Roma. African Mothers di Mimmo Frassineti

Quest’anno il Festival della Letteratura di Viaggio, giunto alla 10° edizione, prenderà ufficialmente il via il prossimo 21 settembre 2017 con l’evento  organizzato dall’Istituzione Biblioteche di Roma: la mostra del fotografo e giornalista free-lance Mimmo Frassineti dedicata alla maternità e intitolata African Mothers, nelle sale dell’ex IsIAO di Roma (Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente).

La mostra rimarrà aperta, dopo la conclusione Festival, fino al 21 ottobre, quindi  entrerà nella programmazione del prossimo MedFilm Festival a novembre e, in seguito, delle biblioteche del sistema, dove saranno organizzati iniziative ed eventi di approfondimento. Catalogo  a cura di Galaad Edizioni. La mostra è il frutto di un reportage inedito realizzato per il Venerdì di Repubblica dalla giornalista Antonella Barina e da Mimmo Frassineti in occasione del loro viaggio a Gulu in Uganda settentrionale, nell’autunno 2016.L’articolo, dedicato a St. Mary’s Lacor Hospital, è stato pubblicato nel numero del 2 dicembre 2016 del settimanale.

In Uganda l’età media supera di poco i 15 anni: è il secondo paese più giovane al mondo, dopo il Niger. Ed è un paese fertile non solo grazie alle grandi piogge, al lago Vittoria, al Nilo Bianco: anche il suo tasso di natalità è tra i più elevati, 47,8 bambini ogni mille abitanti. Una percentuale che svetta a livelli da record mondiale nel Nord, a Gulu e dintorni, con quasi sette figli per donna. Da quando la medicina ha ridotto l'indice di mortalità, la popolazione cresce al ritmo del 3,3 per cento l'anno.

African Mothers è un reportage realizzato nell’autunno del 2016, sul tema della maternità. I luoghi sono le strade e i negozi di una cittadina sviluppatasi negli anni intorno al Lacor Hospital, un grande ospedale fondato dai missionari italiani nel secolo scorso, e l’ospedale stesso nei reparti Maternità e Pediatria. Il St. Mary’s Lacor Hospital nacque nel 1959 come dispensario per assistere gli abitanti di Lacor, un villaggio a 11 km da Gulu, nell’area più povera del paese. L’originale ambulatorio, con quaranta posti letto, dove le suore comboniane facevano da infermiere e levatrici, è oggi una delle maggiori realtà sanitarie non profit dell'Africa equatoriale. Diretto dal pediatra italiano Piero Corti e dalla chirurga canadese Lucille Teasdale - che qui si conobbero e si sposarono - ha superato mezzo secolo di guerre civili, culminate nei vent'anni di terrore scatenato da Joseph Kony, il feroce leader dell’Esercito di resistenza del Signore che, in nome di un fondamentalismo pseudo-cristiano, ha provocato fino al 2007 decine di migliaia di morti e due milioni di sfollati.

Il Lacor è’ considerato un'isola d'eccellenza medica in una realtà che affonda le sue radici nella medicina tradizionale dei guaritori. Conta 482 posti letto e tre centri periferici. L'amministrazione e gran parte del sostegno economico (grazie a donazioni private) sono italiani, mentre la dirigenza sanitaria e i 595 dipendenti sono ugandesi, affiancati da volontari di tutto il mondo. Ogni mattina lunghe file di mamme attendono il proprio turno: sono adolescenti o poco più, come giovanissime possono essere solo le mamme nel Sud del mondo. Hanno tutte figli sulla schiena, in braccio, per mano, nel ventre. Sono coloratissime, come sgargianti sanno essere solo i guardaroba africani. Sfoggiano elaborate acconciature e si muovono con un portamento invidiabile. Sono l’immagine di una maternità fiduciosa, impavida. Questo in una condizione d’indigenza anche estrema, che trova una speranza di salvezza nelle cure dispensate dal Lacor, a tariffe minime o gratuitamente.
Tutte le foto sono state realizzate con il consenso dei soggetti e della direzione dell’ospedale.

AFRICAN MOTHERS
Gulu, Uganda: viaggio fotografico nei luoghi dove s’incontrano più bambini che adulti
di Mimmo Frassineti
21 settembre - 21 ottobre 2017
Biblioteche di Roma via Aldrovandi, 16 a