Accademia Filarmonica Romana. Mario Brunello

Ultimo appuntamento per la Filarmonica Romana al Teatro Argentina e ultimo dei tre violoncellisti invitati in questa stagione: dopo Giovanni Sollima, Enrico Dindo, giovedì 11 aprile (ore 21) sarà la volta di un altro grande solista, Mario Brunello che arriva a Roma con il suo progetto che lo affianca sul palco al Coro del Friuli Venezia Giulia.

Realtà musicale attiva e dinamica con importanti collaborazioni internazionali, per un concerto in cui la sonorità e il timbro del violoncello (quello prezioso di Brunello, un “Maggini” dei primi del Seicento appartenuto a Franco Rossi del Quartetto Italiano) dialogano con quelle della voce. Un progetto nato nel 2016 e caro al musicista veneto che da sempre, nel suo percorso artistico, riserva con la sua innata e inesauribile curiosità ampio spazio a incontri con forme d’arte e saperi diversi, trasmettendo un’idea multiforme del fare musica.

Il programma alterna nella scelta dei brani coro e violoncello (anche con l’impiego del violoncello piccolo), ma a volte dà vita a originali incontri, come il caso della Ciaccona tratta dalla Seconda partita per violoncello solo di Bach in cui si inserisce una parte vocale dal corale luterano Christ Lag in Todes Banden. “Suonare con un organico che preveda coro e violoncello implica una ricerca nel repertorio che ovviamente non è abbondante – spiega Brunello -. Quindi si ricorre ad adattamenti, con risultati però estremamente interessanti e originali, come è stato per questo programma”. Se l’inizio del concerto si affida dunque alla musica del Kantor di Lipsia, il programma prosegue con un repertorio che spazia dal Novecento fino ai giorni nostri: con il Requiem per violoncello e coro dell’australiano Peter Sculthorpe e con la musica del cantautore e poeta anarchico Léo Ferré con un arrangiamento per violoncello e coro e tape della sua celebre canzone Muss es sein. Il concerto prosegue con Akhmatova Songs di John Tavener per violoncello e soprano, omaggio ad Anna Akhmatova una delle più grandi poetesse russe del Novecento, di cui il compositore inglese ha musicato nel 1993 sei poesie da lei scritte in diversi periodi della sua vita (solista il soprano Karina Oganjan). Segue una delle più celebri pagine dell’estone Arvo Pärt, Fratres composta nel 1977 nel suo personale stile “tintinnabuli”, volutamente senza particolari indicazioni strumentali, che in questa occasione ascolteremo per violoncello, coro e percussioni. Completa il programma Flows per violoncello, coro e percussioni del compositore friulano Valter Sivilotti, artista poliedrico che con questa sua ultima composizione del 2018 sovrappone linguaggi, elementi musicali e ritmici diversi, come fossero un “flusso”, un continuo movimento, cercando di rappresentare aspetti e problematiche relative al tema

TEATRO ARGENTINA
giovedì 11 aprile 2019 ore 21

Mario Brunello violoncello e violoncello piccolo
Coro del Friuli Venezia Giulia
Cristiano Dell’Oste
maestro del coro
Karina Oganjan soprano
Gabriele Rampogna percussioni

Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Singet dem Herrn nein neues Lied mottetto BWV 225 (1727)
versione per coro e violoncello

Ciaccona dalla Partita n. 2 in re minore BWV 1004 (1720)
con il corale luterano Christ Lag in Todes Banden
per violoncello piccolo e coro

Peter Sculthorpe (1929-2014)
Requiem (2004) per violoncello e coro

John Tavener (1944-2013)
Akhmatova Songs (1993) per soprano e violoncello

Leo Ferré (1916-1993)
Muss es sein (1975)
versione per violoncello, tape e coro
(arrangiamento di V. Sivilotti)

Arvo Pärt (1935)
Fratres (1976)
versione per violoncello, coro, percussioni

Valter Sivilotti (1963)
Flows (2018) per violoncello, coro, percussioni

In collaborazione con Antiruggine

Biglietti: 25,18, 13.50 euro; ragazzi fino a 14 anni 7 euro. Biglietteria del Teatro Argentina: tel. 06-684000311/14

Programma sul sito www.filarmonicaromana.org