Whitney. L'icona nera del pop

Articolo di: 
Livia Bidoli
Whitney Houston

Una voce indimenticabile quella di Whitney Houston, un talento naturale che è andato perduto troppo presto: a 48 anni, l'11 febbraio del 2012 in un hotel di Beverly Hills. Nick Broomfield, che ha già dato segno di sé con un cinema alternativo con attori non professionisti – il cosiddetto “Direct Cinema” - e con documentari sul prima e dopo Nelson Mandela, nonché sulle circostanze della morte di Kurt Cobain e del coninvolgimento della moglie Courtney Love (Kurt& Courtney, 1998), stende un ritratto dagli inizi fino alla morte di Whitney, con un apparato di interviste ai familiari, ai membri del suo team, e con un nutrito numero di riprese on e off stage. Il film arriverà nelle sale italiane nello speciale evento organizzato da Eagle Pictures per i giorni dal 24 al 28 aprile.

Figlia di una cantante di gospel e soul, Emily Drinkard Houston (conosciuta meglio come Cissy), e di un padre, John R. Houston, che l'ha sempre supportata fino al 2002, quando gli ha fatto causa per “introiti non percepiti” come “supporto alla sua carriera”. Whitney, chiamata Nippy da piccola, è esplosa letteralmente dopo aver incontrato l'Amministratore Delegato della Arista Records Clive Davis, che le ha fatto pubblicare il primo album solista, fiutando il mercato pronto per lei. Conducendola verso un pop sofisticato più “bianco” che nero, senza venature R&B – al contrario del futuro marito Bobby Brown, quasi un “bruto” del genere – Davis le fa pubblicare nel 1985 l'omonimo Whitney Houston, che sarà il maggior album venduto per un artista al debutto, che ha venduto finora 25 milioni di copie e ristampato nel 2010 con la Deluxe Edition.

L'altro boom Whitney lo ha avuto con il film The Bodyguard del 1992 e con la hit I will always love you, insieme a Queen of the Night: la pellicola, diretta da Mick Jackson e con la star Kevin Costner al suo fianco, ebbe un successo planetario che contribuì a renderla l'unica icona nera che, come Michael Jackson, piaceva sia agli afro-americani che ai bianchi. L'artista più premiata della storia con 415 premi, tra cui 6 Grammy Awards, 2 Emmy Awards, 31 Billboard Music Awards, 22 American Music Awards, era invero molto fragile: i problemi con la droga e soprattutto la mancanza di persone affidabili intorno a lei, a cominciare dal marito Bobby Brown che è riuscito ad allontanare l'unica fedele amica e mente dei suoi concerti, Robyn Crawford, con cui si suppone Whitney avesse una relazione – osteggiata financo dai familiari -, ha decretato il declino della cantante, sfruttata da tutto l'entourage dei concerti, a cominciare dal marito Bobby Brown, che ha aiutato anche ad avere successo sul palco insieme a lei.
La morte dell'unica figlia, Bobbi Kristina, tre anni dopo di lei, il 26 luglio del 2015, ancora per problemi con le droghe, diviene un tragico epilogo ad una storia che Broomfield ha riccamente raccontato con una telecamera fin nel cuore più intimo di una sensibilità estesa quanto la sua meravigliosa ugola che sarà sempre la Regina della Notte.

Pubblicato in: 
GN25 Anno IX 21 aprile 2017
Scheda
Titolo completo: 

WHITNEY

di Nick Broomfield
EVENTO AL CINEMA IL 24,25,26,27,28 APRILE

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