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Amy Brill. Le stelle di Hannah Price
Negli ultimi anni c’è attenzione da parte del mondo della cultura per raccontare storie al femminile nel passato e ricordare il perduto e dimenticato apporto delle donne al mondo della scienza e della cultura, dove era difficile per loro affermarsi, ma non sempre impossibile. Negli Stati Uniti nell’Ottocento visse l’astronoma Maria Mitchell, nata sull’isola di Nantucket, al largo delle coste del Massachussets, e protagonista di importanti studi che hanno portato alla considerazione contemporanea di galassie e astri, quella che ha ispirato per intenderci anche la nostra Margherita Hack. Alla vita di Maria Mitchell è ispirato il romanzo di esordio di Amy Brill, Il sentiero delle stelle edito da Piemme, incentrato sulla storia di Hannah Price, bibliotecaria e astrofila ottocentesca a Nantuket, isola abitata da balenieri, tutta costruita in legno e a rischio di costanti incendi.
L’astronomia tra l’altro era uno studio che si poteva, almeno in una fase iniziale, coltivare da casa, il luogo privilegiato delle donne, in notti illuminate non dalla luce elettrica ma da luna e stelle che svelavano i loro segreti e le loro peculiarità.
Hannah cerca la sua strada come studiosa, in un mondo ricostruito che porta ai margini della società ottocentesca, fuori dalle grandi città, dove da un lato c’erano anche più pregiudizi ma dove comunque esistevano dei ruoli istituzionali rispettati, come un’addetta alla biblioteca o un pastore protestante come è il padre di Hannah, rigido ma non così bloccante verso questa figlia così insolita.
Chiaramente il prezzo da pagare per seguire una strada inconsueta, che porterà poi Hannah a viaggiare e a vivere lontana da Nantuket, sarà pesante, e la storia d’amore della protagonista, con il marinaio di colore Isaac, non sarà convenzionale né come sviluppi né come conclusione, ma Il sentiero delle stelle non è né vuole essere un romanzo rosa, ma una storia al femminile per omaggiare le donne che scelsero di occuparsi di scienza ed erudizione, sfidando pregiudizi ma trovando alla fine uno scopo e sé stesse.
Del resto, è insolito anche il romanzo, storico ma su un territorio poco praticato, sentimentale ma non scontato, al femminile e femminista per raccontare storie poco note, per svelare un lato non popolarissimo e conosciuto della scienza, nel secolo in cui ci furono le innovazioni che aprirono la strada definitivamente alla modernità e in cui si arrivò finalmente ad una concezione scientifica degli studi sulla Terra, i pianeti e la natura.
Un libro per chi cerca qualcosa di diverso, sia nell’ambito del romanzo storico (che ultimamente sembra trascurare un po’ l’Ottocento, secolo comunque fondamentale) che in quello al femminile; peccato da un lato che Hannah si sia solo ispirata a Maria Mitchell e il libro non sia la sua vera storia, in un ambiente e in un modo di vivere spazzato via dal progresso e dal cambiamento delle abitudini di vita e economiche, come testimonia l’avvento finale della luce elettrica a Nantucket, tanto comoda, tanto pratica, ma che ha cancellato la curiosità innata di donne e uomini per quella coperta brillante che li copriva con il firmamento delle stelle.