Firenze. Scandire il tempo a Palazzo Pitti

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Orologio da mensola Louis Courvoisier & Comp. 1811-1814

Palazzo Pitti è uno scrigno prezioso che custodisce straordinari capolavori, a queste si aggiungono opere di raffinatissimo artigianato, poiché è stato anche una reggia, in cui si sono avvicendate tre dinastie, i Medici, i Lorena e i Savoia. La mostra ora in corso, Tempo Reale e tempo della realtà Gli orologi di Palazzo Pitti dal XVII al XX secolo, che si concluderà il prossimo 8 gennaio, è dedicata agli orologi, che sono oggetti emblematici alla cui realizzazione concorrono le più diverse forme di altissimo artigianato.

Oltre agli orologi storicamente legati al Palazzo ci sono quelli acquisiti in seguito a donazioni per le collezioni del museo, per la mostra sono stati selezionati in base alla forma e alla destinazione d’uso, l'allestimento si è inoltre avvalso di arredi e dipinti coevi, per ricreare l'atmosfera degli ambienti con una suggestiva scenografia. L'esposizione si articola in diverse sezioni a cominciare da quella più scientifica, in collaborazione principalmente con il Museo Galileo, che è dedicata al problema della misurazione del tempo, al ruolo decisivo delle osservazioni astronomiche che portò alla suddivisione dell'anno, nelle stagioni e nei mesi, del giorno nelle ore, nei minuti e nei secondi. Sono concetti che ora diamo per acquisiti, ma il percorso di studio e conoscenza fu complesso. La riforma gregoriana del calendario, ad oggi ancora non è accettata in Russia, quella che viene chiamata “Rivoluzione di Ottobre” per noi è avvenuta a novembre. In questa sezione sono esposti oggetti di grande interesse tra cui l'astrolabio piano (XIV sec.) l'orologio solare, dittico (1614 -16304) di avorio intarsiato , vetro e metallo e la Replica del Giovilabio di Galileo è una vera chicca, dalle sue osservazioni sulle lune di Giove lo scienziato ricavò questo strumento per calcolare la longitudine, un problema decisivo per orientarsi nella navigazione negli oceani.

Dopo la parte scientifica ecco l'orologio trionfare come lussuoso oggetto di arredamento da quelli  da mensola alle pendole. Della collezione medicea è rimasto un orologio di fattura inglese realizzato da Ignazio Hugford nei primi anni del Settecento per Cosimo III, quando gli orologiai inglesi erano considerati i migliori. La cassa quadrata è in ebano con un rigonfiamento con un anello in ottone dorato in cima per prenderlo mentre l'elegante quadrante è in ottone dorato e argento. Un orologio sobrio rispetto ai successivi dalle forme più disparate,  da mensola, da tavolo, le pendole, da muro inseriti in quadri e sempre a seguire le diverse mode che si susseguirono dal XVIII e al XIX secolo. Accostati agli sfarzosi orologi ci sono quadri i cui temi allegorici ricorrono  anche negli apparati decorativi degli orologi, come i simboli legati al tempo, da Cronos - Saturno, alla caducità umana. Tra i quadri esposti c'è Le tre età dell'uomo o Lezione di canto di Giorgione, il ragazzo tiene fra le mani un foglio da musica e  l'uomo accanto a lui la spiega mentre l'anziano guarda lo spettatore per ricordare il legame tra passato, presente e futuro; questo intreccio tra musica e filosofia affascinò il Gran Principe Ferdinando che lo acquistò. Ne Le tre Parche di Francesco Salviati sono eloquenti gli sguardi che si incrociano, quello di Lachesi che svolge il filo dell'esistenza e di Atropo che sta per tagliarlo, mentre il viso di Cloto,che ha dato inizio alla vita, è in ombra, gli occhi attenti, la bocca è aperta...una esclamazione sommessa per fermare Atropo ?  Forse. 

Torniamo ai fastosi orologi da mensola e da tavolo sono un fuoco di artificio di creazioni destinate a suscitare stupore, nei diversi gli stili, il Classico con l'Aurora che regge la fiaccola o Apollo con la cetra che sovrasta il quadrante e alla guida del carro del sole nella decorazione della base lignea. L'Esotismo è rappresentato dall'elefante che regge il quadrante, dal fascino delle “Turcherie” nel chiosco turco in bronzo dorato sormontato da una grande luna crescente, simbolo islamico della luce che vince le tenebre. C'è anche un Robinson Crusoe con Venerdì,mentre la decorazione dell'orologio a pendolo in legno laccato anche questo come il precedente di fattura francese si ispira ai motivi cinesi delle sete e delle porcellane; tra gli orologi da parete c'è quello il cui quadrante contiene una veduta di Vienna.

Un altro aspetto degli orologi sono le suonerie e gli orologi musicali, la cui creazione fu spesso associata all’uso di automatismi, che affascinavano gli spettatori dell’epoca, in esposizione c'è l’orologio da mensola a forma di voliera con uccellini meccanici colorati. Un superbo esempio ne è l’imponente Orchestrion, del viennese Christian Seyffert, regolato dall’orologio a lira posto sulla sua sommità, chiuso sembra un mobile, in stile classico con decorazioni in ottone dorato ispirate agli strumenti musicali, ma al suo interno contiene un fortepiano che con il sistema del congegno a rulli può suonare brani musicali complessi. Per questo sistema scrissero molti compositori come Mozart e Beethoven, il brano poi scelto da Maria Luisa d'Austria fu il rondò finale della Sonnambula di Bellini.

Gli orologi da indossare sono un seducente aspetto della moda, in esposizione ce ne sono molti, veri e propri gioielli in cui all'abilità dell'orologiaio si associa la creatività del gioielliere, che riusciva ad inglobarli nelle forme più incredibile e preziose. Ricordiamo, un mandolino d'oro con decorazioni finissime in smalto, una lira, una farfalla sfavillante di smalti  e un meraviglioso bruco ingemmato, tutti di abili artefici svizzeri. Nella sezione dedicata agli orologi tardo ottocenteschi, ecco gli orologi da panciotto e a ciondolo o spilla per signora, da giorno e ingemmati, da sera, ci sono anche i vestiti perché minuziose erano le regole per indossarli, e a fare da suggestiva scenografia ecco un acquerello e tempera e due disegni di Boldini dedicati agli orologi. Compaiono infine quelli da polso ne ricordiamo uno da sera (1919-1925), un Cartier in platino con brillanti e smeraldi. L'ultima parte dedicata al XX secolo non era visibile perché chiusa a causa del non sufficiente numero di custodi. per questo non possiamo renderne conto con grande rammarico.

Infine il catalogo, edito da Sillabe e a cura di Enrico Colle e Simonella Condemi illustra lo studio che è stato compiuto per organizzare la mostra con i saggi e le schede che accompagnano le illustrazioni, una guida affascinante e necessaria per conoscere  quel mondo che coniuga mirabilmente arte, scienza e artigianato.
 

Pubblicato in: 
GN7 Anno IX 16 dicembre 2016
Scheda
Titolo completo: 

Tempo Reale e tempo della realtà
Gli orologi di Palazzo Pitti dal XVII al XX secolo
Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti
13 settembre 2016 - 8 gennaio 2017