Amsterdam Van Gogh Museum. L'intensità dell'inquietudine

Articolo di: 
Livia Bidoli
Iris

E' del tutto impossibile non pensare a Vincent Van Gogh (1853-1890) se si visita Amsterdam: il più grande prestito permanente per un unico pittore diventato celebre dopo la sua morte, è stato conferito al Museo Van Gogh dalla Fondazione Van Gogh: 200 quadri; 500 disegni e 4 quaderni di schizzi e la quasi totalità delle sue lettere. Si percorre la vita di Vincent dal suo primo autoritratto fino a quello col suo orecchio bendato, che ricorda del periodo con Gauguin trascorso nella “casa gialla” di Arles, dove il pittore francese lo ritrasse mentre dipingeva (Paul Gauguin, Vincent Van Gogh mentre dipinge i Girasoli, 1888) i famosi Girasoli del 1889.

Vincent Van Gogh non ebbe una vita facile: l'estrema vitalità che lo ispirava financo nel periodo di internamento nell'ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de Provence,nel 1889, un anno prima del suicidio, significò per lui un periodo di intenso lavorìo al pennello, come nell'anno della morte, a dichiarare inconsapevolmente quanto la malattia in fondo non colpiva il suo pennello, la sua creatività immaginativa e nemmeno quel profondo amore per la vita semplice nella natura che pervade i suoi primi quadri rilevanti come la Capanna ed I mangiatori di patate entrambi del 1885. Nato nella casa del reverendo Theodorus Van Gogh a Zundert, nella regione del Brabante settemtrionale, cominciò a lavorare a Londra all'età di 22 anni, poi a Parigi, Bruxelles, tornando a periodi alterni in famiglia per motivazioni economiche finchè, gli ultimi anni della sua vita, dal 1886 fino alla sua scomparsa nel 1890, li trascorse in Francia.

Il nesso di continuità familiare lo ebbe sempre col fratello Theo, che raggiunse nella Ville Lumiéres nel 1886, e con cui iniziò una collezione di stampe giapponesi e dipinti di altri artisti, molti dei quali esposti nel Museo: tra queste spicca l'Abitazione con prugni in fiore a Kameido (1857) di Utagawa Hiroshige, di cui Van Gogh fece una copia raffinatissima nel 1887, Prugni in fiore. La natura come consolazione a degli amori falliti è un leitmotiv per Van Gogh che vi rinuncia nel 1889 dichiarandolo a Theo, poco prima della nascita del figlio battezzato col suo nome, scrive: “Che la famiglia sia per te quello che la natura è per me”. Ed il ricordo va ad uno dei suoi quadri più belli di donne, Agostina Segatori al Caffè Le Tambourin del 1887, proprietaria del caffé e con cui Van Gogh ebbe una relazione. Al bimbo appena nato da Theo e Jo va anche uno dei dipinti più belli in assoluto in termini di sinestesia sensibile coi colori: Mandorlo in fiore, del 1890, sei mesi prima della morte a Auvers-sur-Oise.

Forse però il quadro che colpisce di più come ritratto è quello dedicato all'amato Gauguin che però lo rappresenta con una sedia (La sedia di Gauguin ad Arles con libri e candela, 1888), di intenso rosso scuro, quasi a stridere potentemente e complementariamente coi suoi gialli ed i suoi blu, un rosso che ricorre anche in un'altra pittura, nella terra de Il giardino dell'ospedale, 1889, come se quell'intensità di rosso dedicata a Gauguin fosse la stessa che rivedeva nella terra e negli alberi che lo circondavano a Saint-Rémy, quell'intensità dell'inquietudine che lo farà produrre ben 80 dipinti durante i 70 giorni trascorsi a Auvers-sur-Oise, la località rurale dove si tradusse dopo esserne appena uscito. Purtroppo, quel Campo di grano con corvi dipinto nello stesso anno 1890, insieme aii Mandorli in fiore ed agli Iris, lo tiranneggiava dal profondo: la dipendenza economica ed affettiva da Theo, la natura consolatoria quanto l'arte, non lo salvarono da sé stesso: un artista intrinsecamente complementare a sé stesso, che nei colori focalizzò quella sincronia tra i contrasti, blu-arancio, giallo-viola, soprattutto, che lo rende immortale e ci impregna il cuore delle sue pennellate, come una carezza cromatica infinitamente calda e volta verso il cielo, come i suoi Girasoli.

La mostra temporanea Van Gogh, Rousseau e Corot: nella foresta che rimane visitabile al Museo Van Gogh fino al 10 settembre 2017 offre una promenade tra gli artisti e la natura tanto amata come anche la sezione dei quadri ispirati a Van Gogh che il Museo continua a collezionare come e più di Vincent e Theo, un tuffo tra il verde dell'anticipatore Corot e il coevo Roussseau fino al suo, di Vincent, Sentiero nella foresta del 1887.

Il sentiero che aprì ad artisti come Odilon Redon o Kees Van Dongen
oppure all'incredibile quadro di Edvard Munch Fertilità del 1898, che quasi non ci sembra suo, è un cammino che continua ancor oggi: per linee, colori, fonti di ispirazione. Van Gogh è straordinariamente contemporaneo ed in ognuna delle sue spesse pennellate, possiamo riconoscere il cammino di due secoli, l'800 ed il '900, che conduce fino all'arte attuale, sfogliando i suoi petali di fiore.

Pubblicato in: 
GN38 Anno IX 21 luglio 2017
Scheda
Titolo completo: 

Museo Vang Gogh
Museumplein 6, 1071 DJ Amsterdam, Paesi Bassi

Orari
giovedì    09–19
venerdì    09–22
sabato    09–21
domenica 09–19
lunedì    09–19
martedì    09–19
mercoledì 09–19

ticket € 17