La mente di Leonardo ovvero l'antropometria del Volo

Articolo di: 
Livia Bidoli
Ornitottero

La mente di Leonardo, fino al 30 agosto 2009 al Museo Nazionale del Palazzo di Venezia a Roma, è una scoperta continua di come la gnosi leonardesca fosse una specie di sfera aperta a tutte le prospettive, dinamica quanto la natura e la struttura dei suoi moti.

I moti in cui Leonardo trovò le simmetrie che va dipanando attraverso i suoi scritti, i quaderni, i grafici, gli appunti (molti conservati a Windsor in Inghilterra) partono dall’uomo: da quell’Uomo di Vitruvio come prospettiva del sapere universale che si riflette nelle linee architettoniche che lo attraversano e lo rendono reale, ed ubiquabile su questa terra secondo le regole dell’antropometria, la misurazione del corpo umano.

Una Terra sulla quale l’acqua detiene una maiestas già ai suoi occhi: ”Il vetturale della natura”, la chiama, ovvero responsabile dei mutamenti sulla Terra. E l’aria? Quanta parte ha avuto nei suoi studi sulle macchine volanti e prima ancora sui suoi moti, e allora compare l’anemometro, il misuratore della potenza dei venti e dell’aria, connesso ovviamente al volo degli uccelli tanto studiati nel Codex Atlanticus; oppure l’igrometro, per misurare la qualità o grossezza dell’aria.

Non dimentichiamo la potenza di questi elementi naturali che nelle loro manifestazioni più perigliose per l’uomo hanno affascinato Leonardo ed il suo iracondo (a dir suo nei disegni dei moti dell’animo) carattere leonino. Cascate, terremoti, tempeste, quanto di più sublime per un animo rinascimentale ma già romantico nella sua rivoluzione interiore, e così visibile nella sua pittura.

Anticipò Lombroso coi suoi studi sulla fisiognomica e sul volto con le sue espressioni emotive, ne vediamo un esempio con il Cenacolo di Cristo e l’analisi e la comparazione tra Giovanni (mite) e Pietro (iracondo), anche confrontandolo con le ultime cene di film come Viridiana (Spagna, 1961) di Luis Buñuel, e Mamma Roma (Italia, 1962) di Pier Paolo Pasolini. Sulla scia di questo raffronto si instaura una vicinanza figurativa tra la complessione psicosomatica e fisiognomica dei colori del corpo e le espressioni del volto di animali e uomini: in particolare quelli del leone e del cavallo con uomini dall’espressione feroce o irata.

L’orologio planetario e funzionante di Chiaravalle, con i pianeti raffigurati nel quadrante ed i segni zodiacali nel classico cerchio, dal Codex Atlanticus, si trova vicino al modello antico del leone meccanico, riprodotto in una versione attivabile dal visitatore a cura di Luca Garai insieme ai Laboratori Fiorentini, con cui sono stati ricostruiti anche altri modelli della mostra.

Tutti i moti che classifica Leonardo, qualsiasi sia la loro origine, sono rivolti alla scoperta di similitudini e di apparati comparabili tra uomo e animale, come il fantastico Ornitottero (dal Codice del volo degli uccelli), esemplare di essere con il corpo umano, ali da vampiro e piedi palmati ed artigliati (in foto); oppure tra  organismo umano e sistemi meccanici, come il feto paragonato a un meccanismo a ruota; l’idea poi che il moto perpetuo sia possibile, un movimento continuo senza applicazione di energia, è alla base delle sue ricerche quanto l’idea della forme perfette rinascimentali, il cerchio ed il quadrato, insieme alla ricerca delle simmetrie e dei moti armonici.

Seguono, ai grandi studi sugli uccelli e alle macchine volanti (presenti nel museo dei modelli), gli esperimenti di ottica, sui colori, sulle ombre, sulla mutazione dei paesaggi nelle distanze e con l’interposizione di aria tra l’occhio e l’oggetto in prospettiva, quando divengono più piccoli, più chiari e più azzurri.

La camera oscura e gli studi sull’occhio ed il doppio ribaltamento delle immagini ed infine la pittura, la signora delle arti nel suo speculum, basata sulla prospettiva, superiore alla scultura, e con l’occhio direttamente collegato all’anima. Ed ecco comparire gli unici due dipinti in mostra della bottega di Leonardo, entrambi sul tema di Leda e il cigno (1500-1510 – in prestito l’uno dagli Uffizi di Firenze e l’altro dalla Galleria Borghese di Roma): la storia d’amore con Zeus-cigno dalla cui copula nacquero i gemelli Castore e Polluce, ed Elena e Clitemnestra.

Pubblicato in: 
GN 19/20 5 agosto 4 settembre 2009
Scheda
Titolo completo: 

La mente di Leonardo
Nel laboratorio del Genio Universale

Roma, Palazzo Venezia
1 maggio 2009 - 30 agosto 2009

Palazzo di Venezia
Via del Plebiscito, 118
00184 - Roma (Piazza Venezia)

La mostra è aperta
Dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00
(la biglietteria chiude alle 18.00)

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