A Roma Giusy Caruso e il Metaverso

Mentre in Italia si lavora  intensamente dopo la svolta epocale con l’approvazione del Decreto Ministeriale n. 470 del 21/01/2024 che  riconosce la Ricerca Artistica come terzo livello di studi di dottorato nelle AFAM italiane (tema ampiamente consolidato in Europa), la pioniera e oggi riconosciuta eccellenza nelle accademie di tutto il mondo, l’Italiana Giusy Caruso torna a Roma al Parco della Musica per presentare il suo libro, il primo in assoluto in lingua italiana dedicato a questo tema.

L'evento sarà preceduto da un  Seminario che la ricercatrice, pianista e performer terrà al Conservatorio di Musica Santa Cecilia “Nuovi Orizzonti nella Ricerca Artistica Musicale”

 Vero cervello in fuga dall’amatissima Calabria, Giusy Caruso è oggi vive e lavora in Belgio ed è  nota a livello internazionale per trasformare in poesia sinestetica i più recenti studi delle neuroscienze sul movimento performativo, sulla biomeccanica, sull’interazione uomo-macchina e sull'intelligenza artificiale, divenendo essa stessa corpo artistico, sbriciolando ogni barriera, sfidando ogni convenzione e in definitiva creando un nuovo genere di performance digitale, parola quest'ultima di un presente che è già futuro in cui il mondo fisico incontra quello digitale, che oggi è definibile solo come autentica contemporaneità alla nostra esperienza quotidiana sublimata in arte

 22 Giugno 2024 - Roma
Seminario: Nuovi orizzonti nella Ricerca Artistica Musicale
Conservatorio di Musica Santa Cecilia

 25 Giugno 2024 - Roma
 Presentazione del libro "La Ricerca Artistica Musicale. Linguaggi e Metodi" (Lucca, LIM 2022)
 Libreria Auditorium Parco della Musica - NOTEBOOK
 ore 18.30

La sua pubblicazione in Italia con LIM del primo testo nella nostra lingua sulla ricerca artistica musicale ed in particolare su questa nuova frontiera della performance musicale e delle sue infinite possibilità presenti e future, che sarà presentato a Roma il 25 giugno, ha indubbiamente suscitato molto scalpore ed un inatteso interesse nel mondo della formazione musicale, giacché è indubbio che Giusy Caruso proponga, nei suoi scritti scientifici e nelle sue intense e sfidanti performances live, un modo di occupare lo spazio materiale ed immateriale del palco perfettamente in linea con il continuo dialogo tra realtà e dimensioni diverse, che la tecnologia di oggi ci ha reso esperienza quotidiana, così costante da portarla spesso ad una rapidissima e mortificante banalizzazione. Mentre le istituzioni musicali del nord Europa da anni studiano la performance artistica con approccio di ricerca in vista di un suo potenziamento attraverso le infinite possibilità che lo sviluppo tecnologico offre con incessante incalzare, l’Italia pare ferma ad un’idea ancora totalmente romantica del gesto d’arte.

Giusy Caruso, la pianista ricercatrice che suona col corpo e duetta col suo avatar
Nata come pianista e ben nota come interprete di musica contemporanea e artista ricercatrice,  performer d'avanguardia, Giusy Caruso è capo del gruppo di ricerca CREATION al Conservatorio Reale di Anversa [BE], e docente anche  in altre importanti istituzioni del nord Europa dedicate alla sperimentazione sulla performance trasversale ad arti performate, scienza, tecnologia ed in ultima sintesi al dialogo tra le nuove ‘realtà’. Giusy Caruso porta e racconta oggi in Italia un nuovo concetto di evento dal vivo di straordinaria attualità, perfetto per quella Generazione Z cresciuta per non operare distinguo tra realtà terrena e aumentata, esperienza diretta e mediata. Un campo da noi sconosciuto, mentre Giusy Caruso, dal cuore dell’Europa, ne sta facendo una pionieristica disciplina scientifica e una travolgente esperienza immersiva e sinestetica su palcoscenici internazionali.

Nel 2023 la Commissione Europea le assegna  insieme al partner tecnologico LWT3 di Milano, il premio europeo S+TARTS 2023 Honorary Mention conferito annualmente ai progetti di ricerca pionieristici che interfacciano arte, tecnologia e scienza con la seguente valutazione da parte di una giuria internazionale formata da esperti curatori, ricercatori e scienziati:
Quali nuove possibilità porteranno i progressi tecnologici alle nostre esperienze musicali? MetaPhase invita a incontrare la performance musicale in un nuovo mondo in cui esseri umani e avatar si armonizzano sia nello spazio reale che in quello virtuale. Questo è uno dei fantastici progetti che ha impressionato la giuria con il suo notevole approccio artistico e la compiuta esplorazione innovativa.

 Con il profilo di pianista e artista-ricercatrice post-dottorata (PhD in Arts: Music Performance), Giusy Caruso oggi nelle sue performance live diffonde la sua ricerca, affrontando il repertorio dal classico al contemporaneo, e combinando il piano gran coda con strumenti impensabili nella normale prassi concertistica: suona con dei sensori (Myo Armband) sulle braccia che captando  gli impulsi elettrici dei suoi muscoli controllano il pc a distanza e creano un suono elettronico prodotto dal suo movimento, e duetta nel Metaverso con il suo Avatar come nel progetto MethaPhase presentato a Cremona. Giusy trasforma in poesia sinestetica i più recenti studi delle neuroscienze sul movimento performativo, sulla bio-meccanica e sull’interazione uomo-macchina, divenendo essa stessa corpo artistico, sbriciolando ogni barriera, sfidando ogni convenzione e in definitiva creando un nuovo genere che oggi è definibile solo come autentica contemporaneità alla nostra esperienza quotidiana sublimata in arte.

Dunque eventi d’arte al calor bianco che nascono nel cuore di una rigorosissima ricerca scientifica e filosofica: la dualità geografica ed esistenziale di Giusy Caruso. Un campo che sa di sconosciuto, mentre lei, dal cuore dell’Europa, ne sta facendo una pionieristica disciplina scientifica e una travolgente esperienza concertistica immersiva e sinestetica, rivolta anche al coinvolgimento partecipativo e interattivo degli spettatori, con azioni pedagogiche e d'impatto sociale destinate al miglioramento della qualità di vita delle fragilità sociali e contro la violenza di genere. Giusy Caruso ci aiuta a riscoprire quanto quella stessa tecnologia ed i suoi sviluppi applicati all’arte performata abbia ancora in sé un portato poetico, straniante, toccante, disturbante, evocativo, se usata, anche e soprattutto con criterio scientifico, per portare l’artista e il pubblico oltre i limiti materiali del corpo, dello strumento e di una modalità d’ascolto tradizionale: un’esperienza illuminante che di certo aprirà nuovi orizzonti estetici al pubblico italiano.