70° Sagra Musicale Umbra. “Svegliatevi, arpa e cetra voglio svegliare l'aurora”

Articolo di: 
Daniela Puggioni
David Bates e il gruppo La Nuova Musica

La Sagra Musicale Umbra ha raggiunto un ragguardevole traguardo quello della 70ª edizione, per celebrarlo degnamente Alberto Batisti, direttore artistico della prestigiosa manifestazione, ha creato il programma di quest'anno avendo il Libro dei Salmi come fonte di ispirazione e filo conduttore. Batisti ha chiarito così le sue intenzioni: “...risalire alla fonte più antica della nostra spiritualità espressa in canto e tradotta in musica. Il Libro dei Salmi, il Salterio, è una sorgente inesauribile di poesia e di musica da cui si libra il canto dell'anima...”.

Conseguentemente  è stato proposto  un programma ricco di brani, che solo raramente è possibile ascoltare in Italia, impaginati con acuta sensibilità.  A cominciare dalla inaugurazione che si è svolta nella incantevole e appropriata cornice della Basilica di San Pietro di Perugia, il 11 settembre scorso. L'apertura ha visto il debutto a Perugia dell'ensemble vocale e strumentale londinese La Nuova Musica diretto da David Bates. Il programma è stato dedicato ai due giganti della musica barocca, sono stati eseguiti quattro dei sei mottetti di Bach - BWV 225-226, 229-230 – e il Dixit Dominus Domino meo (Salmo 110), HWV 232 per soli, coro, archi e basso continuo di Händel

Bach nel suo ruolo di Kantor della Thomaskirche e Directore Chori Musici Lipsiensis a Lipsia dovette curare la parte musicale della liturgia. La liturgia della domenica era quella principale, per cui il Kantor compose Cantate in tedesco per soli, coro e complesso strumentale, a queste si aggiungevano i mottetti all'Introito e all'Offertorio. I mottetti composti da Bach, che ci sono rimasti, però, non furono scritti per quello scopo, in quanto il Kantor utilizzava raccolte come il Florilegium Portense (1618) di Erhard Bodenschatz, di autori non solo germanici ma anche italiani, Lutero, infatti, non aveva proibito completamente l'uso del latino. La maggior parte dei mottetti della raccolta sono mottetti a otto voci in doppio coro sul modello dei "cori spezzati" dei Gabrieli, che Heinrich Schütz, allievo di Giovanni, aveva introdotto in Germania.

I mottetti  che ci sono rimasti quindi sono pezzi di occasione ma solo di due abbiamo notizie certe. Der Geist hilft unser Schwachheit ( 1729 Lo spirito viene in aiuto alla nostra debolezza) BWV 226 "Per il funerale del signor professore e rettore Ernesti" come indicato nell'autografo dal compositore stesso è un mottetto, a otto voci in doppio coro, in tre sezioni e prevede gli archi in raddoppio del primo coro e fagotto e due oboi per il secondo. Il libretto  è tratto dalla Lettera ai Romani mentre il testo e l'armonizzazione del Corale, Komm, Heiliger Geist, Herre Gott sono di Lutero.

L'altro mottetto di cui esiste l'autografo è Singet dem Herrn ein neues Lied (Cantate al signore un canto nuovo) BWV 225, a otto voci  in doppio coro, articolato in quattro sezioni, venne composto intorno al 1726-1727 forse per il genetliaco di Friedrich August di Sassonia. Il testo contiene versetti dai salmi 149 e 150, e due Kirchenlieder, un corale su testo di Johann Gramann e un'aria di ignoto. La struttura dei mottetti è di ardua esecuzione per la complessa struttura polifonica creata dal sublime contrappunto del Kantor in particolare il BWV 225, in cui all'inizio e, dopo l'aria e il corale, alla fine il coro è messo alla prova da un funambolico virtuosismo che si conclude con un una spettacolare fuga a quattro voci.

Gli altri due mottetti eseguiti sono stati: Komm, Jesu, komm (Vieni Gesù vieni) BWV 229, che in base al testo, l'unico che non deriva dalla Bibbia, si ritiene scritto per un'occasione funebre e Lobet den Herrn alle Heiden (Lodate il Signore popoli tutti ) BWV 230. Il mottetto, basato solo sul Salmo 117, è l'unico su cui sono stati avanzati dubbi sulla paternità di Bach, dubbi nati perché fu trovato soltanto dal 1821 in una edizione a stampa, ma  la sua elaborata struttura polifonica, in tre parti con una doppia fuga iniziale,  ha fatto propendere per l'attribuzione a Bach.

L'esecuzione dei quattro Mottetti è stata aperta dal Prélude dalla Suite n. 1 in sol maggiore per violoncello solo BWV 1007, dopo il primo mottetto, c'è stata l'Air dall’Ouverture n. 3 in re maggiore per orchestra BWV 1068 e dopo il secondo la Siciliana dalla Prima Sonata per violino solo. Questi intermezzi strumentali hanno legato i brani e messo in luce la bravura dell'orchestra e dei due solisti Jonathan Rees, violoncello e Bojan Cicic, violino.

Il ventiduenne Händel compose il Dixit Dominus Domino meo (Salmo 110), HWV 232 per soli, coro, archi e basso continuo, a Roma nel 1707 per i Vespri della festa di Nostra Signora del Carmelo, la prima esecuzione avvenne nella Basilica di Santa Maria in Monte Santo a Piazza del popolo. Il testo“ messianico” del salmo è esaltato dalla forma musicale del mottetto; se una caratteristica dell'arte barocca è stupire, il Dixit Dominus è paradigmatico, ha un inizio folgorante e drammatico, in sol minore con un'ampia introduzione e coda orchestrale. Una poderosa struttura che accoglie la tutta la tradizione di musica liturgica fondendola in modo originalissimo con aspre dissonanze, forti contrasti dinamici e una iridescente  tavolozza timbrica.

Le arie e il sublime duetto dei soprani con in sottofondo le voci maschili mostrano come avesse profondamente assimilato le forme vocali italiane per adattarle alle sue esigenze espressive. Le arie e il duetto sono pause riflessive in cui il canto si dispiega in un'atmosfera contemplativa e rarefatta, mentre al coro sono affidate le parti veementi e drammatiche, una mirabile anticipazione dei grandi cori degli oratori della maturità. Il potente e complesso contrappunto sul cantus firmus, la martellante sillabazione sono il mezzo usato da Händel per rendere la forza della profezia contenuta nel salmo, ma anche una ardua prova per il coro, a cui viene richiesta una perfetta intonazione e precisione.

Il coro ha queste indispensabili caratteristiche, il problema, ci è sembrato, essere l'esasperata interpretazione richiesta dal direttore David Bates. Il canto è parso avere come modello non Händel ma l'Elektra di Strauss soprattutto nelle voci femminili, con una emissione violenta e stridula che rasentava l'urlo e che ha causato uno squilibrio tra le voci maschili e quelle femminili. Bene l'orchestra, che come già detto, ha ottimi elementi. Il folto pubblico che ha affollato la chiesa ha tributato agli interpreti un lunghi e scroscianti applausi.

Pubblicato in: 
GN40 Anno VII 17 settembre 2015
Scheda
Titolo completo: 

70° Sagra Musicale Umbra
Venerdì 11 settembre, ore 21.00
Perugia, Basilica di San Pietro

LA NUOVA MUSICA
David Bates, direttore

Bach:
Prélude dalla Suite n. 1 in sol maggiore per violoncello solo BWV 1007;
Jonathan Rees, violoncello
Komm, Jesu, komm, mottetto a 8 voci in doppio coro BWV 229
Air dall’Ouverture n. 3 in re maggiore per orchestra BWV 1068
Der Geist hilft unser Schwachheit,  mottetto a 8 voci in doppio coro BWV 226
Siciliana dalla Prima Sonata per violino solo
Bojan Cicic, violino
Lobet den Herrn alle Heiden, mottetto a 4voci BWV 230
Singet dem Herrn ein neues Lied, mottetto a 8 voci in doppio coro BWV 225

Haendel:
«Dixit Dominus Domino meo» (Salmo 110), HWV 232 per soli, coro, archi e basso continuo