Nuovi Uffizi. La gran collezione di Ferdinando de' Medici

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Massimiliano Soldani Benzi, Allegorie delle Stagioni, L'Inverno, Venere e Marte nella fucina di Vulcano

In occasione del terzo centenario della morte del Gran Principe Ferdinando de’ Medici, l’erede al trono toscano, figlio del granduca Cosimo III e di Margherita Luisa d’Orléans è stata allestita una mostra a lui dedicata Il Gran Principe Ferdinando de' Medici (1663-1713) collezionista e mecenate. L'esposizione, curata da Riccardo Spinelli, aperta il 26 giugno 2013 e prorogata al 6 gennaio 2014, è ospitata nella nuova parte degli Uffizi al primo piano dell'edificio vasariano.

Gli Uffizi si stanno, infatti progressivamente estendendo al primo piano, dove prima c'era l'Archivio di Stato, trasferito in altra sede, per prime sono state aperte il 17 dicembre 2011 le Sale blu degli Stranieri, mentre in quelle successive, aperte nel giugno 2012, al bianco e al grigio si aggiunge il rosso cremisi, in omaggio ai Medici. Dalla prima sala, adiacente alla Loggia dei Lanzi, allestita con marmi ellenistici si passa a quelle dedicate alla pittura della ‘maniera moderna’ con opere di Andrea Del Sarto, Rosso Fiorentino, Pontormo, Bronzino e Raffaello.

Nel giugno 2013 si sono aggiunte altre sei nuove sale, dopo la, benvenuta e necessaria, area di sosta, a cui segue l’ampio spazio dedicato ai dipinti di Raffaello. Le nuove sei sale ospitano le opere di artisti attivi a Roma nella prima metà del Cinquecento (sala n. 68), di Correggio (n. 71), di Parmigianino (n. 74), di Giorgione e Sebastiano del Piombo (n. 75), di Tiziano (n. 83), di pittori lombardi quali Moroni, Lotto, Savoldo (n. 88).

Oltre alla successione lineare di queste sale, ne sono state aperte altre attigue, dove sono esposte opere di Vasari, Allori e altri, e quelle dedicate a mostre  temporanee come quella dedicata al Gran Principe Ferdinando de’ Medici. L'apertura di queste nuove sale, che abbiamo visitato, permette una migliore fruizione dei capolavori esposti agli Uffizi, inoltre il maggiore spazio espositivo consente di vedere e apprezzare altre opere di autori di grande interesse  che non potevano essere viste, o perché in magazzino o perché, messe in una posizione non ideale, si notavano appena.

Quando i lavori saranno portati a compimento una visita completa degli Uffizi, in più tappe, si renderà necessaria per valutare la nuova disposizione delle opere esposte. Ci chiediamo da molto tempo se non sia  possibile consentire ai visitatori, che vogliono e possono farlo, un modo di poter visitare a tappe un museo così vasto e così ricco come gli Uffizi.

Questa ampia parentesi dedicata al contenitore della mostra non è un'inutile digressione in quanto è alla passione e al talento di collezionista del Gran Principe Ferdinando de’ Medici che si devono molte delle opere d'arte delle collezioni fiorentine. L'esposizione a lui dedicata e i lavori dei nuovi Uffizi sono legati dalla visione della missione pedagogica del museo pubblico, come spiega Antonio Natali direttore della Galleria degli Uffizi, nella sua argomentata, acuta e appassionata introduzione al catalogo della mostra.

Il catalogo, edito da Giunti, è una guida affascinante e molto accurata per chi voglia approfondire tutti i molteplici aspetti della poliedrica personalità di Ferdinando de’ Medici. Missione pedagogica quanto mai opportuna per guidare il pubblico che affolla le città d'arte, troppo spesso privo di quella necessaria base di orientamento nella storia dell'arte che la scuola non fornisce, a causa della cecità di una classe politica che si riempie la bocca di roboanti parole sul patrimonio artistico italiano, senza tutelarlo né preparare le nuove generazioni ad averne una visione consapevole.

Tornando a Ferdinando de’ Medici, morì di malattia il 31 ottobre 1713 prima poter succedere al padre, come principe ereditario ebbe molto tempo a disposizione per poter coltivare i suoi molteplici interessi che spaziavano dalla musica, alle arti figurative, al teatro. La mostra mette in luce un periodo poco conosciuto quello degli ultimi esponenti della dinastia dei Medici. A questo proposito citiamo il giudizio che di lui diede Francis Haskell in Mecenati e pittori:”La più importante figura di questo strano interregno dell'arte italiana, durante il quale sembrava essersi smarrito ogni preciso orientamento , fu, appropriatamente un Medici (..) Nel Gran Principe Ferdinando (…) si può osservare con maggiore chiarezza che in qualsiasi personaggio il passaggio dai gusti secenteschi a quelli settecenteschi, e questo solo fatto sarebbe sufficiente a renderlo degno dello studio più attento”.

Le sezioni in cui la mostra è articolata permettono di conoscerlo nei suoi diversi aspetti a cominciare dai suoi ritratti e dalla sua dalla formazione, si possono vedere i ritratti di alcuni suoi maestri:di Vincenzo Viviani alievo di Galilei, di Francesco Redi archiatra mediceo e scienziato, ritratti da Pietro Dandini e di Lorenzo Magalotti, scienziato e letterato. In questa parte sono collocate opere legate alla grande passione per la musica nutrita dal principe. Ferdinando stesso aveva una solida formazione teorica e sapeva suonava gli strumenti ad arco e il clavicembalo.

La sua passione musicale è testimoniata delle tele di uno dei suoi pittori preferiti Anton Domenico Gabbiani, in una delle quali il principe è ritratto con i musicisti. Grande appassionato organizzava gli spettacoli della stagione musicale nella villa di Pratolino, aveva contatti con i grandi musicisti dell'epoca come Alessandro Scarlatti e Bernardo Pasquini, collezionava strumenti tra cui i quattro fatti espressamente per lui da Stradivari, il fortepiano appena creato da Bartolomeo Cristofori, invitato apposta a Firenze e spartiti anche di autori antichi in totale controtendenza con quell'epoca dominata dalla spasmodica ricerca della novità.

Segue la parte dedicata la prima fase del collezionismo orientato all'inizio verso i fiorentini o naturalizzati tali  tra cui Carlo Dolci o Livio Mehus molto amato da Ferdinando per il colore pastoso e le atmosfere vicine alla pittura veneta come la Scena di sacrificio o Agar e l'angelo. All'importantissimo viaggio fatto a Venezia, è dedicata un'altra sezione, il giovane principe poté andarci in cambio del suo consenso al matrimonio con Violante Beatrice di Baviera. A Venezia trovò spettacoli musicali e teatrali che lo affascinarono ma scoprì anche la grande scuola veneta.

Altro aspetto trattato sono i lavori di rinnovamento degli appartamenti a Pitti per ospitare la giovane coppia sposi, seguiti e indirizzati dal gusto del principe, di cui sono esposti alcuni disegni. Sempre a Pitti si rinnovarono i Regi mezzanini che ospitarono la collezione d'arte di Ferdinando, furono decorati su progetto di Giovanni Battista Foggini, di cui esposto uno splendido modello in cera della Caduta dei giganti fulminati da Giove, da Gabbiani, di cui sono esposti alcuni disegni preparatori, e da Jacopo Chiavistelli.  Una sezione è dedicata ai festeggiamenti per il matrimonio che compresero anche la rappresentazione de Il greco in  Troia alla teatro della Pergola a Firenze.

Di grande fascino è anche la sezione dedicata all'interesse del principe per la scultura del '600 fiorentino con opere di: Giuseppe Piamontini, di cui è esposto il delizioso bronzo Satiro con capretto sulle spalle, Giovan Battista Foggini, architetto e scultore, suo un altro raffinato bronzo Mercurio e Argo  e Massimiliano Soldani Benzi di cui sono in mostra le splendide terracotte preparatorie delle Allegorie delle stagioni. Furono realizzate poi in bronzo e donate da Ferdinando a suo cognato, a sua volta collezionista di opere d'arte.

Sicuramente l'aspetto che più lo lega ai musei fiorentini è la metodica e formidabile campagna di acquisti delle pale d'altare raccolte a caro prezzo da chiese e conventi tra queste citiamo: la ‘Madonna dal collo lungo‘ del Parmigianino, la ‘Madonna delle arpie’ di Andrea del Sarto, la ‘Pala Farnese’ di Annibale Carracci, la ‘Visione di Margherita da Cortona’ – queste ultime due in prestito della Galleria Palatina di Pitti – la ‘Pala Dei’ di Raffaello, il ‘Martirio di Santa Caterina’ di Riminaldi, la ‘Discesa di Cristo dalla croce’ di Cigoli. Le opere venivano anche restaurate e dotate di strepitose cornici realizzate dagli intagliatori quali il Gonnelli e il Magni.

Sempre riguardo alla pittura è testimoniato l'interesse per la natura morta, la sua predilezione andò  a Bartolomeo Bimbi grande artista locale, ma era anche interessato a quelli esteri, grazie alla  rete di consulenti, procacciatori, esperti, tramite i quali cui i principe cercava le opere, ottenne quelle di alcuni artisti come Giuseppe Recco, Munari, Fardella, Crespi, Campidoglio. In mostra c'è anche la ricostruzione dello stupefacente Gabinetto di opere in piccolo nella villa di Poggio a Caiano, in cui erano raccolte, le opere pittoriche di ridotte e determinate dimensioni, un altro aspetto del raffinato gusto per la pittura di Ferdinando. Sempre di Poggio a Caiano sono testimoniati anche gli interventi di rinnovamento delle decorazioni della villa , che precedettero la realizzazione del Gabinetto.

L'attiva rete di cui il principe si serviva e di cui fecero parte tra gli altri artisti, non toscani scoperti in età matura dal principe come  Niccolò Cassana e Sebastiano Ricci, servì per l'ampliamento degli interessi di Ferdinando alle altre scuole di pittura italiane e tramite anche il cognato anche quelle straniere. In questa sezione oltre alle opere del Cassana, di Sebastiano e Marco Ricci, ci sono quelle di Giuseppe Maria Crespi molto amato dal principe anche per la vivacità delle scene di soggetto scherzoso.

L'esposizione si conclude con la parte dedicata agli anni in cui a causa della malattia, la sifilide, l'attività e le capacità di Ferdinando ebbero un progressivo declino che lo portò ad una prematura morte. La mostra  è avvincente e molto godibile, grazie al funzionale allestimento, in quanto è dedicata a un periodo meno conosciuto di quelli per cui è celebre Firenze ma che può riservare inaspettati spunti di interesse e di fascino.

Pubblicato in: 
GN3 Anno VI 19 novembre 2013
Scheda
Titolo completo: 

Il Gran Principe Ferdinando de' Medici (1663-1713) collezionista e mecenate
Galleria degli Uffizi
- Firenze

PERIODO DELLA MOSTRA
26 giugno – 3 novembre 2013, prorogata al 6 gennaio 2014
CATALOGO a cura di Riccardo Spinelli Giunti Editore pp. 432, € 40.00
DIREZIONE DELLA MOSTRA
Antonio Natali
Direttore della Galleria degli Uffizi
IDEAZIONE E CURATELA DELLA MOSTRA
Riccardo Spinelli
COMITATO SCIENTIFICO
Cristina Acidini, Franco Angiolini, Alessandra Baroni, Sandro Bellesi, Valentina Conticelli, Francesca de Luca, Antonio Natali, Franco Paliaga, Gabriele Rossi Rognoni, Riccardo Spinelli, Maria Letizia Strocchi
SEGRETERIA SCIENTIFICA
Marica Guccini
ENTI PROMOTORI
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della ToscanaSoprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
Galleria degli Uffizi
Firenze Musei
Ente Cassa di Risparmio di Firenze
PRODUZIONE E GESTIONE DELLA MOSTRA
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group
PROGETTO DELL’ALLESTIMENTO
Antonio Godoli
Nicola Santini, Pierpaolo Taddei (Avatar-architettura), con Lucia Guarino e Lily Kani
REALIZZAZIONE DELL’ALLESTIMENTO
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group
GRAFICA
Anna Bolla e Alice Ventura con Maggie Ciantra
COMUNICAZIONE A CURA DI
Opera Laboratori Fiorentini – Civita Group
Sito web: www.unannoadarte.it