Sferisterio 60°. Norma e Turandot, Inno alla Luna

Articolo di: 
Livia Bidoli
Turandot

Con la presentazione della nuova stagione nel 2025, lo Sferisterio di Macerata ed il suo festival al 60° anno di età, hanno chiuso lo scorso 11 agosto le loro danze sul palcoscenico con la Bohème, dopo aver presentato due titoli in nuovo allestimento: Norma e Turandot, che quest'anno anche in altri festival ed a Caracalla per Turandot con le scene di Fuksas, hanno visto rivoluzionare l'ultima tragedia lirica pucciniana.

Due lune, due percorsi diversi che però combaciano entrambi in un sacrificio: quello di Norma cpn Pollione nella tragedia lirica belliniana su libretto di Felice Romani, datata 1831; della schiava Liu' nell'ultima fatica incompiuta di Puccini, Turandot (1926), su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, dalla fiaba teatrale omonima di Carlo Gozzi. andata in scena postuma due anni dopo la morte del compositore, di cui si celebra quest'anno il centenario dalla morte, nel 1924.

Norma, andata in scena il 20 e 26 luglio, il 4 ed il 9 agosto (in corsivo quella seguita), nel nuovo allestimento firmato dalla regista e documentarista milanese Maria Mauti, alla sua prima esperienza con il teatro d’opera, ha avuto sul podio un veterano del belcanto come Fabrizio Maria Carminati, direttore artistico del Teatro Bellini di Catania. Protagonista Marta Torbidoni nel ruolo principale di Norma, giovane soprano marchigiano che ha dato un'ottima prova di placoscenico, vocalmente ed attorialmente, viste poi le scale che c'erano da salire e scendere sul palco (non solo per lei!). Il celebre soprano Roberta Mantegna ha impersonato perfettamente la giovane ancella Adalgisa; mentre i principali ruoli maschili sono stati interpretati da un eccezionale Antonio Poli (Pollione) e Riccardo Fassi (Oroveso). Ottima direzione di Carminati  della FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana e preperazione del Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini” da parte del Maestro del coro Martino Faggiani.

Quel che ci ha destato un pò di noia sono state le sceneografie a cura di Garcés – de Seta – Bonet Arquitectes in collaborazione con Carles Berga, che somigliavano a prigioni piramidali per le scale, dove si spostavano - abbastanza con difficoltà - i personaggi; poco notevoli i costumi di Nicoletta Ceccolini; le luci di Peter van Praet erano suggestive, meno i video di Lois Patiño.

Turandot, andata in scena il 19 e 28 luglio, il 3 ed il 10 agosto (in corsivo quella seguita), di nuovo con un gigante tondo a rappresentare la luna sullo sfondo a sinistra in alto, era di grande impatto per le scene a cura di Paco Azorín, che muove anche i personaggi sul palco e ne determina l'azione sincronica.

Un grande personaggio, il Coro, si staglia come contadini al lavoro, stanchi e bistrattati, che assistono all'ennesima violenza di Turandot, gelida apostata del cuore, su un pretendente che viene colpito dalle frecce delle otto ancelle-guerriere della principessa. Una sorta di San Sebastiano viene infisso da altre donne senza pietà, che minacciano i contadini di infilzare anche loro, in caso di sommossa. Una tirannide che mostra il peggiore volto del femminile negativo, rancoroso, colpito da una maledizione di cui lei in primis è schiava consapevole.

Una pregiatissima e crudele Olga Maslova, soprano russa solista del Mariinsky Academy of Young Opera Singers, si è stagliata con potenza sul Calaf, altrrettanto straordinario di Angelo Villari, morbido nella voce e determinato nei modi e nelle decisioni, di fronte al cieco furore di Turandot. Due voci che ben si accordavano nell'opposizione; mentre la giovane Liu' di Ruth Iniesta era poco commovente nella sua prova. Antonio Di Matteo come Timur è stato altrettanto eccezionale: impervia la sua prova canora e lui all'altezza anche nella cinetica di padre angosciato doppiamente per l'ancella Liu' ed il figlio Calaf. Bravi e simpatici Lodovico Filippo Ravizza (Ping), Paolo Antognetti (Pang) e Francesco Pittari (Pong).

Direzione apprezzabile quella di Francesco Ivan Ciampa ed ancora lodi per il Coro che, sebbene di soli 70 elementi e di non professionisti come il Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini”, sono stati preparati in maniera eccellente, vogliamo ripeterlo, dal Maestro Martino Faggiani.

Uno strano stop con applausi alla fine di Turandot, sulle pagine originali pucciniane e le parole di Toscanini proiettate sul fondo di questo magnifico palcoscenico rilucente e a sfera, ci avevano convinto del finale corretto; nonchè, dopo qualche minuto,il Coro intona: “O sole! Vita! Eternità!” del compositore Franco Alfano, sulle stesse note del Nessun dorma. Ci convinciamo che le dichiarazioni e la citazione di Toscanini è un pò uno sberleffo, forse per Puccini, di sicuro per noi! Ci scappa da ridere, però poi pensiamo ai variopinti costumi di Ulises Mérida; alle splendide coreografie di Carlos Martos de la Vega; ai video e luci di Pedro Chamizo, un inno e sortilegio di Luna, con le scritte in giapponese che mai sapremo cosa significhino, e torniamo a battere le mani col pubblico, entusiasta, di una performance favolosa.

Il prossimo anno di saranno Rigoletto e Macbeth, due opere verdiane e a firma Federico Grazzini la prima ed Emma Dante la seconda, in versioni già presentate; l'opera in nuovo allestimento tradotta e cantata interamente in italiano sarà Die lustige Wittwe, La vedova allegra di Franz Lehár, che aprirà il 61° festival di Opera a Macerata il 18 luglio 2025 allo Sferisterio; che offrirà anche un programma di danza e concerti fino al 10 agosto.

Pubblicato in: 
GN39 Anno XVI 16 agosto 2024
Scheda
Titolo completo: 

Macerata Opera Festival 60° edizione
19 luglio - 11 agosto 2024
Vincenzo Bellini
Norma
Tragedia lirica in due atti
Libretto di Felice Romani
Dalla tragedia Norma ou L’infanticide di Alexandre Sourmet
con sopratitoli in italiano e in inglese

CAST
Direttore
Fabrizio Maria Carminati
Regia
Maria Mauti
Scene
Garcés – de Seta – Bonet Arquitectes in collaborazione con Carles Berga
Costumi Nicoletta Ceccolini
Luci Peter van Praet
Video Lois Patiño
Assistente alla regia
Adriana Laespada
Assistente alla scenografia
Chiara La Ferlita

Pollione Antonio Poli
Oroveso Riccardo Fassi
Norma Marta Torbidoni
Adalgisa Roberta Mantegna
Clotilde Carlotta Vichi
Flavio Paolo Antognetti

FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana

Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini”
Maestro del coro Martino Faggiani

Banda Salvadei

Nuovo allestimento dell’Associazione Arena Sferisterio

Giacomo Puccini
Turandot
Dramma lirico in tre atti
Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni
versione originale incompiuta

con sopratitoli in italiano e in inglese

CAST

Direttore
Francesco Ivan Ciampa
Regia e scene
Paco Azorín
Costumi Ulises Mérida
Movimenti scenici Carlos Martos de la Vega
Video e luci Pedro Chamizo
Assistente alla regia Riccardo Benfatto
Assistente alla scenografia Laura Perini

La principessa Turandot
Olga Maslova
L'imperatore Altoum
Christian Collia
Timur
Riccardo Fassi (19 e 28 luglio) / Antonio Di Matteo (3 e 10 agosto)
Il principe ignoto (Calaf)
Angelo Villari / Ivan Magrì
Liù Ruth Iniesta
Ping Lodovico Filippo Ravizza
Pang Paolo Antognetti
Pong Francesco Pittari
Un mandarino Alberto Petricca
Il principino di Persia Mauro Sagripanti

FORM-Orchestra Filarmonica Marchigiana

Coro lirico marchigiano “Vincenzo Bellini”
Maestro del coro Martino Faggiani

Pueri Cantores “D. Zamberletti”
Maestro del coro Gian Luca Paolucci
assistente al maestro del coro Anna Rosa Agostini

Banda Salvadei

Nuovo allestimento dell’Associazione Arena Sferisterio in coproduzione con l’Opéra Grand Avignon