La sorgente dell'amore. Mihaileanu omaggia Scheherazade e le donne

Articolo di: 
Elena Romanello
La sorgente dell'amore

In Train de vie restituiva con non poche risate ma con un groppo finale il dramma della Shoah, mentre ne Il concerto coniugava le tragedie dei totalitarismi all'amore per la musica: ora Radu Mihaileanu si confronta ne La sorgente dell'amore con il ruolo della donna nel mondo islamico, basandosi su un fatto vero accaduto alcuni anni fa in una zona rurale della Turchia e rileggendo la commedia di Lisistrata e del suo sciopero dell'amore per far cambiare gli uomini.

In un luogo situato tra Maghreb (dove sono avvenute le riprese) e la penisola arabica, c'è un villaggio che ai turisti sembra tanto bello e pittoresco, ma dove le donne, per prendere l'acqua che serve per la loro vita quotidiana, sono costrette a fare uno sconnesso sentiero di montagna per raggiungere una fontana, cadendo regolarmente e perdendo spesso i bambini che hanno in grembo. Leila, la giovane e adorata moglie del progressista maestro del villaggio, lancia l'idea dello sciopero dell'amore finché gli uomini non faranno in modo che l'acqua arrivi nel paese, usando i soldi del turismo e uscendo da un'impasse in cui la siccità e la disoccupazione hanno avuto il loro ruolo e hanno inaridito i cuori.

Tra tragedia e commedia, fiaba e sensualità, impegno civile e canti, Mihaileanu parla di donne e amore, di come l'integralismo che oggi sembra essere il volto prevalente della cultura islamica sia in realtà un'invenzione recente, di violenze familiari presenti in tutto il mondo, delle condizioni arcaiche di vita che non impediscono la gioia e la voglia di vivere, ma anche di rispetto e collaborazione, e di come l'altra metà del cielo possa essere fondamentale a risollevare una società sclerotizzata, in cui la crisi economica attuale ha esasperato i conflitti e distrutto ogni voglia di miglioramento.

Forse a tratti i numeri cantati dalle donne, sorta di visione attualizzata del coro delle commedie e tragedie greche, sono un po' ridondanti, anche se scandiscono una storia morale e al femminile, che omaggia Scheherazade e antiche tradizioni culturali non oscurantiste, che possono convivere con i fermenti moderni e non devono sparire fagocitati dalla globalizzazione. Train de vie e Il concerto erano per certi versi più travolgenti, ma anche La sorgente dell'amore sa convincere ed affascinare, altro inno al rispetto contro ogni totalitarismo e preservando diversità e peculiarietà.

Buono il cast: Leila Bekhti, già vista nel duro Il profeta, è una Leila anticonformista e tormentata, con un passato che da quelle parti va nascosto con verginità ricucite, mentre la cantante berbera Biyouna è l'archetipo della vecchia saggia e contrasta il bigottismo delle nuove generazioni, riflesso dal figlio Iman integralista.

E se La sorgente dell'amore può essere letto come favola morale, film d'impegno civile, inno alla pecularietà delle donne, il tocco del regista comunque colpisce ancora una volta, nei mali e nei beni del mondo di oggi e di ieri, dove i diritti possono essere rappresentati da una fontana in paese, simbolo di amore e mutuo rispetto.

Pubblicato in: 
GN23 Anno IV 16 aprile 2012
Scheda
Titolo completo: 

La sorgente dell'amore (La source des femmes)
GENERE: Commedia, Drammatico
REGIA: Radu Mihaileanu
SCENEGGIATURA: Alain-Michel Blanc, Radu Mihaileanu
ATTORI: Leïla Bekhti, Hafsia Herzi, Hiam Abbass, Saleh Bakri, Sabrina Ouazani, Mohamed Majd

Uscita al cinema 9 marzo 2012

FOTOGRAFIA: Glynn Speeckaert
MONTAGGIO: Ludo Troch
MUSICHE: Armand Amar
PRODUZIONE: Elzévir Films, Europa Corp., Indigo Film
DISTRIBUZIONE: Bim
PAESE: Belgio, Francia, Italia 2011
DURATA: 136 Min
FORMATO: Colore