Firenze 2013. Incontro con Ermanno Olmi e Carlo Petrini

Articolo di: 
Eleonora Sforzi
Ermanno Olmi

La città di Firenze ha accolto, dal 6 al 9 giugno, il festival, promosso già da alcuni anni da Repubblica, intitolato "La Repubblica delle idee", composto da incontri con alcune fra le più importanti personalità culturali e politiche odierne, che hanno preso la forma di riflessioni, dibattiti e dialoghi a più voci in merito alle mille sfaccettature dell'attualità. Molto interessante e significativo è stato sicuramente quello, tenutosi il 7 giugno, con Carlo Petrini e Ermanno Olmi.

Il primo è il noto fondatore e presidente di Slow Food, associazione internazionale no-profit nata con l'obiettivo di promuovere un rapporto positivo con il cibo, quindi una cultura alimentare basata sul rispetto della biodiversità e delle tradizioni; il secondo è uno dei più importanti cineasti italiani, che con le sue pellicole ha sempre messo in rilievo l'importanza delle piccole cose e delle tradizioni culturali e territoriali e il cui ultimo film si intitola "Il villaggio di cartone" (2011).
Queste due figure significative e, allo stesso tempo, simboli della loro stessa attività, hanno dialogato con Gregorio Botta, vicedirettore de La Repubblica, in merito alla domanda "La terra è un bene comune?", da cui il titolo dell'incontro, avvenuto nella splendida cornice del Salone dei Cinquecento, all'interno del Palazzo Vecchio.

Gregorio Botta ha dato avvio alla conversazione facendo riferimento al progressivo processo di privatizzazione che riguarda il nostro bene comune negli ultimi anni e, prendendo in esame il titolo stesso dell'incontro, ha chiesto ai due interlocutori:
<<Come facciamo a far diventare quel punto interrogativo un'esclamazione?>>

Petrini ha risposto, in prima battuta, con una frase significativa e, allo stesso tempo, molto semplice, ma che troppo spesso dimentichiamo: <<La terra siamo noi>>.
Che oggi si ponga il problema della privatizzazione è nella storia dei tempi – ha affermato – aggiungendo che <<l'economia (nel senso di "governo della casa") mondiale rischia di essere messa in crisi dal sistema attuale>> e sottolineando con amarezza quanto dispiaccia che la politica non capisca la priorità di tali problematiche mondiali, una fra tutte il pericolo del disastro ambientale, che mette a rischio la stessa esistenza dell'homo sapiens.
Secondo Petrini <<la nuova economia dovrà per forza governare la casa>>, altrimenti il rischio è la crisi dell'attuale modo di vivere. <<O la politica comprende che chiedere sempre più alla terra porta verso il baratro, oppure vedrà soffrire milioni di persone>>.

Ermanno Olmi ha iniziato le proprie considerazioni mostrando tre diverse mele: una non molto gradevole all'aspetto, una grande e di una colorazione tanto perfetta da sembrare finta e, infine, una piccola e semplice. Proprio quest'ultima, ha sottolineato il cineasta, è quella che la <<Madre Terra>> produce naturalmente, e che dovremmo mangiare, evitando invece quelle grandi e belle che l'attuale sistema economico ci propone continuamente perchè migliori.
Ha affermato Olmi con passione: <<Perchè dobbiamo rovinare la nostra casa? Perchè dobbiamo offendere nostra Madre? Alimentarci, nutrirci, non è solo una necessità, è anche riconoscere che la terra ci vuole bene, quindi dobbiamo comportarci di conseguenza>>.

Botta, in seguito, citando il celebre documentario del 2009 diretto da Olmi, intitolato proprio "Terra Madre", ha affermato come l'arte possa aiutare gli individui ad entrare in contatto con il sentimento della terra, ma quando si passa a un'ideologia della terra, si finisce spesso per arrivare ad una prospettiva quasi New Age, verso una vera e propria "mitizzazione dell'età dell'oro". Il vicedirettore di Repubblica ha domandato, quindi: <<Non è pericoloso alimentare questo sogno bucolico, invece che proporre soluzioni coerenti e concrete?>>

Petrini ha risposto che la tematica di cui lui, come tantissimi altri nel mondo, si occupa non possa essere considerata "poesia", ma un impegno concreto, perchè relativo alla dimensione del governo della casa.
<<La nostra Costituzione>> - ha affermato il fondatore di Slow Food - <<è stata scritta in un periodo storico in cui l'aspetto principale era il lavoro; oggi l'Equador, il Brasile, il Messico e altri paesi stanno spostando l'asse verso la sovranità alimentare, perchè sono questi gli ambiti più importanti>>. Petrini ha sottolineato, quindi, che anche l'Italia dovrebbe spostare le attenzioni verso questa direzione, valorizzando le proprie tradizioni culturali e territoriali-alimentari.

Olmi ha fatto riferimento a un periodo in cui – non così tanti anni fa – in una valle italiana, quando l'artigianato era l'attività prevalente e indipendente dalle industrie, l'uomo capì che, inventando un meccanismo, poteva creare e recuperare energia tramite la forza motrice. Tutto questo, ha detto il regista, è stato distrutto con l'introduzione di nuove tecnologie.
Ha affermato il cineasta: <<È un sogno se io penso a queste valli, in cui noi disporremmo di un'energia fluviale, che sarebbe sufficiente per le esigenze di forza motrice? Se oggi prendessimo in considerazione questa energia dalle acque avremmo un'energia pulita, rinnovabile, a chilometri zero (quindi senza danni elettromagnetici). Siamo vicini ad un passo di cambiamento, ad un Rinascimento.. E perchè? Perchè abbiamo preso coscienza della nostra situazione critica. Questa non è poesia, è realtà>>.

Petrini ha aggiunto, in seguito alle affermazioni di Olmi: <<I poeti vanno ascoltati, vedono più in là di noi>> e, per coloro che pensano che queste considerazioni siano solo poesia, ha posto l'attenzione su due osservazioni in particolare. Anzitutto, il primato dell'economia nella vita dell'umanità è brevissimo, infatti, è stato così importante in modo particolare a partire dalla prima Rivoluzione industriale; inoltre, come ha espresso il cineasta poco prima, Petrini ha messo in rilievo la possibilità di impiegare l'acqua come fonte di energia, soprattutto grazie alle nuove tecnologie, che permetterebbero anche una maggiore efficienza. <<Mai come in questo momento abbiamo bisogno di novità>> ha affermato Petrini, ribandendo tuttavia che <<sarebbe da stupidi dimenticare quello che hanno fatto giustamente le passate generazioni>>. Secondo il fondatore di Slow Food, <<è necessario "governare il limite". Se non governiamo il limite in qualsiasi nostra azione e abbiamo esigenza di andare in salita senza mai fermarci, sarà la nostra distruzione. Penso che la grande impresa del futuro sarà quella che saprà governare il limite>>.

Olmi, affermando come <<il senso del limite non è una costrizione, è una conquista>>, ne ha messo in evidenza l'utilità, poichè proprio nella scelta del limite si trova anche la (ri)scoperta di alcune componenti importanti dell'esistenza, come la convivialità.
Il regista, inoltre, ha sottolineato – come ha fatto più volte, attraverso la macchina da presa, nei suoi film – il valore della povertà, in quanto talvolta proprio quest'ultima <<permette al poeta di fare opere d'arte somme>>. Nella vita in società – ha ribadito Olmi – il primo comandamento dovrebbe essere <<esistere>>, tuttavia, <<oggi non c'è più quella dignitosa povertà, oggi la differenza è tra chi muore e chi ha troppo. La colpa di questa miseria è nostra, perchè noi impediamo a molte persone di esistere>>.

Petrini, ha poi indicato una soluzione alla situazione di crisi entropica che stiamo vivendo, evidenziando che, se solo 500 euro l'anno – secondo le stime – possono evitare le ventiquattro migliaia di morti per fame, <<questo nuovo tipo di economia mondiale dovrebbe essere il New Del: questo è riscatto ed è economia>>.

Ermanno Olmi, in chiusura, ha ricordato suo progetto del celebre "L'albero degli zoccoli", come punto di partenza per un'accurata riflessione sulla situazione attuale e sul bisogno che abbiamo di ripensare al nostro futuro, nei termini di un'inversione di rotta dell'attuale sistema economico. Queste le parole del cineasta:
<<Io ricordo che era il 1956 quando scrissi un piccolo racconto, "L'albero degli zoccoli", riuscii a fare il film solo nel '77-'78. Volevo farlo perchè restasse un'eco di quella realtà rurale che stava scomparendo. Eravamo riuncuorati perchè il successo ci stava  proponendo una realtà migliore; oggi invece sono qui a dire che ho fatto un film sul futuro. Noi oggi possiamo tornare alla terra con la medesima umiltà e con la speranza, parola che da troppo tempo temiamo di pronunciare. "L'albero degli zoccoli" è andato in Cina con sottotitoli, ma i contadini cinesi lo capivano, perchè il mondo contadino è universale>>.
Il regista, infine, ha manifestato la propria gioia nella speranza di pensare ad un futuro del mondo rurale, affermando – e come non essere d'accordo con lui – quanto abbiamo bisogno di <<uomini nuovi, con energie nuove, con energie rinnovabili>>.

Pubblicato in: 
GN32 Anno V 18 giugno 2013
Scheda
Titolo completo: 

La Repubblica delle idee
Festival culturale promosso dal quotidiano Repubblica
6 - 9 giugno 2013 (Firenze)
Dialogo tra Ermanno Olmi, Carlo Petrini e Gregorio Botta (7 giugno, Salone dei Cinquecento, Palazzo Vecchio)
"La terra è un bene comune?"