Pienza. Cinemaddosso i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Costumi di Piero Tosi per Toby Dammit di Fellini

Per festeggiare i settant’anni dalla fondazione di Annamode l’omonima Fondazione e la Fondazione Museo Nazionale del Cinema hanno prodotto la mostra Cinemaddosso i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood a cura di Elisabetta Bruscolini. L’esposizione, presentata prima a Torino, ora sarà a Pienza e Monticchiello fino al 15 novembre, in omaggio alle origini toscane di Anna e Teresa Allegri, nate a Pistoia.

Nel 1946 Anna fondò a Roma, dove si era trasferita, la casa di moda per signore dell’aristocrazia e dell’alta borghesia. Un altro toscano, il giovane Piero Tosi, nel 1951 le propose di realizzare i costumi per il film Bellissima di Visconti, protagonista Anna Magnani, fu l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione per la realizzazione dei costumi per cinema, teatro e opera. Successivamente la costumista Maria De Matteis, cliente dell’atelier, chiese ad Anna e a Teresa, che si era affiancata alla sorella a metà degli anni’50, la realizzazione di alcuni costumi per la versione hollywoodiana di Guerra e pace (1956) regia di King Vidor con un cast di stelle: Audrey Hepburn, Natasâ, Henry Fonda. Pierre, Mel Ferrer, il principe Andrej, Vittorio Gasmann, Anatol’ Kuragin. Teresa l’affiancò in questa fase in cui la doppia attività era diventata troppo impegnativa per una persona sola, Anna continuò ad occuparsi delll’Atelier di moda, mentre Teresa si dedicò ai costumi per il cinema, per lo spettacolo televisivo – Canzonissima – per il teatro e per le fiction televisive.

In seguito quest’ultima attività divenne l’unica e l’atelier fu chiuso, nel 2010 Teresa creò la Fondazione. La Fondazione Annamode è stata costituita con lo scopo di diffondere la cultura della moda e del costume, dell’alto artigianato e del Made in Italy. “Un’occasione di salvaguardia di quella tradizione italiana che, nel giro di un secolo, ha conquistato lo scenario mondiale su diversi fronti produttivi e culturali, unita alla volontà di stimolare e creare linfa vitale per l'innovazione creativa e tecnologica nell’ambito della Moda, del Costume, dell‟Arte e, più in generale, della Cultura.” Queste le parole di Simone Bessi, Presidente della Fondazione e nipote della fondatrice, sul sito della Fondazione. La Fondazione ha una collezione di costumi prodotti e di abiti d’epoca da metà del 1700 ad oggi.

La curatrice Elisabetta Bruscolini ha scelto di dividere i costumi basandosi sulle diverse ambientazioni, non a seconda dell’autore dei costumi ma per temi. Vogliamo fare una premessa basata sulla nostra esperienza è meglio, a nostro avviso, cominciare la visita dal Conservatorio San Carlo a Pienza dove in una sala, in cui si può stare comodamente seduti, sono proiettati diversi filmati che parlano della storia e delle diverse attività di Annamode per poi spostarsi a Palazzo Piccolomini. Sono proiettati anche due filmati proposti a Palazzo Piccolomini riguardanti la vestizione di un cavaliere medioevale e una dama ottocentesca. Sono di grande interesse perché sono la dimostrazione della cura e della professionalità necessaria per la realizzazione dei costumi d’epoca, di quello che si vede e soprattutto di quello che non si vede. Alla base c’è il grande studio storico su cui si basa il lavoro del costumista che poi, a seconda delle esigenze del soggetto e della regia, può essere più o meno fedele alla realtà storica. Di sicuro lo spettatore non si rende conto della quantità e del peso dei “sottabiti” che poi l’attore deve indossare con disinvoltura nelle più diverse situazioni. Piero Tosi, che sosteneva che l’abito già delinea il personaggio, affermava che la scelta del costumista è il primo grande atto di regia, per cui la scelta di chi realizzerà i costumi è decisiva per ottenere il miglior risultato.

Come abbiamo accennato la mostra ha tre sedi, la prima è il rinascimentale e splendido Palazzo Piccolomini dove al piano terreno inizia il percorso per temi, in ogni sezione ci sono anche brevi filmati che riguardano i costumi in esposizione. La prima sala guerrieri e pulzelle è dedicata a al medioevo, per lo più reinventato, Robin Hood e i Vikings, o fantastico King Arthur anche se c’è un guerriero del ‘500 da Il mestiere delle armi di Olmi, in cui il protagonista è Giovanni dalle Bande Nere. Di grande interesse la scelta dei materiali e la loro lavorazione artigianale i tessuti - panno, lino, seta velluto -  più vicini a quelli dell’epoca e tinti a mano con pigmenti naturali come la porpora. Si usano molto pelli e pellicce, lavorate in modo compatibile con l’epoca scelta, e metalli, scegliendo per le cotte di maglia leghe più leggere di quelle che si trovano nei musei. Questo però non basta perché è necessario che tutti i costumi siano più o meno invecchiati per dare l’impressione che siano già stati molto usati, soprattutto riguardo ai vestiti di lavoro o dei combattenti.

Nella sezione dame e cavalieri è protagonista l’Ottocento dall’epoca napoleonica, presente anche con i costumi ideati da Maria de Matteis per Guerra e pace, e lo splendido vestito di metà ‘800 di taffettas bordeaux cangiante nero con pizzo nero con ricamo di perline, canutiglia e paillettes, indossato da Virna Lisi ne Il sangue e la rosa, una fiction televisiva diretta da Salvatore Samperi. La sala successiva ha come protagonisti cortigiani e principesse con un’animazione tratta dal diorama teatrale Praesentation eines schönen Spasier Gang mit einer Fontaine (Un loggiato con fontana), disegno di Jeremias Wachsmuht, acquaforte colorata a mano, Martin Engelbrecht, Augsburg, prima metà XVIII sec. Principesse come Marie Antoinette, c’è il suntuoso abito á plis Watteau creato per l’omonimo film di Sofia Coppola da Milena Canonero, che già premio Oscar per i costumi del settecentesco Barry Lindon di Stanley Kubrick, vinse un altro Oscar per questo film. Nella sezione artisti, muse e mecenati sono presenti i costumi per i personaggi dei libri di storia da quelli per il recente Caravaggio televisivo con i raffinati costumi di Lia Francesca Morandini a quelli per La primavera di Michelangelo di Maurizio Monteverde. C’è anche un costume disegnato da Sylvano Bussotti, compositore e artista, che ha come modello il ritratto di Eleonora di Toledo di Bronzino.

Spostandosi al Conservatorio San Carlo la sala più affascinante è quella dell’omaggio a Fellini e Piero Tosi, dedicata ai costumi per la sfilata di modelli sul bordo di una piscina del Toby Dammit di Federico Fellini. Toby Dammit è uno dei tre episodi di Tre passi nel delirio (Histoires extraordinaries) una libera rivisitazione dei racconti di Edgar Allan Poe, gli altri episodi sono Metzengerstein con la regia di Roger Vadim e William Wilson con quella di Louis Malle. In questa occasione Fellini chiese a Piero Tosi:” Pierino mi fai un vestito che si accende come un fiammifero?”. La geniale soluzione, in cui si uniscono creatività e artigianato, trovata da Tosi insieme a Teresa Allegri compete con le creazioni di Paco Rabanne, era il 1968: due teli di plastica di cui su quello inferiore sono attaccate le paillettes, teli che coprono gli abiti in tulle e la calzamaglia in lycra, ricamati con paillettes. Con le luci e la fotografia di Giuseppe Rotunno, Fellini ottenne quell’atmosfera onirica e inquietante che voleva.

Ci sono anche sezioni dedicate a signore e signori e alle donne fatali di queste ultime ricordiamo lo splendido abito ideato da Marcel Escoffier per Paulette Goddard per Gli Indiffernti di Francesco Maselli quelli creati da Tosi e Alberto Verso per Charlotte Rampling in Il portiere di notte di Liliana Cavani. Nella suggestiva ambientazione del museo del TEPOTRATOS (Teatro povero di Monticchiello) a Monticchiello è stata collocata la sezione dedicata a streghe vampirie altri mutanti, ci sono le maschere di animali, i costumi per Dracula 3D, Agadah, La luna nera, The Witcher (La strega). I costumi suggestivi ricreano mondi lontani e fantastici pur ispirandosi a diverse epoche. La curatrice,Elisabetta Bruscolini, ha detto di avere scelto costumi di film e fiction recenti in modo da poter interessare anche il pubblico più giovane, in ogni caso è una mostra divertente, affascinante e ben allestita per un pubblico di ogni età. Per chi è interessato all’argomento suggeriamo il catalogo a cura di Elisabetta Bruscolini.

Pubblicato in: 
GN34 Anno XIII 30 giugno 2021
Scheda
Titolo completo: 

Cinemaddosso i costumi di Annamode da Cinecittà a Hollywood
Pienza - Palazzo Piccolomini – Conservatorio San Carlo – Palazzo Borgia
Monticchiello - Museo del TEPOTRATOS
19 giugno – 15 novembre 2021
Palazzo Piccolomini
PREZZI
€ 7,00 Intero
€ 5,00 Ridotto (Gruppi min. 15 – max 40 persone)
€ 3,50 Ridotto Scuole
Gratuito (Bambini fino a 5 anni, persone diversamente abili con accompagnatore)
Orario Dal lunedì alla domenica 11- 18