.
Quel che accade quindi nel centro commerciale che li accoglie dopo la strage con le bombe e quella della security del luogo (almeno quattro persone uccise a sangue freddo e senza necessità; dovevano essere legate) è come un contraltare passivo di ciò che non succede nella loro mente se non nell'ora finale, quando è stata decretata la loro morte senza nessuna possibilità di uscirne vivi. L'intonare stentoreo di My Way con uno di loro – quasi irriconoscibili ed invisibili nelle loro identità, i loro nomi non si imprimono nella memoria o sono poche volte pronunciati, come a volersi intendere solo come gruppo e non come individui – Hamza Meziani (Yacine), truccato vistosamente da donna in modo caricaturale, ci ricorda solo Sid Vicious e la sua morte per eroina, nonostante segua l'originale di Sinatra senza voce stentorea.
Il paradosso dell'azione di polizia che, quasi a non credersi, si svolge come una spedizione punitiva, è la logica che accettiamo per il gesto senza motivo e di violenza gratuita di questi adolescenti annoiati da una vita ripetitiva. La precisione dell'entrata in scena della squadra speciale che dichiaratamente da subito si intuisce non risparmierà nessuno - kill'em all – è l'adeguata risposta complementare ed omologa all'inferno proveniente dal vuoto che hanno scatenato loro. Il tema nostalgico di John Barry dalla serie tv The Persuaders è il commovente commento indicativo della fine, tragica, di un duello con nessuno, con un nemico invisibile, forse introiettato, e che cercava ed ha trovato, solo l'annientamento assoluto.