Rilke alla Torretta Valadier con Gabriela Corini

Sabato 26 novembre 2011 alle ore 21.15 presso il La Torretta di Ponte Milvio  (Roma), Gabriela Corini, forte del successo ottenuto lo scorso anno, riporta in scena una delle opere più sentite di Rainer Maria Rilke, Il canto di amore e morte dell’alfiere Christoph Rilke, che replicherà i giorni successivi sino a mercoledì 30 novembre.

L’Assessorato alla Cultura e allo Sport del XX Municipio di Roma, riapre le  porte della Torretta di Ponte Milvio a questa performance teatrale. Proprio nella Torretta Valadier lo spettacolo, grazie al contributo del Comune di Roma, ritrova la giusta collocazione ambientale. Infatti, dopo averlo allestito nel magnifico Castello di Sarteano, Gabriela Corini desidera riproporlo esclusivamente in spazi che concorrano, con la loro particolarità, al sapore ed alla intenzione della performance che, non inseguendo propositi di “allestimento” scenografico, desidera piuttosto “respirare” e “palpitare” con lo spazio stesso.

La performance, infatti, vuole dare materialità al testo, incarnando la voce della poesia stessa. Poesia che, oggi come allora, si alimenta del dolore causato dalle guerre. Un testo attuale, dunque, nonostante i suoi centododici anni. 

L’autore nel 1899 trasse i temi di Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke  da una cronaca apparsa nel 1665 a Regensburg. Una relazione del conte Johan Stauffemberg, secondo cui, l’alfiere Christoph Rilke, fratello di Otto Von Rilke, avrebbe prematuramente incontrato la morte nel 1663 in Ungheria combattendo contro i turchi durante la campagna di Raimondo Montecuccoli. Un testo emotivo, scritto da Rilke in una sola notte del 1899, che divenne per i soldati della prima guerra mondiale, l’espressione del loro “disagio doloroso”.

Gabriela Corini interpreta l’anima universale, osservatrice e contenitore delle esitazioni, dei dubbi e delle emozioni dei soldati in guerra. Una sorta di dea della prossimità che si affianca ai combattenti condividendo il loro ineluttabile karma.

La sua invisibile presenza, voce narrante di sogni, nostalgie ed accadimenti, vuole condurre lo spettatore agli anni di quel conflitto, attraverso evocazioni sensoriali, oltre che emotive. Attraverso la purezza della sua partecipazione, l’attrice sottolinea i sentimenti umani e teneri di chi non conosce odio ma si appresta al dovere.

IL CANTO DI AMORE E MORTE DELL’ALFIERE CRISTOPH RILKE
Di Rainer Maria Rilke
Con Gabriela Corini
Traduzione Maria Teresa Ferrari
Adattamento Gabriela Corini
Costumi Daniela Fè
Ufficio stampa Rocchina Ceglia  3464783266
Amministrazione Iris
In collaborazione con Clanis Service
Con il contributo del Municipio Roma XX

TORRETTA  VALADIER 
Piazzale di Ponte Milvio , Roma
Da 26 al  30 novembre 2011
Ore 21.15 
Ingresso libero
 
Data la particolarità dello spazio e della performance, i posti  sono limitati a n.15.  per prenotare telefonare al numero      320 7297217

IL CANTO DI AMORE E MORTE DELL’ALFIERE CRISTOPH RILKE
Di Rainer Maria Rilke
Con Gabriela Corini
Traduzione Maria Teresa Ferrari
Adattamento Gabriela Corini
Costumi Daniela Fè
Amministrazione Iris
In collaborazione con Clanis Service
Con il contributo del Municipio Roma XX

TORRETTA  VALADIER 
Piazzale di Ponte Milvio , Roma
Da 26 al  30 novembre 2011
Ore 21.15 
Ingresso libero
Data la particolarità dello spazio e della performance, i posti  sono limitati a n.15.  per prenotare telefonare al numero: 3207297217

Note di Regia
Mi propongo di portare in scena Il canto di more e morte dell’alfiere Christoph Rilke in castelli ed ambienti storici, luoghi che possano palpitare con il testo in comune accordo, in cui spazio, memoria, azione ed emozione, divengono gli strumenti per una “concretizzazione” dell’opera poetica.
Ho scelto questo testo, non solo per amore della poesia più pura, ma perché nel contesto bellico in cui ci troviamo, mi sembra indispensabile e doveroso porre attenzione su ciò che è per la nostra anima.
L’alfiere Christoph Rilke aveva diciotto anni e venne trucidato dai turchi senza parteciparne la motivazione. Lui voleva solo tornare a casa.
Gabriela Corini