Headbangers Hall a Perugia. Suoni forti tra metal e virtuosismo vocalico

Articolo di: 
Chiara Moscatelli
Exawatt

A tutti i cultori del genere, mi sento in dovere di segnalare una rassegna metal degna di nota: da tempo, infatti, l'Urban Live Club di Perugia ospita l'Headbangers Hall. Ogni giovedì sul palco dell'Urban si esibiscono band locali, nazionali, e recentemente anche internazionali (è il caso degli Mnemic, danesi).

L'importanza maggiore di questi eventi è però, a mio parere, quella di dare voce e spazio ad una realtà musicale molto varia che spesso passa, purtroppo, in sordina. Giovedì 14 aprile 2011 è stata una serata speciale, dove a farla da padroni sono stati gli Exawatt (che hanno presentato la loro ultima uscita, il disco Among Different Sights, a cinque anni di distanza dal primo "Time Frames") affiancati da Morganha ed Alias Mundi.

Ad aprire il concerto sono i giovani Morganha, da Gubbio, band attiva fin dal 1995. La loro scaletta conta sette pezzi fra cui una sola cover ("Bat Country" degli Avenged Sevenfold). Fra tutte spicca come più interessante la loro "Codebreaker". L'esecuzione è molto sentita, non eccessivamente tecnica. Elementi di spicco risultano il batterista, impegnato (nell' eseguire) ed impegnativo (da seguire), ed il chitarrista solista, sia per fattori di visibilità comuni a tutti i solisti, sia per una discreta tecnica che va riconosciuta.

Non spiccano particolarmente il bassista (come al solito non gli prestiamo mai soverchia attenzione) ed il frontman, in merito al quale c'è spesso il dubbio che tenga la chitarra più per occupare le mani o per vagare per il palco che per suonarla. Mancano leggermente di mordente, nonostante la verve e le sane manie di protagonismo tipiche dei vocalist. Possiamo dire che l'esibizione dei Morganha nel complesso è molto buona, ma ciò in cui peccano è una certa timidezza scenografica che si fa un po' fatica a perdonare nel mondo del metal.


A seguire gli Alias Mundi. Band decisamente sui generis che rientra sgomitando a destra ed a manca nella definizione di progressive, e la lacera ampiamente in un'attitude visionaria e decisamente eclettica. Tutti i componenti danno l'impressione di essere abbastanza "navigati", nonostante la loro esperienza musicale abbia avuto inizio solo nel 2007. La loro intera scaletta consta di soli quattro pezzi, tutti di una durata considerevole che però non va mai a discapito del sound, accattivante dall'inizio alla fine.

Nonostante non spicchi per virtuosismo, il lavoro della chitarra ritmica è assiduo e non così semplice come sembra, a causa di tempi sincopati e parentesi a velocità raddoppiata, dai quali l'ascoltatore viene preso in contropiede e  piacevolmente sorpreso. La batteria risulta quasi virtuosistica: presente, a tratti anche predominante. Gli assoli alla pianola hanno un gustoso e tornito sapore jazz, sono scivolosi, guizzanti, come se dovessero tornare, e ripetersi ad libitum. Il basso è ritmico e pressante, martellante. Il cantato melodico, arabeggiante, segue testi fluidi e semi-onirici. La presenza del frontman sul palco è pesante, percepibile, accattivante. Elementi del genere rendono gli Alias Mundi il gruppo più interessante della serata, il vincente.


Infine, è la volta degli Exawatt, che eseguono dodici brani, circa la metà dal nuovo album. La particolarità del gruppo risiede nell'esecuzione della maggior parte delle canzoni da parte di un duetto di cantanti, un uomo, Luca Benni, ed una donna, Cecilia Menghi, dalle voci decisamente divergenti. A volte, paradossalmente, il cantato del ragazzo risulta più melodico di quello della compagna, che spicca decisamente poco nell'esibizione dal vivo nella maggior parte dei pezzi e rende altrettanto poco su CD (dove però è risaputo che ogni cosa viene svilita rispetto all'esibizione dal vero).

Elementi più che significativi della band sono il bassista, Francesco Strappaveccia (che inizialmente dà un'impressione abbastanza curiosa, dato che imbraccia il basso come un fucile e ci manca poco lo suoni coi denti), ed il batterista, Stefano Coletti. Entrambi fanno un lavoro all'interno del complesso strutturale decisamente maggiore di quello solitamente richiesto. La linea melodica del basso è indipendente ed interessante, pulita. Ogni nota è chiara e distinta, e picchietta sui timpani come una goccetta d'acqua sulla roccia: forte ed instancabile. Nel complesso la performance non risulta particolarmente accattivante, nonostante la voce pulita e potente del cantante ed il lavoro straordinario di coloro che solitamente passano più inosservati.



Tirando le somme, ciò a cui è si è assistito sono tre esibizioni tutte molto originali, da parte di elementi vari ma nel complesso molto validi che spesso vengono sottovalutati da un sistema di apprezzamento che, troppe volte, si basa sul tirare le somme degli incassi e non sulla promozione della qualità e della buona musica.     

Pubblicato in: 
GN50 Anno III 2 maggio 2011
Scheda
Titolo completo: 

Urban Live Club - Perugia

Headbangers Hall - 14 aprile 2011 - Concerto degli Exawatt - special guests Morganha - Alias Mundi

Scalette

Morganha:

1) Codebreaker
2) Night Lights
3) Celebrating Death
4) No Way To Esacapre
5) Blinders
6) After Dark
7) Bat Country (cover degli Avenged Sevenfold)

Alias Mundi:

1) Don't Get Lost
2) Anger
3) Evolution Sleeper (cover dei Cynic)
4) Don't Live, Don't Die

Exawatt:

1) Wounds
2) My Friend
3) Tomorrow
4) Red Sin
5) Exa...what?
6 Awake in the Cosmic Dream
7) Garden of the Dark Lord                                                                                                                                                                                                   8) Medley da Time Frames
a) Heretic
b) As The sun sets down
c) On the wings
d) Out Of Me

Anno: 
2011
Voto: 
8.5