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Valentina Casarotto racconta Rosalba Carriera. La grazia del Rococò
Ci sono molti libri che parlano di donne e raccontano le vicende di donne celebri: spicca per interesse e per originalità dell’argomento scelto Il segreto nello sguardo, di Valentina Casarotto per Angelo Colla editore, che racconta la storia della pittrice veneziana Rosalba Carriera, vissuta tra Seicento e Settecento. Valentina, docente di Storia dell’arte, ex dipendente della Galleria dell’Accademia di Venezia e dottoranda di ricerca ad Udine, racconta qualcosa di più su sé stessa, il libro e questo personaggio di donna.
Elena Romanello. Da dove nasce questo interesse per Rosalba Carriera?
Ho avuto il privilegio di lavorare per molti anni alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dove sono conservati, e a quel tempo erano esposti, alcuni ritratti a pastello di Rosalba Carriera. Oggi il museo è chiuso per un lungo restauro. Nel 2003 passando un pomeriggio in contemplazione dell’ultimo autoritratto della pittrice, ormai settantaquattrenne, e prossima a una cecità progressiva, ho provato una forte suggestione e ho scritto il prologo del romanzo. Da quel giorno poi, sono passati sette anni in cui ho approfondito ogni aspetto della vita della pittrice, dei suoi conoscenti, della cultura e società del secolo, per ricreare nel romanzo le atmosfere di quel mondo passato, così distante dal nostro per ritmi di vita e riti sociali.
E.R. Come mai c'è ancora oggi questo fascino per Venezia e il Settecento?
Venezia è una città unica, e solo chi l’ha visitata almeno una volta ne comprende il fascino. Lavorando a Venezia ho avuto la possibilità di viverla in ogni stagione, e ritornare è sempre una magia, a cui non ci si abitua. Il Settecento per un verso ha avuto un recupero critico negli ultimi decenni e il tanto vituperato Rococò è stato riabilitato. Vivaldi è uno dei compositori più amati, Canaletto invade con le sue vedute di Venezia l’immaginario collettivo, per non citare poi la fortuna mediatica di Casanova, in tempi moderni. A mio avviso comunque le immagini del Carnevale, che fanno il giro del mondo ogni anno, mi sembra che assommino tutti questi aspetti.
E.R. Pittura e donne una storia sconosciuta: cosa si potrebbe fare per rivalutare l'apporto dato dalle donne alle arti?
La storia dell’arte al femminile è un percorso molto difficile da ricostruire, e il problema è molto complesso. Da parte della critica, affrontare uno studio su una pittrice è in molti casi impossibile, per la scarsità di informazioni e documenti. Di alcune pittrici abbiamo solo un nome, penso a Irene da Spilimbergo, allieva preferita di Tiziano, di cui non sappiamo nulla se non che era tenuta in gran considerazione dal maestro, ma di cui non resta nessuna opera, nessun documento. Da parte della divulgazione, per contro, vi sono scelte che per esempio escludono qualsiasi accenno alle pittrici o alle artiste nei manuali di storia dell’arte fino al secondo Novecento. È vero che ci sono tanti artisti, ma qualche pittrice è davvero rappresentativa del proprio periodo. Ad esempio Rosalba Carriera, come disse Roberto Longhi, incarna la grazia del Rococò molto più di altri suoi colleghi.
Un altro esempio è dato dal caso paradigmatico di Artemisia Gentileschi. Il grande pubblico ne conosce il nome, ma vorrei proprio fare un indagine di quanti ricordano un suo quadro o il suo stile… la vita dell’artista ha avuto un clamore mediatico che ha soverchiato il valore della sua pittura. Questa però è stata un’eccezione.
Per lo più la vita delle donne pittrici è stata sempre all’ombra di padri, mariti e fratelli, che ne hanno smorzato qualsiasi velleità, e spazzato via ogni traccia, nelle opere e nei documenti.
Una buona possibilità di conoscere queste figure sono i romanzi storico-biografici, ammesso che siano redatti con rigore e accuratezza, e che forniscano chiaramente al lettore le coordinate tra finzione e realtà.
E.R. Altre artiste che la affascinano?
La prima fascinazione deriva dalla pittura, e non dal genere o dalla loro vita. Alcune pittrici sono state decisamente delle virtuose, capaci nella tecnica e perspicaci nelle scelte compositive e stilistiche.
La mia preferenza va alla polacca Tamara de Lempicka (1898-1980), che ha uno stile molto moderno – non a caso i suoi quadri sono i più presenti nelle scenografie dei film e pubblicità - e ha vissuto una vita che è essa stessa un romanzo; poi di recente ho scoperto una ritrattista francese, Adélaide Labille-Guiard (1749-1803) che mi sembra un personaggio molto interessante, soprattutto per lo stile.
La pittura di Artemisia Gentileschi è talmente appassionata e seducente che, a mio avviso, non avrebbe avuto bisogno della pubblicità del processo per stupro per diventare famosa, ma è andata così.
E.R. Prossimi progetti?
Solo qualche anno fa non mi sarei pensata in veste di scrittrice. Sembra un cliché all’americana, docente di storia dell’arte che scrive romanzi storici… e invece la stesura del romanzo su Rosalba è stata un’esperienza molto arricchente, frutto di impegno e dedizione, ma anche di grande divertimento, studio e soddisfazione personale, al di là di quello editoriale. Ero attorniata da riproduzioni di opere d’arte, le musiche del periodo sempre in sottofondo, e i documenti e i libri da cui trarre ispirazione… è stato un periodo magico. E quasi senza pensarci ho cominciato a scrivere un altro romanzo, di cui non anticipo nulla. Solo che sarà un’altra pittrice ma molto diversa da Rosalba Carriera.
E.R. E' stato difficile trovare un editore?
Il mondo dell’editoria è veramente insidioso e io mi reputo fortunata. Ho speso alcuni mesi in telefonate e mail per sapere se il romanzo poteva interessare alle case editrici che hanno già una collana del genere, senza ricevere risposta alcuna. La cortesia è un lusso di questi tempi. Inoltre le case editrici più importanti hanno tempi di lettura annuali, quindi c’è da mettersi il cuore in pace per un bel po’ di tempo prima di ricevere, forse, risposta. Ero praticamente rassegnata, quando un’amica mi ha consigliato di inviare l’opera ad Angelo Colla Editore, un piccolo editore di qualità, che però vanta una lunga esperienza, dato che è stato il braccio destro di Neri Pozza per molti anni e che dal 2000 ha fondato una sua casa editrice.
E così il romanzo è stato pubblicato, con molta cura e con un’insolita eleganza, perché l’inserimento delle immagini di alcuni dipinti in calce al volume lo rende assolutamente diverso da qualsiasi altro romanzo storico.