Indignati a Roma. Fuori i teppisti dal corteo il grido unanime

Questo è il coro che si sentiva ben scandito in mezzo alla folla: purtroppo non è bastato. I teppisti hanno incendiato macchine e palazzi, blindati della polizia ed uno dei carabinieri andato a fuoco con grande timore per gli occupanti, per fortuna salvi. I teppisti, usiamo questa parola, e non black block perchè questo sono. Soprattutto sono riusciti a non far arrivare i manifestanti “veri” e pacifici a Piazza San Giovanni, sono riusciti a non farli parlare e programmare altre iniziative.

Se l'obiettivo dei teppisti o black block perchè si vestono di nero, ribadisco che chiunque si può abbigliare molto facilmente da black block acquistando una felpa col cappuccio nero e pantaloni neri della tuta: questo l'unico segno di riconoscimento evidente, esclusi quelli del possedimento di armi improprie, caschi per ripararsi la testa ed adatti alla guerriglia urbana che hanno inscenato a Roma deviando i riflettori dalla protesta indignata e popolare contro la sovvenzione degli stati alle banche, verso una promozione in negativo della manifestazione. Ciò ha permesso ad Alfano di accomunare la protesta democratica e pacifica ai violenti, seppure poco credibilmente, a Berlusconi di farsi promotore del controllo della sicurezza italica, ad Alemanno di deplorare la manifestazione tutta. Sono contenti i black block o sono da accomunarsi con i fascisti di Casa Pound che lontani da loro effettuavano altre terapie “diversive”?

E' sovversivo pensare che questi teppisti siano stati mandati appositamente – ben sapendo che un servizio d'ordine organizzato non c'era alla manifestazione (sic!) - ed attaccassero addirittura in testa al corteo? Tanto che già prima di entrare in Piazza San Giovanni, ossia lungo Via Cavour avevano assaltato una banca ed incendiato due macchine?

Pensiamo per un attimo a cosa sarebbe potuto succedere diversamente, se la manifestazione pacifica, circa 200.000 persone (contro i duecento facinorosi: un decimillesimo) avesse raggiunto San Giovanni e vi si fosse accampata, magari per giorni come a Madrid, e avesse programmnato una serie di iniziative contro lo sfruttamento dei cittadini da parte dello stato, contro l'estrema vessazione che dovrebbero pagare sl popsto delle banche, enti privati che dovrebbero essere secondari rispetto ai bisogni dei cittadini di un paese. Pensiamoci e riflettiamo, continuando a lottare.

Gli indignati respingono i black block

Livia Bidoli 15 ottobre 2011

Video-interviste sulla manifestazione