Bobby Fischer Against The World. Lo scacco matto di un campione

Articolo di: 
Eleonora Sforzi
Le straordinarie doti del giovane Bobby Fischer

E' questo il titolo del film – documentario, riguardante la vita del più grande giocatore di scacchi americanoBobby Fischer (1943 – 2008), diretto da Liz Garbus, celebre e apprezzata regista americana di documentari in cui vengono affrontate tematiche individuali mai svincolate dall'aspetto storico, sociale e politico.

Il lungometraggio è stato proiettato in anteprima nelle ultime settimane di gennaio sulla piattaforma streaming di MyMovies, il più importante sito italiano di Cinema, sempre aggiornato sulle novità in ambito filmico, ma anche su tutto ciò che riguarda la settima arte dalle sue origini. 

Lo spettatore inconsapevole potrebbe pensare che un lungometraggio di questo genere non possa essere messo in relazione con quelli “tradizionali” e, in parte, è così, ma lo è proprio per l'unicità che contraddistingue il genere cinematografico documentaristico da tutti gli altri. Lo dico però senza fare in alcun modo una questione di preferenza o meno, poiché ritengo giusto rendere merito a questa tipologia, molto spesso lasciata in ombra e dai più ignorata, forse perché non così emozionante quanto una pellicola densa di azione o effetti speciali. In realtà, ciò che di speciale è possibile vedere tra le righe di una produzione del genere “film documentario” è proprio il fatto che il regista intende realizzare una vera testimonianza riguardante una personalità o una vicenda  in particolare, basata su riferimenti storici reali quali filmati e interviste, perfino articoli di riviste o quotidiani.

Si tratta, quindi, di un genere cinematografico privo di qualsiasi elemento fantastico, anzi, quanto mai attinente al vero e all'obiettivo informativo e, spesso, memorialistico, proprio come in questo caso circa la figura celebre quanto controversa di Bobby Fischer.

La regista intende raccontare agli spettatori la storia della vita di quest'uomo non solo sotto l'aspetto legato alla sua carriera di giocatore di scacchi – su cui è stato già detto molto  - ma anche dal punto di vista personale e intimo.

Bobby, dal carattere introverso e spesso problematico, ha trascorso l'infanzia e l'adolescenza in modo molto isolato e solitario. A soli sei anni gioca la prima partita di scacchi e, dal quel momento, quest'attività diventa per lui un passatempo continuo, ma anche interesse, motivo di riflessione e di studio sulle possibili strategie, finendo per riempire la gran parte del suo tempo, delineandone la personalità chiusa ed estremamente riservata, che lo caratterizzerà per tutta la vita.

Proprio per questo, la madre Regina - sulla cui vicenda si sofferma Liz Garbus - si era in un primo momento rivolta ad uno psicologo, che però le aveva confermato che quello del figlio non era affatto un problema rilevante. La donna, nonostante sia stata spesso assente nella vita di Bobby – che per lei provava sentimenti contrastanti, tanto da sentirla perfino un impedimento alla propria concentrazione negli scacchi – aveva conseguito la laurea ed esercitato diverse professioni. Figura molto attiva e indipendente, su di lei l'FBI aveva aperto un fascicolo perché sospettata di essere una spia sovietica, cosa molto frequente in un periodo così incline alla percezione di “minacce” di stampo comunista, proprio come aveva mostrato chiaramente il recente film di Clint Eastwood, “J. Edgar”.

Gli scacchi diventano, per il giovane Bobby Fischer, un'attività molto importante, a cui si dedica con impegno e passione, destinando ad essa molto tempo, forma di rispetto e devozione di cui necessita sempre ciò a cui teniamo in modo particolare e che, in una società tanto frenetica come quella in cui viviamo, viene purtroppo spesso dimenticato.

Molte delle persone che lo circondano, fin dalle sue prime vittorie in giovane età, ne riconoscono il grande e prodigioso potenziale e, non sempre in buona fede, gli permettono di assaporare il gusto del successo, inizialmente dolce e inebriante, ma che col tempo ne rivela uno più amaro.

A questo è sicuramente collegata la pressione esercitata dai media e dalla stampa, oltre che dal governo americano stesso, in favore della sua vittoria sul campione russo Spasskij in occasione del famosissimo incontro tra i due tenutosi nel 1972 in Islanda, evento che – durante il difficile periodo della Guerra Fredda fra USA e URSS – aveva il valore di stabilire ancora una volta a quale paese andasse la supremazia su tutti gli ambiti.

Insomma, “Bobby Fischer Against The World” si presenta come un documentario ben fatto e consapevole su una personalità di cui Liz Garbus intende andare ad approfondire i lati più intimi, tra genio e inquietudini, malessere interiore e psicologico, facendo conoscere al mondo Bobby Fischer anche e soprattutto attraverso il ricordo di chi l'ha conosciuto, che in questo lungometraggio ne dà testimonianza in prima persona.

Pubblicato in: 
GN14 Anno IV 13 febbraio 2012
Scheda
Titolo completo: 

Bobby Fischer Against The World (Bobby Fischer Against the World)

REGIA: Liz Garbus

Proiettato in anteprima sulla piattaforma streaming “MyMovies Live!” dal 23 gennaio 2012.

PRODUZIONE: Moxie Firecracker Films, HBO Documentary Films, LM Media Production
PAESE: USA, Gran Bretagna, Islanda 2011
GENERE:  Biografico, Documentario
DURATA: 90 Min.
FORMATO: B-N / Colore