Synecdoche, New York. Una logica onirica per Philip Hoffman

Articolo di: 
Teo Orlando
Synecdoche

La recente, tragica, scomparsa del grande attore Philip Seymour Hoffman ha preceduto di poco l’uscita nelle sale italiane di un film da lui interpretato e risalente, nella versione originale, al 2008: Synecdoche, New York, scritto e diretto da Charlie Kaufman, lo sceneggiatore di Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind).

Il titolo mutua il nome di una delle più diffuse figure retoriche, la sineddoche (dal latino synecdŏche, a sua volta dal greco συνεκδοχή, synekdoché, sostantivo derivato dal verbo συνεκδέχομαι, synekdéchomai, «comprendere più cose insieme»), ossia quel procedimento semantico per cui si trasferisce il “significato da una parola all’altra, in base a una relazione di contiguità” (Angelo Marchese). Questo trasferimento avviene sulla base della maggiore o minore estensione, come quando si usa la parte per il tutto (ad es. “il grande schermo per il cinema”) o la specie per il genere (i gatti per indicare i felini) o il singolare per il plurale (“l’inglese” per “gli inglesi”). La figura retorica probabilmente si riferisce al fatto che nel film la vita dei personaggi simboleggia anche altre vite più comprensive o di maggiore profondità.

Il protagonista è un regista teatrale, Caden Cotard (intepretato da Philip Seymour Hoffman), il quale sta lavorando a una nuova pièce in un teatro della cittadina di Schenectady, nello stato di New York (il nome "Schenectady" deriva da una parola in lingua mohawk che significa “posto al di là della distesa di pini” e presenta una singolare analogia di pronuncia con l’inglese synecdoche). La sua esperienza teatrale sta però languendo, soprattutto perché costretto in un contesto provinciale con un pubblico senescente.

Alla sua delusione professionale si aggiungono le problematiche familiari, con sua moglie Adele (Catherine Keener) che lo ha improvvisamente lasciato per trasferirsi a Berlino dove vuole meglio proseguire la sua carriera di pittrice: con lei andrà nella capitale tedesca anche la figlia Olive (Sadie Goldstein), costretta poi a diventare la prima bambina completamente tatuata della storia. La psicologa di Caden, Madeleine Gravis (Hope Davis), gli è di poco aiuto, perché preferisce promuovere il suo best seller che esercitare adeguatamente le sue funzioni terapeutiche. Un’alternativa sentimentale, con l’attrice Hazel (Samantha Morton)ì, fallisce miseramente. Né vanno meglio i problemi di salute: con impietosa e micidiale precisione, il regista segue tutte le tappe del disfacimento psicofisico di Caden, che, a causa di una malattia delle funzioni neurovegetative, sta precipitando sempre di più verso un abisso di degrado e sofferenza.

A quel punto, angosciato per il timore che gli resti poco da vivere, e tentato più volte dal suicidio, Caden si trasferisce a New York, dove, grazie alla vincita di un premio in denaro, ambisce a creare un’opera di assoluta integrità; dopo aver riunito un gruppo di attori in un magazzino abbandonato a metà tra un centro sociale e i docks di Londra, ricostruisce una serie di luoghi dell’anima, chiedendo agli attori di interpretare ciascuno una vita artificiale, che celebri la banalità dell’esistenza.

Nel frattempo, la sua vita privata precipita: a Berlino ha un confronto drammatico con Adele e infine si intrattiene in un dialogo sul letto di morte con la figlia Olive, dove lei parla in tedesco (avendo quasi dimenticato l’inglese) e lui in inglese, con una traduzione simultanea a distanza. Il suo secondo matrimonio con l’attrice Claire viene minacciato dalla sua incapacità di chiudere in modo definitivo sia con Adele, sia con Hazel. Caden non riesce mai a stabilire un legame profondo con nessuna delle donne perché la sua mente si fissa sempre su quella precedente: non può stare con Hazel perché pensa ad Adele; non può stare con Claire perché pensa a Hazel. Paradossalmente, la sua relazione sentimentale con la seconda viene trasposta nella pièce, dove due attori, Sammy (Tom Noonan) e Tammy (Emily Watson), interpretano lui stesso e Hazel. Tutto ciò è sintomo della progressiva evanescenza del confine tra l’universo della finzione e quello della realtà, per cui i rapporti reali e quelli teatrali sfumano gli uni negli altri. 

La svolta potrebbe essere costituita dall’arrivo alla direzione artistica della famosa attrice teatrale Millicent Weems (Dianne Wiest) che potrebbe offrire a Caden l'interruzione di cui ha bisogno. La morte di Caden, con cui il film si conclude, assume anch’essa un profondo significato: si prepara a morire reclinando la testa sulle spalle della madre di Dianne, che  aveva interpretato il ruolo della donna di servizio di Adele,  Ellen. Di lì a poco, una schiera di doppi, tripli e quadrupli dei personaggi invadono la produzione.

Tra morti e malattie, pulsioni suicide e mal d’amore, psicoanalisi e senso metafisico dell’universo, il film si può leggere a vari livelli, in cui il fantastico si mescola con il realistico. Pur sfumando spesso il confine tra realtà e sogno, il film non è onirico, ma ha una logica onirica, in questo simile alle produzioni di David Lynch. Si dipana infatti tra motivi e metafore di significato allusivo: una casa in fiamme all’inizio, quadri in miniatura, magazzini impossibili, teatro nel teatro (secondo le parole di Shakespeare: "All the world’s a stage, and all the men and women merely players”), mise en abyme, e infine gli stessi libri letti da Hazel, ossia La strada di Swann, prima parte della Recherche di Marcel Proust, e Il processo di Franz Kafka.

Pubblicato in: 
GN31 Anno VI 21 giugno 2014
Scheda
Titolo completo: 

SYNECDOCHE, NEW YORK
scritto e diretto da
Charlie Kaufman

Uscita al cinema 19 giugno 2014

Cast artistico

PHILIP SEYMOUR HOFFMAN    Caden Cotard
SAMANTHA MORTON    Hazel
MICHELLE WILLIAMS    Claire Keen
CATHERINE KEENER    Adele Lack
EMILY WATSON    Tammy
DIANNE WIEST    Ellen Bascomb/Millicent Weems
JENNIFER JASON LEIGH    Maria
HOPE DAVIS    Madeleine Gravis
TOM NOONAN    Sammy Barnathan
SADIE GOLDSTEIN    Olive a 4 anni
ROBIN WEIGERT    Olive adulta
DANIEL LONDON    Tom
ROBERT SEAY    David
STEPHEN ADLY GUIRGIS    Davis
FRANK GIRARDEAU    Idraulico
PAUL SPARKS    Derek
JERRY ADLER    Padre di Caden
LYNN COHEN    Madre di Caden
DIERDRE O’CONNELL    Madre di Ellen
DAISY TAHAN    Ariel
WILLIAM RYALL    Jimmy
CHRISTOPHER EVAN WELCH    Pastore
TIMOTHY DOYLE    Michae