Terni. La prima assoluta di Le ossa di Cartesio

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Le ossa di Cartesio. Benetti, Polia, Matrosova, Mazzi, Maestri

Lo scorso 9 ottobre OperaInCanto ha presentato in prima assoluta al Teatro Comunale Sergio Secci di Terni Le ossa di Cartesio, opera in un atto e sei capitoli su libretto di Guido Barbieri e musica di Mauro Cardi e la mise en espace di Enrico Frattaroli . Fabio Maestri ha diretto l’Ensemble InCanto e un cast con Franco Mazzi, voce recitante, Valeria Matrosova e Patrizia Polia, soprani, e Federico Benetti, basso.

L’idea è nata tre anni fa da Guido Barbieri affascinato da una vicenda che unisce l’avidità al surreale feticismo: il trafugamento del cranio di Cartesio. Cartesio è il nome latinizzato di René Descartes (1596-1650), il filosofo e matematico francese nacque a La Fleche, in Touraine, e morì a Stoccolma alla corte della regina Cristina di Svezia. Secondo le dichiarazioni ufficiali fatte dalla corte di Svezia nel 1650 morì di polmonite, tesi accettata per più di tre secoli, ma nel 1980 il filosofo tedesco Theodor Ebert sulla base di una nota del medico, che curò Cartesio in cui sono descritti i sintomi di avvelenamento da arsenico, avanzò l’ipotesi di assassinio. Questa ipotesi, non ancora dimostrata, è stata ripresa da altri che suppongono che l’autore dell’avvelenamento sia stato un prete cattolico, allora in missione diplomatica in Svezia. Nel 1666, le ossa di Descartes furono esumate dal cimitero di Stoccolma dov’era stato sepolto, racchiuse in una bara e trasportate a Parigi. La testa del filosofo però non c’era, poiché fu rubata prima che i resti fossero portati in Francia. Dopo diverse peregrinazioni il cranio di Cartesio, su cui ognuno di coloro che lo aveva posseduto aveva messo la firma, venne acquistato dalla Francia nel 1878 e il teschio fu registrato nell’inventario dei reperti anatomici al Museo dell’Uomo di Parigi, mentre le ossa del filosofo francese sono conservate nella chiesa parigina di Saint-Germain-des-Pres.

Nell'avvincente libretto si immagina che sia lo stesso Cartesio, la voce recitante, che parla dall’al di là del suo ultimo anno di vita e della sua morte. Preceduto da un prologo unicamente parlato la narrazione è divisa in sei capitoli ispirati dalle sei passioni principali descritte da Cartesio nel suo ultimo trattato Le passioni dell’anima, pubblicato nel 1649 e dedicato a Elisabetta di Boemia. Sei capitoli e sei personaggi: Cartesio, Helèna la madre della figlia morta a cinque anni, la regina Cristina di Svezia, l’abate Vioguè, l’avvelenatore, il Capitano Planstrom, il trafugatore del cranio, e Van Wullen, il medico che curò il filosofo. Cardi ha pensato di fare precedere l’inizio di ogni capitolo da un un brano vocale di un autore dell’epoca, cantato integralmente o parte di esso, la sua musica lo cita continuandola in modo diverso nella prosecuzione o si inserisce nel canto nel rielaborandola. Patrizia Polia è stata la cantante di corte a cui è affidata l’esecuzione di questi brani dell’epoca e il personaggio di Helèna su cui è incentrato il primo capitolo: Gioia, in cui viene rievocata la partenza e i rapporti con la donna da cui ha avuto una figlia.

La parte vocale caratterizza ognuno dei personaggi che si avvicendano sia nel testo che nella vocalità. Appare nel secondo capitolo, Amore, la regina Cristina, poi nel terzo, Odio, l’abate Vioguè, nel quarto, Tristezza,il Capitano Planstrom, nel quinto, Desiderio, il medico Van Wullen nel sesto Meraviglia, ricompare Cristina. I brani d’epoca scelti, seguendo la successione delle scene a cui sono riferiti sono: Dolc’è pur d’amor l’affanno di Georg Friedrich Händel (1685 -1759), l’unico di epoca posteriore, Vorrei baciarti o Filli di Sigismondo d’India (1582–1629), Disprezzata regina (L’incoronazione di Poppea) di Claudio Monteverdi (1567-1643), Signor quell’infelice (Orfeo) sempre di Monteverdi, Hor che Apollo di Barbara Strozzi (1619-1677) e S'io mi parto o mio bel sole di Domenico Mazzocchi (1592-1665) e nel finale Canto di bella bocca un duetto per Soprano e Alto di Barbara Strozzi, adattato alle tre voci che hanno dato vita ai personaggi.

La composizione di Cardi alterna il melologo, in cui il testo è recitato con la musica, le parti strumentali e le parti vocali. Per i tre personaggi femminili il compositore ha scelto le voci di soprano, per le quali viene usata soprattutto la tessitura più acuta, mentre i tre ruoli maschili sono affidati alla voce del basso, la vocalità dell’abate Vioguè è quella più scura, cupa e inquietante. Ci sembra, infatti, che il compositore abbia voluto caratterizzare i diversi personaggi, anche se la scelta di insistere sulla tessitura acuta per le parti femminili non ci convince perché ci pare un po’ monotona e che lascia poco spazio all’espressività. L’ Ensemble In Canto sotto l’esperta e attenta direzione di Fabio Maestri ha fornito una ottima prova di sé in quanto si tratta di “parti reali”, ognuno è un solista che dialoga con gli altri cosa ben riuscita nell’esecuzione. Franco Mazzi è stato il fantasma di Cartesio, impersonandolo con convinzione in una narrazione avvincente.

Patrizia Polia è un interprete molto duttile e a lei è stato riservato il compito più impegnativo, è stata la cantante di corte e ha interpretato i brani “antichi" con eleganza espressiva, inoltre ha ben reso l’affettuosa sollecitudine di Helèna verso Cartesio, con grande sicurezza nella tessitura acuta. Valeria Matrosova è stata una efficace Regina Cristina di Svezia, la sua voce cristallina ha reso bene la tessitura acuta. Federico Benetti ha una voce calda e precisa e ha dato vita a tre personaggi diversi rendendo bene le loro differenti caratteristiche, la cupa intransigenza dell’abate, la superficialità priva di scrupoli del militare e la distaccata analisi del medico. L’opera è stata rappresentata con mise en espace molto efficace nella scelta delle luci e nella dislocazione degli interpreti. Sul fondo venivano proiettate le immagini del trattato Le passioni dell’anima all’inizio dei diversi capitoli dell’opera ai quali si riferivano, a cui si aggiungevano quelle tratte da altre opere di Cartesio, tra cui il Discorso sul Metodo, immagini dei suoi lavori scientifici e matematici come il celeberrimo piaino cartesiano. L’opera scorre, intriga e si segue con piacere, al termine dell’esecuzione autore e interpreti sono stati lungamente applauditi.

Pubblicato in: 
GN47 Anno XIII 14 ottobre 2021
Scheda
Titolo completo: 

Terni Teatro Comunale Sergio Secci
Sabato 9 ottobre 2021 ore 18
Le ossa di cartesio
Opera in un atto e sei capitoli
Prima esecuzione assoluta

Libretto di Guido Barbieri
Musica di Mauro Cardi

Franco Mazzi voce narrante
Valeria Matrosova Regina Cristina di Svezia
Patrizia Polia cantante di corte
                      Helèna
Federico Benetti Abate Vioguè
                        Capitano Planstrom   
                        Van Wullen
               
Enrico Frattaroli mise en espace

Ensemble In Canto

Bruno Lombardi flauto e ottavino,
Roberto Petrocchi clarinetto e clarinetto basso,
Marco Venturi corno,
Rodolfo Rossi, percussione,
Gabriele Catalucci clavicembalo,
Anna Chulkina violino,
Gianluca Saggini viola,
Michele Chiapperino violoncello,
Franco Fraioli contrabbasso

Fabio Maestri, direttore

Una coproduzione OperaInCanto – Nuova Consonanza
Con il contributo di MiC, Regione Umbria, 50&più Provincia di Terni.
Con il patrocinio del Comune di Terni. In collaborazione con Fondazione Roma Tre - Teatro Palladium