Festival del Cinema di Roma 2011. Wim Wenders Pina. La danza di Euridice

Articolo di: 
Livia Bidoli
Pina

Un affresco raffinato e naturalistico della straordinaria inventrice del Tanztheater tedesco: con sede a Wuppertal, Pina Bausch diede una scossa soverchiante a tutti i modi di pensare la danza separati dal teatro e dall'emotività liberamente espressa in termini fuori dagli schemi classici della danza. Fonda il Teatrodanza di Wuppertal nel 1973 e due anni dopo darà vita al suo Rito di primavera (da Le Sacre du Printemps di Igor Stravinskij) che apre il film in 3D di Wim Wenders su di lei. Un palcoscenico ricoperto di terra ed un rito barbarico da espletare sui rullanti che scossero nel 1913 l'Opéra di Parigi.

Se questo film - le cui riprese con Pina iniziarono nel 2009 e furono interrotte dalla sua improvvisa e improvvida morte per un tumore fulminante il 30 giugno del 2009 (Pina è nata nel 1940 a Solingen in Germania) - fosse stato proiettato in due dimensioni, sarebbero state comunque tre: la profondità di ogni passo danzato di Pina e dei suoi pari non ce lo avrebbero mai ricordato, tale è la carica di ogni lacerto di spettacolo elementale, fuso con l'acqua, il vento (l'aria), la terra, il fuoco ed il vuoto, presente anch'esso in ogni suo passo.

Le virate sull'acqua forse sono le più spettacolari: gittate sulla roccia, scoscianti dall'alto come cascate nate lì, sull'orlo del palcoscenico, a formare un laghetto nel quale i danzatori si tuffano mentre lo sfondo nero avanza con i suoi sprazzi di luce sferzante da tutte le direzioni. I danzatori di Pina sono unici: è con loro che crea ogni balletto che diventa teatro ed altro, come a far fuoriuscire dall'anima tutto quello che hanno, dai sogni al desiderio: da quel piccolo bottone che si apre sui loro cuori si sprigiona un movimento in delirio, ebbro di sostanza come nel famoso Café Müller (1978), le cui sedie si muovono come se i danzatori non le vedessero, sonnambuli di un altro mondo che deve ancora venire alla luce.

Oppure le foglie autunnali dell'opera Blaubart (Barbablù del 1977) da Béla Bartók, che rivediamo nelle graziose passeggiate della danzatrice nel bosco: dove il vestito leggero di fiori pastello si libra avvicinandosi alla galleria di vetro nella quale danza una coppia in vena di tango. Solo Wenders avrebbe potuto rinvenire in quei passi tutta l'esplosione creativa di un Orfeo che è stato chiamato dalla sua Euridice (come il balletto di Pina ripreso da Gluck) nelle tenebre squarciate dalla danza.

Pubblicato in: 
GN1 Anno IV 7 novembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

Festival Internazionale del Film di Roma 
27 ottobre - 4 novembre 2011

Spettacolo Eventi Speciali

Pina  -  regia di Wim Wenders
Paese: Germania
Anno: 2011
Durata: 103
Lingua originale: Inglese, Francese, Tedesco

CREDITS
Sceneggiatura: Wim Wenders
Fotografia: Hélène Louvart, Jörg Widmer
Montaggio: Toni Froschhammer
Scenografia: Peter Pabst
Costumi: Marion Cito, Rolf Borzik
Musica: Thom Hanreich
Produttori: Wim Wenders, Gian-Piero Ringel
Coproduttori: Claudie Ossard, Chris Bolzli
Produzione: Neue Road Movies (Germania)
Coproduzione: Eurowide Film Production (Francia), ZDF (Germania), ZDFtheaterkanal (Germania)
Distribuzione internazionale: HanWay Films (Regno Unito)
Distribuzione italiana: Bim Distribuzione (Italia)

 

 

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