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Le due chiese di Sebastiano Vassalli. La beata eresia tra le cento chiese
Sebastiano Vassalli, autore di opere letterarie di grande bellezza e profondità, come La chimera, Marco e Mattio, Cuore di pietra, Il cigno, è considerato dalla critica uno dei maggiori scrittori del nostro tempo. Nei suoi libri indaga e analizza con grande acutezza e bravura uno degli aspetti più importanti della storia del nostro paese: il carattere degli italiani e della nazione.
Il suo ultimo romanzo, intitolato Le due chiese, edito da Einaudi, colpisce per la sua bellezza e per la capacità di questo scrittore di raccontare la storia tragica del Novecento attraverso la descrizione della vita degli abitanti di Rocca di Sasso, paese immaginario che si trova alle pendici delle Alpi e che nel libro assurge a luogo simbolico. Rocca di Sasso, che si trova sulla valle Minore, è un paese sormontato dal Macigno Bianco, immutabile nel corso del tempo.
La rappresentazione letteraria della vicenda umana degli abitanti di Rocca Di Sasso avviene sullo sfondo dei grandi rivolgimenti provocati dagli eventi storici del Novecento. Tra i tanti personaggi che spiccano in questo romanzo, delineati con grande profondità psicologica da Vassalli, memorabile è il ritratto del maestro Prandini e di Anselmo detto Ansimino. Il maestro Prandini è a favore dell’entrata in guerra dell’Italia nel 1915, poiché è convinto che la guerra sia destinata a mutare il corso degli eventi e a dare vita ad una rinascita spirituale della nazione. Ansimino, l’uomo che ha l’intelligenza nelle mani e che guida la corriera che collega Rocca Di Sasso con i paesi della valle, incarna la saggezza popolare e diffida di chi inneggia alla violenza bellica.
Nel libro è straordinario il modo con cui viene raccontata e descritta la reazione della gente di questa comunità di fronte alla guerra, mentre l’Italia si divide tra interventisti e coloro che sono contrari alla partecipazione al conflitto bellico. Tra i primi capitoli del libro, il lettore trova una parte del racconto dedicata a due figure che nella storia passata della comunità di Rocca Di Sasso hanno lascito una impronta indelebile. La prima figura è quella del Beato, la seconda quella dell’Eretico. Il Beato nel Seicento, ben quattro secoli prima del Novecento, voleva riprodurre i luoghi santi di Gerusalemme sul Monte Santo, dove per questo vennero costruite cento chiese. Ovviamente, dentro la narrazione, il Beato si configura come un archetipo che incarna il sogno della perfezione spirituale.
L’Eretico, diversamente, è il simbolo della ribellione contro le autorità costituite e la religione dei preti, e ritiene che, attraverso l’esercizio della ragione, sia possibile pervenire alla felicità per tutti gli uomini dopo avere favorito il mutamento ed il cambiamento. Questi due personaggi, i due archetipi, divisi in modo radicale su tutto, ricorrono e si ripresentano secondo Vassalli nella storia della civiltà umana, e non soltanto in quella di Rocca Di Sasso. Appena viene dichiarata l’entrata in guerra dell’Italia, gli abitanti della comunità di Rocca Di Sasso si riuniscono e durante una cena, che precede la partenza dei coscritti per la guerra, decidono di costruire una chiesa in onore della Madonna, in segno di devozione e per ottenerne la protezione.
Le pagine sulla Prima guerra mondiale, la guerra di trincea e la sua efferata crudeltà possiedono nel libro un respiro epico che evoca in alcuni momenti, per la bellezza poetica con cui è raccontata la tragedia della guerra, il grande libro di Lev Tolstoj Guerra e Pace. In questa parte del romanzo Vassalli poeticamente fa riferimento alla storia della guerra di Troia raccontata da Omero nell’Iliade e a Calliope, figura centrale dell’epica classica, per esprimere il suo pensiero sulla storia degli uomini, in cui la guerra fin dagli albori ha segnato lo sviluppo della storia umana.
Commoventi sono le pagini nelle quali viene mostrata la ferocia e l’insensatezza della guerra, i cui effetti devastanti gravano e pesano sui reduci del conflitto bellico, ridotti in condizioni terribili. C’è chi come Giuseppe, in seguito ad un bombardamento, ha perduto il senno della ragione e la memoria e vive senza provare più emozioni.
Un altro personaggio, Giuliano, ha perso le gambe e non può più avere una vita normale e felice. Nella seconda parte della narrazione, il maestro Prandini diviene il personaggio decisivo di questa storia, raccontata in modo coinvolgente ed incalzante da Vassalli. Dopo la guerra, da lui voluta e nella quale ha perduto una mano, dopo avere ripudiato il socialismo, del quale si dichiara deluso, abbandona il paese per seguire Gabriele D’Annunzio nella famosa impresa di Fiume, la città che per i patrioti doveva appartenere al regno d’Italia secondo gli accordi stipulati prima della Grande Guerra.
Il maestro Prandini, sopraffatto dall’entusiasmo per il vate, che considera il suo letterato di riferimento, scrive un libro e lo fa stampare, nella speranza di diventare uno scrittore affermato. Invece - e qui Vassalli osserva che nessuna persona è padrona del proprio destino -, Prandini diviene un onorevole ed un esponente del partito fascista. In questa parte del libro è sorprendente lo stile letterario misurato ed assai felice con cui, sempre alludendo e mai nominando le cose e gli eventi in modo esplicito, viene raccontata la nascita della dittatura fascista dopo la crisi del regime liberale, il ventennio di Mussolini, la Seconda guerra mondiale, la Resistenza e la lotta di liberazione. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, i reduci costruiranno a Rocca di Sasso la seconda chiesa, a cui si riferisce il titolo del libro, che rimarrà incompiuta.
Leonardo, un altro personaggio indimenticabile, figlio di Ansimino, che ha partecipato alla guerra di resistenza contro i nazisti ed i fascisti, dopo la fine della Seconda guerra mondiale sarà e diventerà un esponente della sinistra Italiana, unita nel mondo dalla religione del lavoro e dal canto dell'Internazionale. Per raffigurare e descrivere la modernità ed il tempo presente, in cui è difficile coltivare il sogno di vivere in un mondo libero e giusto, Vassalli racconta che le cento chiese della valle sono chiuse ed abbandonate, mentre tra le alte montagne, alle pendici del Macigno Bianco, sono comparse le grandi antenne che diffondono il segnale televisivo.
Il libro di Vassalli, che è un grande affresco letterario denso di storie piccole e grandi, dove il destino dei singoli è travolto dai grandi eventi della storia, per la sua visione della civiltà umana mi ha ricordato in più punti il saggio di un grande pensatore del nostro tempo, l'americano James Hillman, autore del libro Un terribile amore per la guerra, edizioni Adelphi.