Bologna 2016. Panoramica sulla XXX° Edizione del Festival Il Cinema Ritrovato

Articolo di: 
Eleonora Sforzi
XXX° Edizione Festival Il Cinema Ritrovato, Bologna 2016

Tra i festival più interessanti per cinefili, studiosi e appassionati di cinema ha animato anche quest'anno la città di Bologna: la XXX° Edizione del Festival Il Cinema Ritrovato dal 25 giugno al 2 luglio 2016 ha celebrato, meno di una settimana fa, il trentesimo anniversario dalla prima edizione, ricordata insieme alle successive – fino ad arrivare a quella appena terminata – dal direttore della Cineteca di Bologna, Gian Luca Farinelli, in conclusione della serata finale del festival, con i festeggiamenti allestiti in piazzetta Pasolini dopo l'ultima suggestiva proiezione con lanterna a carbone.

Il Cinema Lumière, il Cinema Arlecchino e il Cinema Jolly, oltre allo straordinario cinema all'aperto allestito ancora in piazza Maggiore, hanno ospitato dal 25 giugno al 2 luglio un programma ricco e variegato, dove continue proiezioni si sono intrecciate a incontri con studiosi da tutto il mondo e registi che, come da tradizione, hanno tenuto lezioni di cinema. Tra i vari incontri da segnalare, sicuramente quelli con i direttori delle cineteche iberiche, José Manuel Costa per la Cinemateca Portuguesa e Chema Prado per la Filmoteca Española, ma anche con specialisti e registi internazionali quali Bernard Tavernier, Marco Bellocchio, Bernardo Bertolucci, Jean Becker (figlio di Jacques) e Volker Schlöndorff.

Il programma ha, quindi, accolto molteplici sezioni e altrettanti approfondimenti specifici su singoli film, generi, paesi, forme e autori, dedicando ampi spazi ad alcuni temi e ambiti di interesse delle numerose declinazioni della cinematografia, compresi gli omaggi a grandi personalità del cinema, quali Marlon Brando (1924-2004), Jacques Becker (1906-1960) e Mario Soldati (1906-1999). Per citare solo alcune tra le pellicole più significative ad essi dedicati, possono essere ricordati per Brando Un tram che si chiama Desiderio (1951), Il Selvaggio e la sua unica regia del western One-Eyed Jacks (1961); per Becker, invece, Casque d'or (1952) e il capolavoro Le trou (1960) e, per Soldati, su tutti il proprio personale apporto al neorealismo con il film Fuga in Francia (1948).
Ancora, meritano di essere menzionate le nuove rassegne di questa edizione, dedicate alle produzioni meno conosciute della Universal Pictures tra il 1928 e il 1936, l'approfondimento dedicato al cinema argentino, al primo studio cinematografico indipendente iraniano, il Golestan Film Studio (per il quale è stato ospite della Cineteca il regista Ebrahim Golestan) e, anche quest'anno, lo spazio riservato ai restauri curati dalla World Cinema Foundation – su progetto di Martin Scorsese – grazie alla quale sono state proposte pellicole meno note di cinematografie da tutto il mondo.

Importantissima, ancora una volta, la sezione dedicata al cinema muto, “ritrovato” per eccellenza del festival bolognese, sia dal punto di vista visivo che, soprattutto, da quello del recupero di un'esperienza di proiezione collettiva accompagnata dal presentatore e dall'accompagnamento musicale dal vivo. Di quest'ampia rassegna fanno parte le sezioni dedicate ad alcune pellicole di “cento anni fa”, alle opere di Marie Epstein, sceneggiatrice e co-regista con il fratello di molti muti, tra cui La caduta della casa Usher (1928) tratto da Edgar Allan Poe, oltre ai nuovi restauri delle pellicole di Buster Keaton, che proseguono il progetto iniziato lo scorso anno: del grande comico e regista sono stati presentati al Cinema Lumière Seven Chances (1925) e The Paleface (1922), mentre in Piazza Maggiore i corti The High Sign (1921) e Cops (1922), accompagnati da musiche eseguite dall'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Timothy Brock.
Anche questa edizione, inoltre, ha accolto la sezione dedicata ai nuovi restauri di pellicole a colori, intitolata “Technicolor & Co.”, tra le quali sono state presentate brillanti versioni di Singin' in the rain (1952), di The Band Wagon (1953), di Marnie (1964) e di Apocalypse Now Redux (1979); ma soprattutto un ricco programma di “Ritrovati e restaurati”, che ha accolto film numerosi muti quali il capolavoro di Lang, Destino (1921) e il bellissimo The Flesh and the Devil di Brown (1926), fino ad arrivare a Ugetsu Monogatari (1953) di Mizoguchi e Muriel ou le temps d'un retour (1963) di Resnais.

In particolare, però, questa trentesima edizione de Il Cinema Ritrovato è stata dedicata alle origini del cinema e alla pellicola quale strumento che ancora oggi è fondamentale per la conservazione della Settima Arte. Anzitutto, nel contesto del Congresso FIAF – incontro delle cineteche di tutto il mondo – le giornate del 25 e 26 giugno al Palazzo Re Enzo sono state dedicate al “restauro e al futuro del patrimonio cinematografico”, quindi all'importanza della sua conservazione affrontata da specialisti da tutto il mondo. L'evento si è concluso domenica pomeriggio al Teatro Comunale con la consegna del premio FIAF a Jean-Pierre e Luc Dardenne, seguito dalla proiezione del loro film La Promesse (1996), restaurato dalla Cinémathèque Royale de Belgique.

La riflessione sulla conservazione della memoria del cinema, a partire proprio dall'anno uno di cui ricorre il centenario, ha rappresentato il più significativo fil rouge del Festival. L'edizione, conclusasi da pochi giorni, ha infatti celebrato le fasi iniziali della Settima Arte con la presentazione dei due nuovi cofanetti di recentissimi restauri curati dalla Cineteca di Bologna in collaborazione con studiosi internazionali: il “Grand Tour italiano” che raccoglie 61 film dei primi anni del Novecento a cura di Andrea Meneghelli e, soprattutto, quello dedicato ai fratelli Lumière, intitolato “Lumière! L'invenzione del cinematografo”, dove sono riunite 114 vedute realizzate da Auguste e Luis. A questi ultimi, infatti, è dedicata l'omonima mostra – che si aggiunge a quella su Anselmo Ballester, “pioniere dei pittori del cinema” – curata dall'Institut Lumière e allestita nel sottopasso di Piazza Re Enzo fino a gennaio 2017, dove trovano spazio immagini e documenti sia materiali che visivi dei primi passi compiuti dal nascente cinematografo, oltre che di altre invenzioni dei due pionieri: un'ulteriore celebrazione del cinema, quindi, inaugurata proprio con questo Festival di respiro internazionale che da trent'anni contribuisce a promuovere e diffondere la conoscenza della Settima Arte in tutte le sue declinazioni, a partire da un sempre rinnovato interesse per la sua storia lontana.

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GN33 Anno VIII 7 luglio 2016
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