42° Festival della Valle d'Itria. Paisiello e l'opera buffa a Martina Franca

Articolo di: 
Piero Barbareschi
Danil Trifonov

Il Festival della Valle d'Itria di Martina Franca, giunto quest'anno alla quarantaduesima edizione, da sempre prevede la rappresentazione di melodrammi o composizioni strumentali in prima esecuzione moderna. In linea con la tradizione, il concerto inaugurale del 14 luglio 2016 (con replica il 31) ha proposto la prima rappresentazione in tempi moderni, nell'edizione critica di Luisa Cosi, de La grotta di Trofonio, opera di Giovanni Paisiello nell'ambito delle celebrazioni del 150° della morte, coproduzione del Festival della Valle d'Itria e della Fondazione del Teatro San Carlo di Napoli.

Con questa rappresentazione il Festival, come sempre sotto la direzione artistica di Alberto Triola e con Fabio Luisi direttore musicale, ha dato un importante contributo alla visibilità di un autore fondamentale nel panorama del melodramma europeo.

La scheda completa di tutti i protagonisti come sempre si trova al termine dell'articolo, ma intanto mi sembra doveroso ovviamente citare in apertura il direttore dell'Orchestra Internazionale d'Italia, Giuseppe Grazioli, costante ed apprezzata presenza da qualche anno al Festival, la regia di Alfonso Antoniozzi, quest'anno non presente in scena ma indimenticabile interprete di Napoli Milionaria di Nino Rota nel 2010 (diretta anch'essa da Grazioli) e delle Braci di Tutino lo scorso anno, Roberto Scandiuzzi nel ruolo di Trofonio (e anche lui coprotagonista lo scorso anno nelle Braci), e infine ultimo ma non ultimo il camaleontico ed incontenibile Domenico “Mimmo” Colaianni, amata ed ormai insostituibile presenza nei delicati ruoli buffi del teatro musicale del Settecento e Ottocento che negli ultimi anni sono stati eseguiti al Festival.

Paisiello compose La grotta di Trofoniocommedia in musica, nel 1785, di ritorno da un periodo di lavoro in Russia. Scritto per il Teatro dei Fiorentini, con il testo di Giuseppe Palomba, celebre e prolifico librettista di quegli anni, applica con la conosciuta padronanza di mezzi i tipici stilemi della commedia buffa dell'epoca, nella quale sono presenti capovolgimenti di situazioni, equivoci e colpi di scena.

Spunto per mettere in pratica questi elementi del linguaggio teatrale una vicenda un poco macchinosa nella quale l'ingresso dei personaggi in una grotta ne provoca il capovolgimento delle caratteristiche caratteriali e della personalità, dando quindi vita, negli inevitabili rapporti di coppia e relazioni amorose, a situazioni paradossali.

Fra i personaggi che ruotano nella vicenda, spiccano Trofonio-Roberto Scandiuzzi e Don Gasperone-Mimmo Colaianni, che rappresentano il primo la visione più “seria” e saggia del custode filosofo dell'antro ed il secondo la tipica maschera dell'opera buffa, con giochi di parole, agilità ritmiche e gestualità che ci si attende da un personaggio del genere.

La regia di Antoniozzi ha sottolineato e direi giustamente accentuato, nella gestione dei gruppi e nella gestualità dei singoli, le proprietà caratteriali dei personaggi, in aderenza con gli schemi dell'opera buffa e le aspettative dello spettatore. Le scene di Dario Gessati hanno inoltre proposto un'interessante soluzione, semplice ma efficace per variare l'ambientazione: grandi libri adagiati in scena aprendo e mostrando le pagine dei quali appaiono raffigurazioni con una scelta cromatica che ricorda la tipica guascia napoletana e che identificano gli spazi nei quali si svolge l'azione.

Azione come già accennato che immediatamente coinvolge ed investe il pubblico con ritmi serrati ed incalzanti e a questo proposito la prima osservazione che nasce spontanea (peraltro già espressa su queste pagine per rappresentazioni del Festival dello scorso anno) è che in occasioni del genere sarebbe più che utile, se non indispensabile, la proiezione sulla parete di fondo del cortile del palazzo Ducale del testo delle arie dei cantanti, così come avviene da anni nei più importanti teatri.

Quanto cantato da Don Gasperone in napoletano arcaico può aver creato problemi di comprensione, ma la gestualità, la mimica corporea e facciale e la straordinaria disinvoltura sulla scena di Colaianni hanno senza dubbio sopperito e resa inutile qualsiasi intermediazione. Al contrario, per il luogo della rappresentazione, di grande suggestione ma certe volte implacabile in funzione delle condizioni ambientali, ma forse anche per modalità di emissione, frequentemente è risultato poco comprensibile il testo dei cantanti e pertanto, stante anche la complessità della vicenda e la non conoscenza del pubblico della trama, cosa che non rappresenta certo una colpa per i presenti, un aiuto con un semplice ausilio tecnico avrebbe reso ancor più gradevole e partecipata la visione dell'opera.

I personaggi maschili e femminili che ruotano intorno a Trofonio e Gasperone sono stati tutti ben definiti nelle loro caratteristiche, con piccole ma perdonabili ed ininfluenti sbavature nel rapporto con l'orchestra, inevitabili nelle rappresentazioni all'aperto, e l'impasto timbrico dei vari registri vocali nelle sezioni che coinvolgevano tutti i personaggi sempre preciso ed equilibrato.

L'Orchestra Internazionale d'Italia (orchestra abituata ad affrontare con disinvoltura pagine ben più impegnative del repertorio sinfonico ed operistico) ha assecondato con precisione e sicurezza  le indicazioni della concertazione di Giuseppe Grazioli, il quale avrebbe forse dovuto, a nostro parere, esaltare più di quanto non abbia fatto, prendendo atto anche delle condizioni del “microclima” del cortile del Palazzo Ducale, alcune caratteristiche della scrittura sostanzialmente semplice e in linea con il tipico stile dell'opera buffa, ma forse proprio per questo motivo bisognosa di caratterizzazioni ritmiche e dinamiche più esasperate.

Due atti di poco più di un'ora ciascuno trascorsi senza problemi e con manifesto gradimento da parte del pubblico. Applausi e ripetute chiamate in scena per direttore e protagonisti. Un beneaugurante inizio del Festival, in attesa dei prossimi interessanti appuntamenti.

Pubblicato in: 
GN35 Anno VIII 21 luglio 2016
Scheda
Titolo completo: 

42° Festival della Valle d'Itria
Martina Franca
Giovedì 14 luglio 2016

Palazzo Ducale ore 21.00

GIOVANNI PAISIELLO
LA GROTTA DI TROFONIO
Commedia in musica
Prima esecuzione in tempi moderni
Edizione critica di Luisa Cosi

Maestro concertatore e direttore d’orchestra
GIUSEPPE GRAZIOLI

ORCHESTRA INTERNAZIONALE D'ITALIA

Regia
ALFONSO ANTONIOZZI

Dori BENEDETTA MAZZUCATO
Rubinetta CATERINA DI TONNO
Artemidoro MATTEO MEZZARO
Don Gasperone DOMENICO COLAIANNI
Eufelia ANGELA NISI
Madama Bartolina DANIELA MAZZUCATO
Trofonio ROBERTO SCANDIUZZI
Don Piastrone GIORGIO CAODURO

Scene DARIO GESSATI
Costumi GIANLUCA FALASCHI
Disegno luci CAMILLA PICCIONI