Helloween, Stratovarius e Trick or Treat. Terzetto per la gloria del power metal

Articolo di: 
Chiara Moscatelli
Helloween

Dopo il concerto dei Blind Guardian dell’ottobre scorso, il 19 gennaio 2011 siamo tornati all'Atlantico Live per una rassegna Metal degna di nota: è il 7 Sinners World Tour 2010/11 degli Helloween, accompagnati egregiamente da Stratovarius e Trick or Treat.

Le aspettative sono altissime e vengono quasi totalmente rispettate. In apertura troviamo i giovani, ilari ed intraprendenti Trick or Treat metal band originaria del nostro paese, nata come cover band e nota soprattutto per i rifacimenti di numerose sigle dei cartoons (da qui un chiaro segnale del loro carattere goliardico). L'esibizione è, come al solito, sinceramente divertente, contraddistinta da una particolare attenzione a buffi accessori e simpatiche apparizioni impreviste: orecchie da coniglio luminose, un guanto da topolino, una chitarra gonfiabile "suonata" con grande entusiasmo dal vocalist, e due individui in accappatoio e asciugamano in testa a mo' di turbante che si sono accinti alla pulizia del palco ovvero, udite udite: Markus Grosskopf e Dani Loeble degli Helloween!

L'esecuzione dei brani è coinvolgente, impeccabile: risulta come sempre impossibile non notare l'eccezionale bravura di Alessandro Conti, vocalist, oltre la sua ironia (indossa una t-shirt raffigurante Papa Ratzinger che fa il gesto delle corna). Vengono eseguiti brani dall'ultimo album Tin Soldiers, tra cui "Paper Dragon". Particolarmente interessanti l'esecuzione di "Like Donald Duck" e la coverizzata "Girls Just Wanna Have Fun" (che il cantante ha auspicato venisse onorata da un lancio di reggiseni sul palco). Fatto che ha in seguito caratterizzato l'intero concerto, viene dato risalto ad una delle figure solitamente più sottovalutate durante le esecuzioni: il bassista. È stato quindi lasciato spazio ad un breve assolo di Leone Villani Conti, che ha rivisitato alcuni pezzi  di musica classica in un virtuoso medley, con entusiasmo e buona tecnica.

Salutati i Trick or Treat con un lancio di coriandoli, è il turno degli attesissimi Stratovarius, che tornano in Italia dopo non pochi anni. Il cantante, dopo averci fatto notare con suo immenso piacere il ritorno alla batteria di Jörg Michael, ci annuncia immediatamente un problema di voce che, mi duole dire, si nota palesemente. La scaletta è interessante benché contenga solo nove brani. Si parte alla carica con "Hunting High and Low" (da Infinite, anno 2000), seguita da "Speed of Light" (durante la quale si ripropongono prepotentemente i già annunciati problemi vocali di Timo Kotipelto) e "Stratosphere" (da Episode, anno 1996). Dopo "Twilight Symphony" (da Fourth Dimension, anno 1995) e "Phoenix" (da Infinite), è il momento di due piacevolissimi assoli: il talentuosissimo Matias Kupiainen alla chitarra ci regala un brano tecnicamente articolato eseguito con meticolosa precisione ma leggermente carente in materia di pathos, mentre lo strabiliante Lauri Porra al basso esegue un pezzo dal sapore funky con una tecnica impeccabile ed un'energia poderosa, da lasciare assolutamente senza fiato.

Dopo "The Kiss of Judas", "Paradise" (da Visions, anno 1997) e "Forever" (da Episode), è il turno della richiestissima "Black Diamond", anch'essa tratta dall'acclamato Vision. Già dall'appena accennata introduzione alla tastiera di Jens Johannsson i boati del pubblico accolgono con tripudio l'esecuzione del celebre pezzo. Nel complesso la performance del gruppo è da apprezzare, anche se a loro sfavore va la poca fortuna nelle condizioni di salute di Kotipelto e l'esecuzione leggermente sottotono del batterista Michael (tenta anche uno scenico lancio della bacchetta che però non riesce a riacchiappare: segue sguardo amareggiato). Da notare positivamente la qualità delle esecuzioni sia alla chitarra da parte del giovane Kupiainen (ultimo acquisto della band), sia alle tastiere, grazie all'esperienza ultra-consolidata di Janssen.

L'atmosfera si fa quindi carica dell'attesa per la band principale. Qualche luce ed una simpatica scenografia composta da un telone recante il logo del gruppo ed un simil shuriken rotante, evidente richiamo alle lame, tema caratterizzante degli Helloween. Ed ecco che i membri della band fanno il loro ingresso sulle note di "For Those About to Rock" [celebre brano degli AC/DC, dal disco For Those About To Rock (We Salute You), anno 1981] che vengono rimpiazzate da una "Are You Metal?", tratta dall'ultimo album 7 Sinners, carica di adrenalina e seguita a ruota da un'altrettanto carica "Eagle Fly Free" (da Keeper of the Seven Keys-Part II, anno 1988).

Il dialogo del vocalist col pubblico è molto intenso e diretto, tanto che non si limita a salutare in italiano ma si diletta anche nel fare brevi battute. È piacevole notare come Andi Deris rispetti le altissime aspettative di coloro che sono abituati (purtroppo) ad ascoltare  solitamente i pezzi in forma registrata: la voce risulta pulita, il cantato ottimo, anche in tonalità molto alte, nonostante  Deris non abbia più vent'anni. Non passa molto prima che il pubblico possa godere dell'ottimamente eseguito assolo di chitarra ad opera di Sascha Gerstner (subentrato a Roland Grapow nel 2001).

Vengono quindi eseguite "Where the Sinners Go" e "World of Fantasy" dal nuovo album, coronate da un assolo tecnicamente eccellente di Daniel Loeble alla batteria, semplicemente incredibile. Seguono "I'm Alive" (da Keeper of the Seven Keys-Part I, anno 1987) e la ballad "Forever and One" (da The Time of the Oath, anno 1996) annunciata come un momento "for the girls" ed eseguita magistralmente con la chitarra acustica da Deris e Gernster (malgrado un piccolo inconveniente dovuto alla caduta di un componente della batteria che ha suscitato risate convulse nel chitarrista). Dopo "A Handful of Pain" (da Better Than Raw, 1998), viene eseguito un medley creato per l'occasione.

Deris ci confessa di aver scelto questa soluzione, piuttosto che l'esecuzione di tre brani di durata più lunga, dopo aver consultato le opinioni dei fans sul web. La nuova creazione consta di un mix decisamente ben riuscito fra tre delle canzoni più gettonate del gruppo "Keeper of the Seven Keys / The King for a 1000 Years / Halloween". Una lunghissima "I Want Out" ci accompagna verso la fase dell'encore: Deris sprona il pubblico ad urlare out il più forte possibile affinché il batterista possa sentirlo, salvo poi accorgersi che non può perché dotato di auricolari.

Dopo un simpatico gioco corale durante il quale un indefesso Loeble non abbandona mai le bacchette, i cinque si allontanano dal palco per poi rientrare ed eseguire "Ride the Sky" (da Walls of Jericho, anno 1985) e "Future World" (da Keeper of the Seven Keys-Part I), anch'essa declamata dal pubblico, il ritornello viene ripetuto per intero al microfono per la somma gioia del vocalist, il quale ha più volte puntato sulla rivalità fra Roma e Milano per spronare il pubblico ad urlare sempre più forte e così "sbaragliare la città avversaria".

Dopo una breve assenza dal palco ed il successivo rientro, si apre la seconda fase di encore nella quale viene eseguita "Dr. Stein" (da Keeper of the Seven Keys-Part II, anno 1988) e vengono lanciati, da due personaggi in camice, dei palloni a forma di zucca sul pubblico. Si chiude così una sessione di circa quattro ore di musica.

Complessivamente la performance degli Helloween è stata molto buona, soprattutto per la scelta della scaletta assai varia e per la grinta dei componenti. Da notare sia la sopracitata estensione vocale di Deris (che ha rispecchiato le altissime aspettative), sia la sua presenza scenica, qualità questa riscontrabile in tutti i componenti del gruppo ma in particolar modo in Loeble che, seppur forzatamente confinato in un'unica parte del palco, ha saputo farsi notare, ed in Michael Weikath, mai esagerato, dallo sguardo glaciale e dotato di un vero appeal da esperto musicista. Possiamo quindi affermare che tirando le somme il concerto si sia rivelato un'ottima performance, sia da parte del sorprendente e vitalissimo gruppo spalla dei Trick or Treat, sia da parte dei padroni di casa, gli Helloween. Leggerissima nota di demerito per gli Stratovarius, che comunque si sono fatti valere.

Pubblicato in: 
GN36 Anno III 24 gennaio 2011
Scheda
Titolo completo: 

Helloween, Stratovarius, Trick or Treat

7 Sinners World Tour 2010/11

Roma - Atlantico Live, 19 gennaio 2011

Setlist

Helloween

1. Are You Metal?

2. Eagle Fly Free

3. March of Time

4. Guitar Solo

5. Where the Sinners Go

6. World of Fantasy

7. Drum Solo

8. I'm Alive

9. Forever and One (Neverland)

10. A Handful of Pain

11. Keeper of the Seven Keys / The King for a 1000 Years / Halloween

12. I Want Out

Encore:

13. Ride the Sky

14. Future World

Encore 2:

15. Dr. Stein

Stratovarius

1. Hunting High and Low

2. Speed of Light

3. Stratosphere

4. Twilight Symphony

5. Phoenix

6. Bass Solo

7. Guitar Solo

8. The Kiss of Judas

9. Forever

10. Paradise

11. Black Diamond

Trick or Treat

1. Evil Needs Candy Too

2. Time for Us All

3. Loser Song

4. Girls Just Want To Have Fun (Cyndi Lauper's cover)

5. Paper Dragon

6. Like Donald Duck

7. Medley

Anno: 
2011
Voto: 
8.5