L'Opera di Roma ha aperto le sue kermesse estive della lirica negli spazi archeologici delle Terme di Caracalla con uno scenario nello scenario, una sorta di "mise en abyme" che, partendo dal calidarium giunge al frigidarium di Fuksas. Le scenografie di Massimiliano e Doriana Fuksas sono la cornice di "ghiaccio" architettonico a questa Turandot che celebra il compianto Giacomo Puccini nel centenario della sua dipartita (29 novembre 1924). La prima del 16 luglio - con repliche fino al 10 agosto - è stato un viaggio diretto sul podio da Donato Renzetti e con la regia di Francesco Micheli.
In uscita nelle sale il 25 luglio, Here After - L'Aldilà, vede il regista e produttore Robert Salerno (noto per film come Smile e Fade Out) alle prese con la storia di Robin (Freya Hannan-Mills), una talentuosa pianista adolescente che sopravvive miracolosamente a un'esperienza di pre-morte. Dopo questo evento, Robin inizia a mostrare comportamenti inquietanti e pericolosi. La madre, Claire (Connie Britton), preoccupata per il cambiamento radicale della figlia, è costretta a confrontarsi con un segreto doloroso del passato.
A partire da ieri 10 luglio e fino al primo ottobre 2024, romani e turisti potranno passeggiare fra le opere scultoree di Fernando Botero: dalla Terrazza del Pincio a Via del Corso, passando per Piazza del Popolo, Piazza San Lorenzo in Lucina, Piazza San Silvestro e Trinità dei Monti (a Piazza Mignanelli), si incontreranno le sontuose forme dello scultore colombiano innamorato della penisola italiana, ed in particolare di Pietrasanta sul litorale toscano. La mostra diffusa dal titolo “Botero a Roma”, a cura di Lina Botero, è realizzata dalla Fernando Botero Foundation in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, BAM Eventi d’arte e Il Cigno Arte.
Il Premio Roma Danza 2024, giunto alla sua XXII edizione è del tutto internazionale, e lo ha ben dimostrato quest'anno con un contigente massivo di rappresentanti dalla Cina. Con un Presidente di Giuria teutonico, Tobias Ehinger direttore generale del Theater Dortmund, ed il resto dei componenti, anche italiani all'estero, hanno presentato i vincitori il 19 luglio scorso sula terrazza dell'Aventino con vista sul Circo Massimo dell’Accademia Nazionale di Danza.
Tra i vari interessanti eventi proposti nel programma dei Giardini dell'Accademia Filarmonica Romana, uno spazio è stato dedicato alla presentazione di libri nella Sala Casella. Il 27 giugno è stato presentato Vivaldi secondo Vivaldi. Dentro i suoi manoscritti di Federico Maria Sardelli edito da Il Saggiatore, con l’autore e Michele dall’Ongaro, autore della prefazione.
Knight of Cups. Lacerti di sogno
Articolo di:
Livia Bidoli
Il Pilgrim's Progressovvero il viaggio o evoluzione del pellegrino che è Everyman, dalla “città della distruzione”, Los Angeles in questo caso nel film di Terence Malick, fino agli “spazi celesti”, che però non si vedranno del tutto, appunto come in un sogno, è il focus catartico di questo film: il ritorno di Malick alla pellicola dopo To The Wonder del 2012. Con un cast che annovera Christian Bale (che nel suo nome di battesimo conserva quello del protagonista del Pilgrim's Progress scritto nel 1678 da John Bunyan) e Cate Blanchett, ma anche Natalie Portman e Imogen Poots e molte altre “arcane” donne che lo attraggono e gli svelano qualscosa dell'”invisibile” intorno a cui si svolge la sua personale ricerca.
Certamente, per chi non sa nulla di letteratura e anche di musica – quella “colta” in questo caso, si intende – questo racconto filmico risulterà ancora più frammentario di quanto non risulti alla critica “educated”, perché di certo è difficile riesumare, tra i lacerti di “sogno o son desto?” del nostro Rick (Christian Bale), una trama narrativa che abbia una sua logica. Piuttosto sembra riapprodare al punto di partenza con quelle foto di infinito curate da Emmanuel Lubezki, che descrivono paesaggi lunari nel mezzo del deserto intorno a Las Vegas. Le città del delirio (ricordiamo il film dedicato da Terry Gilliam Paura e delirio a Las Vegas del 1998) ci sono entrambe: Los Angeles e Las Vegas, due falsate percezioni che si rincorrono per tutto il film inseguendo Rick nel suo percorso assonnato e alterato, quasi in uno stato ipnagogico perenne dovuto non solo alle sostanze stupefacenti come la kalamina, ma al suo stesso viaggio, che ondeggia come una farfalla e torna indietro come un gambero.
La musica, che non è commento ma addirittura iato tra un sogno e l'altro, suggerisce lo stesso rituale del viaggio: la ricerca è la stessa di Peer Gynt come nella suite di Edvard Grieg, e la perdita, con il brano struggente della Morte di Aase, è il suo contraltare obbligato. Dal fidato Hanan Townshend, al Pilgrim's Progress di Vaughan Williams, attraverso il mistico estone Arvo Pärt e il maestoso polacco Wojciech Kilar con Exodus, fino alla terza sinfonia di Henryk Górecki, solo citandone alcune, l'intera colonna sonora meriterebbe un approfondito articolo a parte.
A proposito del titolo, riferito all'Arcano minore del Cavaliere di coppe, è perfettamente assimilabile al nostro protagonista Rick, nella perpetua ricerca della sua realizzazione; generosamente dotato di grazie e intelligenza, in quel viatico che ancora non giunge da nessuna parte, sebbene il suo rigoglìo sia pieno. In attesa del suo prossimo film Voyage in Time, con due narratori d'eccezione, Brad Pitt e Cate Blanchett, ci sintonizziamo su queste musiche, frammenti di sogno.