37° Cantiere di Montepulciano. 'Novantadue Falcone e Borsellino, 20 anni dopo

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Pierluigi Corallo, Borsellino, e Rosario Lisma, Falcone

La rappresentazione in anteprima nazionale, nella Fortezza di 'Novantadue Falcone e Borsellino, 20 anni dopo, testo teatrale inedito di Claudio Fava, è stato l'evento che ha inaugurato il XXXVII Cantiere Internazionale D’arte di Montepulciano, il 19 luglio 2012, giorno in cui ricorreva il ventennale dell'attento in cui morirono Borsellino e la sua scorta.

Claudio Fava ha scritto un testo asciutto ma denso, in cui razionalità ed emozioni si fondono, ha raccontato i due magistrati, non come icone, ma come persone umanissime che affrontano consapevolmente una pesantissima solitudine, coerenti con il loro impegno di servire lo Stato. Avrebbe potuto essere un pesante elenco di fatti, invece Fava è riuscito con una scrittura agile e tagliente e anche profondamente umana a rendere vivo lo svolgimento del testo, coinvolgendo ed emozionando intensamente il pubblico.

Dopo venti anni, per chi non c'era ancora o era troppo giovane, ma anche per riportare a galla la memoria di chi ha vissuto quegli avvenimenti, 'Novantadue è un testo di teatro civile che giunge opportuno in questa situazione, in cui le indagini dei magistrati stanno riportando alla luce le prove di quanto molti di noi allora avevano non solo sospettato, ma di cui in cuor nostro eravamo certi.

È pienamente condivisibile la definizione del regista Marcello Cotugno: “Novantadue è una moderna tragedia classica. Suo malgrado. La modernità è nei fatti, nel titolo che scandisce la nostra ridottissima distanza (solo temporale, perché nei fatti c'è già un universo a separarci) dalla storia che mette in scena. La sua classicità è nella dimensione epica, consapevolmente eroica, dei suoi protagonisti.”

La pièce si apre in un momento cruciale della vita dei due magistrati: la loro ultima notte prima di lasciare l'Asinara, la splendida isola, sede del carcere di massima sicurezza, in cui si rinchiusero, su ordine del questore di Palermo. Dopo le uccisioni (1985) dei funzionari di Polizia, Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, stretti collaboratori dei due magistrati, per precauzione fu all'Asinara che Falcone e Borsellino prepararono l'atto d’accusa per il primo grande processo alla mafia (475 imputati), e a cui fu richiesto pure di pagare il loro soggiorno.

È l'occasione per parlare anche d'altro: la loro vita con le restrizioni a cui anche la famiglia , soprattutto quella di Paolo Borsellino – moglie e tre figli- sono sottoposti; il preavviso dell'ordine di andare a l'Asinara fu di due giorni. Parlano di sé stessi, come sono diventati magistrati, due persone con una vita normale: a scuola persino a contatto con i figli dei boss, della paura e della ...morte una presenza costante nella loro vita, solo nell'incoscienza non si ha timore: il coraggio è il superamento della paura.

Dopo la conferma in Cassazione delle condanne del Maxi- processo, ai boss di cosa Nostra di Palermo subentrarono i Corleonesi, ma la cosa peggiore fu la reazione dello Stato e non solo. Antonino Caponnetto che aveva creato il “pool antimafia” andò via (1988) e a dirigere le indagini penali alla procura di Palermo, a Falcone fu preferito Antonino Meli, che aveva maggiore anzianità, ma che mai aveva istruito un processo penale e che si affrettò a smantellare il pool.

Il Consigliere Istruttore si materializza sul palcoscenico e lo scontro con Falcone rende benissimo la vischiosità e l'ipocrisia di quella zona oscura degli apparati dello stato, un cancro fetido che mai c'è stata la volontà politica di estirpare. Fu un terribile segnale che fece capire immediatamente che i magistrati erano lasciati soli dallo Stato.

E poi l'attentato all'Addaura (1989), sventato, da Antonino Agostino e Emanuele Piazza, agenti del SISDE, un complotto, in cui le recenti indagini confermano il coinvolgimento di parti delle istituzioni: uomini dei servizi, ufficiali dei corpi speciali, ministri guardasigilli, funzionari pubblici e depistatori di professione. Per screditare Giovanni Falcone si insinuò che fosse stato lui stesso ad organizzarlo; un personaggio carismatico come Sciascia affermò:”l'Antimafia è diventato strumento di potere” e Leoluca Orlando, attaccò con parole dure il magistrato.

I due uomini che avevano impedito l'uccisione di Falcone morirono in circostanze mai chiarite e il magistrato fu immediatamente consapevole dell'accaduto e affermò:"Ci troviamo di fronte a menti raffinatissime che tentano di orientare certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra e centri occulti di potere che hanno altri interessi. Ho l'impressione che sia questo lo scenario più attendibile se si vogliono capire davvero le ragioni che hanno spinto qualcuno ad assassinarmi".

La consapevolezza della necessità di cambiare le leggi spinse Falcone ad accogliere l'invito ad andare a Roma (1991 fino alla morte -23 maggio 1992) per collaborare al Ministero di grazia e giustizia, diretto allora da Claudio Martelli, per la creazione di una super procura antimafia indipendente, la Direzione nazionale antimafia.

L'uccisione di Falcone, la moglie e la scorta a Capaci rese immediatamente consapevole Paolo Borsellino della sua solitudine e dell'imminenza della sua morte. Assistiamo all'incontro del magistrato con un  “mafioso piccolo piccolo”, che  esegue gli ordini senza discutere, ma che si è rifiutato di ucciderlo e gli annuncia che l'esplosivo per ucciderlo è arrivato: un esplosivo speciale in dotazione solo all'esercito .....chissà come arrivò nelle mani di Cosa Nostra ?

Un testo duro ma umanissimo che il regista Marcello Cotugno ha posto in una scena scarna ma significativa e funzionale alla recitazione dei bravissimi interpreti che si sono calati magistralmente nei ruoli. Alla fine applausi commossi e scroscianti all'autore e a tutto il cast.

Pubblicato in: 
GN37 Anno IV 30 luglio 2012
Scheda
Autore: 
Claudio Fava
Titolo completo: 

XXXVII Cantiere Internazionale D’arte di Montepulciano

20 - 29 luglio 2012

'Novantadue Falcone e Borsellino, 20 anni dopo
Testo inedito-novità italiana di Claudio Fava

Con (in ordine alfabetico)
Pierluigi Corallo, Paolo Borsellino
Antonio Fazzini, il consigliere istruttore
Ugo Giacomazzi, il mafioso
Rosario Lisma, Giovanni Falcone
Elementi scenici di Veronica Rosafra,
Regia di Marcello Cotugno
Produzione BAM teatro
Con il sostegno del Comune di Cagliari
E di:
XXXVII Cantiere Internazionale D’arte di Montepulciano
Festival L’Opera Galleggiante

ANTEPRIME NAZIONALI:
Montepulciano, 19 luglio 2012
Fortezza
Padova, 21 luglio 2012
Bastione Santa Croce- Rassegna “Giardini sospesi”
Casalmaggiore, 22 luglio 2012
Festival L’Opera Galleggiante
In tournèe da ottobre a marzo 2013