Supporta Gothic Network
Val d'Aosta. XVI° Edizione di Celtica. Intervista a Vincenzo Zitello, The Sidh, Berghèm Baghèt
Domenica 8 luglio, ultima giornata della XVI° Edizione di Celtica, dopo aver ascoltato Vincenzo Zitello in concerto presso il Bosco del Peuterey, ho avuto la possibilità di fargli alcune domande. E' stato un onore conoscerlo, soprattutto perchè a lui si deve l'introduzione dell'arpa celtica in Italia. La sera precedente, inoltre, prima che iniziassero i concerti, gli era stato conferito dall'organizzazione di Celtica un premio alla carriera, un omaggio fatto anche a Myrdhin, importante artista francese, compositore ed esecutore di musica celtica.
E.S: Innanzi tutto le faccio i complimenti per il premio alla carriera che ha ricevuto ieri sera.
Ho letto che ha iniziato con l'arpa celtica negli anni '70. Avevo già ascoltato alcuni suoi brani prima di venire a Celtica, quindi le rinnovo i complimenti, davvero meravigliosi.
Com'è nata questa passione per la musica celtica? Come ha iniziato?
V.Z: E' nata con un disco di Alan Stivell nel 1971-1972. Io sono un violinista, nella mia famiglia ci sono altri musicisti e da lì ho cercato quest'arpa, nessuno sapeva cos'era. L'ho trovata in Irlanda, in un negozio di strumenti musicali molto famoso di Dublino, dove sono andati anche gli U2 a comprare le chitarre all'epoca. Ho trovato lì la mia prima arpa celtica, che è stata l'inizio di tutto il meccanismo, poi sono stato in Bretagna, ho fatto dei corsi al "Ti-Kendalc'h", un centro di cultura e poi ho conosciuto Alan Stivell.
Io sono un compositore e tutto quello che hai sentito è musica scritta da me al 90%. Solamente il brano che ho suonato di Alan Stivell è suo, ma ho rielaborato anche quello. Siccome dell'arpa si è perso tutto, si è cercato di adattare una serie di musiche e riarrangiamenti allo strumento e a quel punto ho preferito riscriverle, dato che sono compositore di nascita: ho sempre scritto musica da quando ho cinque anni. Quindi scrivo musica e porto in giro questo strumento in modo creativo, non solo conservativo. All'inizio ho fatto anch'io una decina di anni di musica tradizionale, con tournée anche in paesi celtici come Scozia, Irlanda, Galles.. Ho suonato in tantissimi festival internazionali e in vari posti, ho fatto molti dischi, collaborato con tanti artisti sia italiani (da Fabrizio de Andrè a Ivano Fossati, Franco Battiato.. e tanti altri) sia internazionali. Ho partecipato a circa 90 cd di vari artisti internazionali: irlandesi, scozzesi, bretoni, italiani, svedesi, ungheresi..
Quello che mi interessa, al di là di questo "cappello", è portare avanti un'idea che ho dell'arpa. Ormai la conosco bene, so che mancano tante cose, la gente non la conosce e pensa che possa far solo certe musiche, allora io ho pensato di portarla in una direzione più contemporanea, che secondo me è l'unico modo per permettere a questo strumento di esistere.
Io devo dire che dopo trentacinque anni che la suono, tanta gente ha iniziato dopo un mio concerto a suonare l'arpa e questa è la cosa migliore per un musicista, poi ognuno fa la propria strada. Io sono esecutore e concertista, eseguo la mia musica, con anche ispirazioni gaeliche. L'obiettivo è cercare di costruire un rapporto emozionale tra lo strumento e il pubblico.
E.S: Una musica meravigliosa, davvero. Il suo ultimo album è "Talismano". Adesso ha in progetto un nuovo album?
V.Z: Sì, e a settembre riparto con una nuova tournee, adesso non so come lo chiamerò perchè ho scritto la musica e devo semplicemente registrarla, ma non farò un disco singolo, farò un disco con degli ospiti, duetti, con l'arpa e altri strumenti.. Ma sono brani che posso eseguire anche da solo, questo è l'importante. Magari l'anno prossimo verrò con un gruppo elettrico, con basso, batteria.. Ho sempre suonato con strumenti ritmici usando l'arpa. La mia è un'arpa è molto aggressiva, non morbida, è morbida da un punto di vista emozionale, ma non lo è come suono, che è abbastanza grosso, importante.. quindi per allinearla con gli strumenti di oggi. La musica viene ascoltata tramite cd e questo influenza un certo tipo di suono, mentre sentirla dal vivo è diverso.
E.S: Di Celtica 2012 cosa pensa?
V.Z: E' bella. Capisco lo sforzo di cercare di aprire uno spazio ai giovani anche, ed è importante anche quello perchè voi sarete i grandi di domani. Fa parte della vita, poi certe cose si capiscono solo vivendo, pensare troppo a volte non serve. Quindi credo che Celtica 2012 è all'insegna di una sperimentazione legata ad una serie di energie. Trovo sia interessante far evolvere i festival così, verso altri generi, anche il rock. Al giorno d'oggi siamo abituati al telecomando, a internet e c'è bisogno di movimento.. Questo è un Festival di incontro, è importante creare un contatto col pubblico.
E.S: La ringrazio molto, ancora complimenti per la sua carriera.
E, uno dei nuovi gruppi di giovani, una promessa della musica celtica e tradizionale italiana, sono sicuramente i The Sidh, formati da Federico Melato (tastiere, sinth e percussioni), Iain Alexander Marr (whistles, cornamusa e gaita MIDI Mbs-300), Salvatore Pagliaro (chitarra), Michael Subet (basso elettrico). Ho avuto occasione di intervistarli proprio poco prima che si esibissero sul palco grande di Celtica.
E.S: So che una delle vostre canzoni è stata scelta come colonna sonora del video di presentazione di Celtica 2012..
F.M.: Sì, noi abbiamo composto questo brano ed è stato scelto dall'organizzazione per quest'anno. Si intitola "Sopra il livello medio" ed è ascoltabile nel nostro nuovo album che è appena uscito e si chiama "Follow the flow".
E.S: Sì, infatti avevo letto che è in uscita l'album. E.. Da quanto suonate questo genere di musica?
F.M: Io e Iain siamo "nati" con questo genere di musica celtica tradizionale e poi abbiamo cercato di intrecciare la musica moderna con la musica tradizionale per riuscire a far sì che i giovani ascoltino la musica tradizionale.
Anche l'anno scorso era stato scelto un nostro brano per la colonna sonora del video di presentazione di Celtica, che si intitola "Ventunesimo secolo", che è una rivisitazione di un brano tradizionale della Val d'Aosta, intrecciato con un brano di musica scozzese.
E.S: Bello, complimenti. Infatti so che uno dei vostri componenti è di nazionalità scozzese.. Giusto?
F.M: Iain è per metà scozzese e per metà ligure, poi abbiamo il bassista della Val d'Aosta - anche io lo sono - e il chitarrista di Bergamo.
E.S: Capisco. Avete altri progetti per il futuro?
F.M: Sì, adesso l'idea è di promuovere il disco. Abbiamo un nostro sito e una pagina Facebook. Quest'anno a Celtica abbiamo collaborato con la violinista americana, Lindsey Stirling, ed è probabile che ci saranno collaborazioni future, magari per un video..
E.S: Com'è nata la passione per la musica celtica, in generale?
F.M: Io sono cresciuto con Celtica, faccio parte dell'organizzazione e l'ho sempre vissuta, anche in famiglia e lo stesso vale per Iain, che fin da piccolo ha iniziato a suonare la cornamusa scozzese. Ognuno del gruppo ha avuto percorsi musicali differenti e poi pian piano abbiamo cercato di evolverci, nello studio ma anche con l'entusiasmo e la passione per creare qualcosa di nostro. Quindi composizioni, ma anche arrangiamenti di brani già esistenti.
E.S: Da quanto suonate insieme?
F.M: Io e Iain abbiamo iniziato due anni fa questo tipo di percorso, poi un anno fa abbiamo deciso di migliorarci e inserire un basso e una chitarra nel gruppo, da lì è iniziato il progetto per un cd, quindi un'evoluzione sulle basi elettroniche: tanto lavoro per riuscire a creare un suond, uno stile.
E.S: Bene, bene. Complimenti davvero. Cosa ne pensate di Celtica 2012?
F.M: E' bella, sarà sempre bella Celtica, assolutamente. Noi abbiamo già suonato l'anno scorso, ma non sul palco grande come quest'anno. Soprattutto, la cosa bella di Celtica è che ti dà la possibilità di avere un riscontro da persone appassionate di musica celtica, ma non solo. Noi non vogliamo allontanarci dai canoni della musica tradizionale, ma cerchiamo di uscirne in maniera delicata.
E.S: Grazie mille. Vi ascolterò. In bocca al lupo per i vostri progetti.
Ho poi avuto modo di fare qualche domanda a uno dei componenti dei Bèrghem Baghèt, una banda musicale di origini bergamasche, il cui strumento comune è la cornamusa bergamasca tradizionale (baghèt), con cui vengono eseguiti brani e melodie tipiche del folclore locale e nazionale in genere.
E.S: Può parlarmi del vostro percorso? Come avete iniziato a suonare questo genere di musica?
A.R: Il progetto dei Bèrghem Baghèt è iniziato da un gruppo di amici che prima del 2000 si trovavano saltuariamente a provare, partecipando a dei Festival e concerti e nel 2005 – 2006 abbiamo deciso di fondare questa banda musicale di cornamuse bergamasche e stiamo portando avanti questo sogno.
E.S: In progetto cosa avete per il futuro? Parteciperete ad altri festival?
A.R: Sicuramente, Festival internazionali e in Italia. C'è tanto lavoro da fare. Le nostre sono musiche tradizionali che partono dal bergamasco, bresciano e in generale dalla Lombardia. Ultimamente stiamo mettendo anche brani tradizionali che derivano anche da altri paesi, non limitandoci solo allo spazio italiano.
E.S: Cosa ne pensate di Celtica 2012?
A.R: Abbiamo sempre amato Celtica, quest'anno siamo sul palco a suonare, ma è sempre una grande emozione, soprattutto al livello umano.
E.S: Grazie. Allora in bocca al lupo per i vostri progetti.