Il maestro Grosso tra Torino e Cambiano

Articolo di: 
Elena Romanello
Grosso

A Torino è di nuovo in scena uno dei Maestri dell’Ottocento dell’Accademia albertina, con un tributo a Giacomo Grosso, diviso in quattro sedi e cioè il Palazzo Comunale di Cambiano, la Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto a Torino dal 28 settembre al 7 gennaio e Palazzo Madama a Torino fino al 23 ottobre.

L’esposizione, curata dallo studioso Angelo Mistrangelo, presenta un centinaio di opere che documentano le varie fasi dell’attività pittorica dell’artista, sui suoi anni d’insegnamento all’Accademia e sulla sua partecipazione ai grandi eventi internazionali.
Giacomo Grosso (Cambiano 1860 - Torino 1938) è stato infatti uno dei pittori piemontesi più conosciuti e amati nel periodo a cavallo tra Otto e Novecento, oltre che senatore del Regno d’Italia.
Il percorso espositivo testimonia un ampio lavoro di ricerca presso vari enti, con la raccolta di testimonianze anche inedite, provenienti anche da collezioni private.

Le opere esposte, oltre che da collezioni privati, provengono da Musei e Fondazioni, come la GAM e il Museo della Montagna di Torino, Palazzo Vittone di Pinerolo, la Galleria d’Arte Moderna di Roma e le raccolte Frugone di Genova Nervi.

Il percorso della mostra parte idealmente dalla Sala del Consiglio del Palazzo Comunale di Cambiano, dove si parla della vita personale dell’artista, tra opere e documenti. Alla Pinacoteca Albertina è di scena invece il lavoro di Grosso come docente, con paesaggi e vedute urbane, bozzetti inediti, nature morte, composizioni floreali, ritratti e nudi femminili, con opere come La nuda del 1896, proveniente dalla GAM di Torino, i ritratti di Umberto I, della Regina Elena e di Vittorio Emanuele III di Savoia.

Al Museo Accorsi-Ometto invece si parla dell’attività di Grosso come ritrattista, con personalità della cultura e affascinanti signore dell’aristocrazia e dell’alta borghesia, con opere quali Lidia Bass Kuster (1903), Luisa Chessa (1903), Daisy de Robilant Francesetti di Malgrà (1897), La Contessa Gallo (1918), Eleonora Guglielminetti Vigliardi Paravia, affiancati da una serie di accessori d’abbigliamento, come cappelli, ventagli di piume di struzzo, scarpe da sera, provenienti dalle collezioni del Liceo Artistico Aldo Passoni di Torino e da due abiti, delle collezioni della Sartoria Devalle, che ricreano la suggestione delle «toilettes» delle dame ritratte dal Maestro.

Infine, nella Corte Medievale di Palazzo Madama è conservata l’imponente «Cornice d’alcova» di Giacomo Grosso, una cornice, scolpita e dorata, presente in numerosi suoi quadri. Durante la mostra, al suo interno, verrà collocata – fino al 23 ottobre - una tela dell’artista, la Ninfea (1907), esposta, nello stesso anno, alla Biennale Internazionale di Venezia. 

Pubblicato in: 
GN49 Anno IX 20 ottobre 2017
Scheda
Titolo completo: 

Il maestro Grosso tra Torino e Cambiano

Per informazioni su apertura e accesso alle singole sezioni della mostra contattare: il Museo Accorsi - Ometto: 011 837 688 int. 3 – info@fondazioneaccorsi-ometto.it, la Pinacoteca Albertina: 011 089 73 70 – comunicazione@accademialbertina.torino.it, Palazzo Madama: 011 443 35 01 – palazzomadama@fondazionetorinomusei.it, il Comune di Cambiano: 011 944 01 05 int. 6 – info@comune.cambiano.to.it

Anno: 
2017