Piano B pubblica Hofmann, lo scienziato dell'LSD

In occasione dell’80esimo anniversario del primo trip lisergico della storia, esce Lo scienziato divino, di Albert Hofmann, un’antologia che raccoglie i suoi ultimi lavori. Con la prefazione di Vanni Santoni. È il 19 aprile del 1943, e un giovane chimico di nome Albert Hofmann sta pedalando verso casa per le vie di Basilea. Da pochi minuti è il primo uomo ad aver assunto una sostanza dagli effetti ancora sconosciuti che ha sintetizzato lui stesso, dandole il nome di LSD-25. Questo giorno viene ricordato in tutto il mondo come il Bicycle Day.

«Ogni individuo è il creatore del proprio mondo, perché è in lui – e solo in lui – che il mondo e l’abbondanza di vita che ospita, che le stelle e il cielo diventano reali»

«Lo spirito, o coscienza, rappresenta il più alto e più sublime stadio energetico della trasformazione della luce»

Hofmann dedicò quasi tutta la sua vita allo studio delle sostanze psicoattive, e venne così riconosciuto dalla comunità scientifica e intellettuale non soltanto come un “semplice” chimico, ma come uno scienziato mistico, un filosofo visionario e un pioniere nel campo della ricerca sulle piante psicoattive: un uomo che è riuscito a cambiare profondamente il mondo in cui viveva.

“Le sostanze psichedeliche, se usate in modo appropriato, sono molto utili all’umanità”

“Una cosa è disporre di una sostanza antidolorifica o euforizzante, tutt’altra e disporre di un agente che interviene sull’essenza stessa degli esseri umani: la coscienza. Senza un io, senza la coscienza di ciascun individuo, nulla esiste realmente. E questo stesso centro, questa essenza dell’essere umano, si modifica sotto l’influenza di questo genere di sostanze. Pertanto, scusate se mi ripeto, si tratta di sostanze sacre. Perché che cosa è sacro, se non la coscienza dell’essere umano? Una sostanza che la attiva dev’essere trattata con grande rispetto e con estrema cautela”.

Attraverso le proprie esperienze e riflessioni sulle scienze naturali, Hofmann tratta temi di grande attualità, dai problemi ambientali come l’ipotesi dell’uso della radiazione solare come principale fonte di energia, all’uso di psichedelici per l’accompagnamento di malati terminali, alla riflessione filosofica sul rapporto tra scienza e spiritualità, sulla ricerca della felicità e sul senso della vita, e sulla possibilità che l’essere umano riesca finalmente ad aprirsi alla meraviglia della creazione, fondando su tale meraviglia una nuova coscienza ecologica: un nuovo modo di concepire se stesso e il suo rapporto con la natura.

I miei esperimenti con le sostanze che alterano la mente – tra cui figura l’LSD divenuto celebre in tutto il mondo – mi hanno portato a pormi il problema del rapporto tra sostanze e coscienza, tra la realtà esterna del mondo materiale e quella interna del mondo spirituale."

“In questo scritto tenterò di dimostrare come il potere rassicurante di una visione della vita si fonda principalmente sul rapporto dell’uomo con la creazione, e in particolare con la natura vivente che vi si manifesta. Sembra che le difficoltà e i problemi apparentemente insolubili del presente – in campo spirituale, sociale, economico ed ecologico – siano riconducibili a una perturbazione del rapporto tra uomo e natura. La visione unilateralmente materialistica e scientifico-naturale della vita, valida nelle moderne società occidentali industrializzate, non è in grado di offrire sicurezza. In essa non si manifesta il legame dell’uomo con la natura vivente, il suo esserne parte inscindibile.”

È quindi necessario riconoscere le leggi della natura scoperte dalla ricerca scientifica per quello che sono, per comprendere che non sono istruzioni e mezzi per lo sfruttamento della natura, ma rivelazioni del progetto metafisico della creazione. Esse rivelano l’unità di tutti gli esseri viventi entro un comune terreno spirituale. È vero che oggi abbiamo raggiunto un elevato grado di consapevolezza e libertà grazie alle scoperte delle scienze naturali e alle loro applicazioni tecnologiche. Adesso, però, è importante confidare nuovamente nella creazione per riacquisire la sicurezza perduta su cui poggia la vera felicità; è necessario riconoscere di nuovo ciò che l’uomo ha trascurato nella sua titanica arroganza: che siamo radicati e sicuri nel comune terreno creativo di tutti gli esseri viventi.

La conoscenza razionale deve essere amplificata dall’esperienza emotiva. Non devo sentirmi separato dagli oceani, dai cieli, dalle stelle. Dobbiamo percepirci dentro la creazione, e sentire che la creazione è dentro noi - che noi siamo una cosa sola. Solo allora il mondo ci appartiene, così come noi apparteniamo a lui.

La realtà  è inconcepibile senza un soggetto che la possa esperire. Essa è il risultato di un continuo trasferimento di segnali materiali ed energetici dallo spazio esterno, incessantemente decodificati e trasformati in esperienze psichiche nello spazio interno.  La nostra coscienza ordinaria percepisce e conosce soltanto una piccola frazione del mondo circostante; ma nello stato emotivo mistico – di massima ampiezza percettiva – diventiamo simultaneamente consapevoli di un universo esterno e interno infinitamente espanso. Il confine tra il nostro ego e il mondo circostante si dissolve; il corpo, che nell’ordinario stato di coscienza si percepisce come separato dal mondo circostante, viene adesso esperito come un elemento inscindibile dalla creazione, come parte vivente dell’universo. Nella condizione estatica, il mondo materiale esterno e quello spirituale interno si fondono assieme nella coscienza.

Piano B Edizioni