Budapest Wagner Days al Müpa. Il Crepuscolo nella Bayreuth ungherese

Articolo di: 
Livia Bidoli
Catherine Foster

Nella splendida sala Béla Bartók National Concert Hall abbiamo assistito alla terza giornata dell'Anello dei Nibelunghi (Der Ring des Nibelungen) ossia il Crepuscolo degli dei (Die Götterdämmerung), che ha concluso con successo il primo "round" della tetralogia wagneriana ai Budapest Wagner Days del Müpa il 16 giugno scorso - in replica l'intero Ring il 18,19,20 e 21 giugno - con Ádám Fischer alla bacchetta dell'Orchestra della Radio Ungherese e nell'allestimento semiscenico curato da Hartmut Schörghofer alla regia ed alle scene e Corinna Crome ai costumi.

Ogni anno è sold out, che sia il Ring per intero o Tristan und Isolde, Der fliegende Holländer, Lohengrin, Parsifal in un mix di opere romantiche e musikdramen: il Müpa, il Palazzo delle Arti di Budapest ha inventato una formula in termini di produzione semiscenica, con video, costumi, ed interventi coreografici, assolutamente azzeccata. Wagneriani di tutto il mondo incontratevi qui! Sembra in fondo dire questo il giugno di ogni anno la kermesse di due settimane dei Budapest Wagner Days: ho conosciuto melomani come medici che vengono qui ogni anno per questi cast stellari allo stesso livello di quelli del Bayreuther Festspiele, il Festival che si svolge a Bayreuth voluto da Wagner ed aperto nel 1876 con Der Ring des Nibelungen. Il dfirettore ungherese Ádám Fischer è inoltre una vera garanzia, conoscendo perfettamente tutto il repertorio wagneriano ed essendo stato eletto direttore dell'anno dal giornale tedesco Opernwelt nel 2002, proprio per le sdue performance per il Ring a Bayreuth. A capo della Hungarian Radio Symphony Orchestra, ha creato il Festival nel 2006 ottenendo ogni anno maggior successo per la sua direzione motivata ed attenta ad ogni leitmotiv, e assolutamente curata in tutte le parti dell'orchestra, all'altezza dell'eccellenza del suo direttore. 

La prima del Crepuscolo è avvenuta il 17 agosto 1876 al Festival di Bayreuth, ma il testo precede la musica – terminata nel 1874 con la scrittura del finale - ed il fine della Tetralogia è inciso nei fili dorati dell'inizio: le tre Norne filano il destino che si spezza nelle loro mani nel prologo del Crepuscolo –  Erika Gál, Judit Németh, Polina Pasztircsák che ci legano ad un “filo” di speranza nella loro voce armoniosa -, e ci rendiamo subito conto di ciò che succederà: la distruzione del Valhalla e dell'ordine stabilito dagli dei che Siegfried aveva preannunciato spezzando la lancia del “padre” Wotan, dove erano segnati i patti conferenti potere a Wotan e di cui Waltraute si lamenta con Brunilde.

L'anello è tratto ed è nelle mani di Brunilde dopo che Siegfried parte per le nuove avventure che concluderanno il ciclo attraverso la distruzione di un vecchio ordine sociale, quello degli Dei, inaugurando l'avvenire concepito da Wagner già nella stesura del 1848, durante i suoi anni anarchici alla rivoluzione di Dresda.

Waltraute è la splendida Anna Larsson, che si distingue nel canto moratorio ed allo stesso tempo pietoso nei confronti di Brunilde per convincerla a consegnare l'anello alle Figlie del Reno. Le ondeggianti sirene del fiume Woglinde, Eszter Wierdl; Wellgunde, Gabriella Fodor e Flosshilde, Zsófia Kálnay, levano alte il loro canto dipingendo una natura distesa e accogliente nel fondo delle loro acque: meravigliose e flessuose come ballerine. Loro proveranno ad avvertire Siegfried nel terzo atto e a liberarlo dalla maledizione dell'Anello (due leitmotiv che si incastrano) e si troveranno a che fare con il folle eroe inconsapevole delle stesse rune (simbolo della saggezza in questo caso) che gli ha trasfuso Brunilde rendendolo anche invulnerabile.

Siegfried che è giunto alla reggia dei Ghibicunghi, dove il figlio del nano Alberich, ossia Hagen, insieme a Gunther, gli tendono un tranello facendogli bere un filtro magico che è l'opposto di quello del Tristano, facendogli dimenticare il suo amore autentico per Brunilde e legandolo alla sorella di Gunther, Gutrune. L'inganno ai danni dell'eroe è perpetrato e nella sua forza che governa con animo gagliardo e istintivo, risiede la sua debolezza: di affidarsi incoscientemente allo stimolo dell'azione valorosa proposta dai due e ad un patto che ordisce un complotto contro di lui, senza minimamente accorgersene. La stessa Brunilde, ingannata da un Siegfried che la estorcerà a sé stesso per donarla al falso amico Gunther, parteciperà al complotto contro di lui, spronata dall'odio per l'amato fedifrago che si nasconde sotto il Tanhelm, l'elmo magico che lo muta in Gunther e le sottrae l'anello.
 
La Brunilde del soprano britannico Catherine Foster - che lavora soprattutto in Germania e risiede a Weimar - è in assoluto la piu' notevole delle voci dall'inizio alla fine e fa venire i brividi soprattutto al tradimento di Siegfried: "Verrat!", uno dei piu' potenti momenti drammatici; che è coadiuvato dal fedifrago Siegfried nella voce di Stefan Vinke, colto nel vivo del suo tradimento obnubilato da Hagen, l'altra voce piu' potente del cast: Albert Pesendorfer, basso-baritono austriaco proveniente da Linz.
Con estrema possanza si esprime Pesendorfer, in specie nella scena del complotto dopo il tradimento di Siegfried che ha bevuto il filtro ed ha obnubilata la mente: difatti non riesce a risalire ai letimotiv colui che mente per il filtro, Siegfried, mentre ben salda nella sua verità rimane Brunilde e così a livello musicale con il motivo dell'Amore eroico che le spetta, una evidenza psicologica che nella diatriba tra i due spicca.

Hagen, figlio del nano Alberich, è mosso solo dall'invidia, “Neid”, o meglio dall'avidità per l'anello: termine insito anche nel canto di Siegfried per Notung, la “Neidliches Schwert” (la spada invidiabile), emblema della potenza dell'eroe e che Hagen può sconfiggere solo colpendolo alle spalle vigliaccamente, nel suo unico punto debole, il dorso. I due momenti topici della morte di Siegfried e la Trauermarch (la marcia funebre) sono di un'intensità indicibile: il Maestro Fischer ha condotto la sua Orchestra al fulcro drammatico del Musikdrama con eccezionale convergenza empatica, in un sussulto di compassione per la morte dell'unico eroe che ricalca nella migliore ipotesi l'Übermensch nietzschiano, nell'ipotesi della trasvalutazione di tutti i valori in favore di un innalzamento dello spirito, in perfetta sincronia con Wagner ed il significato della sua musica. La Gutrune di Polina Pasztircsák ci è piaciuta molto, voce commovente e

Le voci raccontano quindi ancora di più in questo caso, ancora quella di Hagen, impersonata da Albert Pesendorfer. La sua potente profondità risuona tutta nelle vibrazioni tenebrose del suo racconto di vendetta e di riappropriazione dell'Anello, soprattutto nel sogno in cui ode il nano Alberich, suo padre, insinuante e corrivo nella parte il grandioso Péter Kálmán che lo impersonava. Fanno tremare entrambi e più nella voce di Siegfried, si distilla il respiro dell'eroe e della sua levatura tenorile, più le loro, insieme al Gunther dell'estone Lauri Vasar - già apprezzato nel Fidanzamento al convento di Prokofiev alla Staatsoper di Berlino sotto Pasqua dove interpretava Don Carlos -, piu' suggeriscono la bassezza dei loro piani, financo nella bella voce baritonale di quest'ultimo.

La musica sottovoce sussurra la morte dell'eroe nel terzo atto ed è di nuovo l'apice del motivo di Siegfried che risplende di nuovo, su una marcia funebre “eroica” di stampo beethoveniano in un do solenne: giunge finalmente il riconoscimento della sposa Brunilde, dell'Amore per lei, la Valchiria sull'altura che solo lui, l'eroe senza macchia, poteva liberare dal giogo di Wotan. Questa scena, insieme all'immolazione di Brunilde sulla pira dell'eroe, sono calibrati nella loro potenza prima sotterranea, nella Trauermarsch; poi lirica, nel canto accorato di Brunilde. Fiati e percussioni, il lamento degli archi, l'Orchestra tutta  guidata da Fischer è all'unisono in un'ambascia che invoca tutto il dolore del mondo per la morte dell'Eroe fulgido, determinando col corno il suo richiamo risplendente come nel brillìo della sua Spada. Brunilde canta la luce di Siegfried, tra poco unita alla sua nel divampare delle vampe della pira per l'eroe e la Valchiria: il tutto orchestrale rimembra i motivi tutti in crescendo animico e divampante per una nuova alba. Ridondante l'entrata magnifica del Coro diretto dal Maestro Kálmán Strausz, che è una messinscena di per sé, sullo sfondo della ripresa della New York capitalistica, simbolo della distruzione dprovocata dall'avidità per l'oro, l'anello rubato alle Figlie del Reno: il grande torto alla natura distruittrice del mondo degli Dei, affossato dall'avidità delle viscere della terra, Alberich e suo figlio Hagen. Suggestive le coreografie in questo caso di Gábor Vida, supportate dai video del team Szupermodern Filmstúdió Budapest. Buona la regia di Hartmut Schörghofer. Un pò troppo scontato il paragone capitalismo americano - regno di Alberich che termina con una visione alla Blade Runner con New York ed il suo Chrysler Building e Ground Zero invaso dall'acqua.

Dieci minuti di applausi per tutto il cast e la conduzione di Fischer: sold out per tutte le sere, si vendono già i biglietti per il prossimo Ring del 2020 che si prospetta ancora piu' magico.

Pubblicato in: 
GN29 Anno XI 24 giugno 2019
Scheda
Titolo completo: 

Budapest - Müpa - Palazzo delle Arti

Budapest Wagner Days
Gõtterdämmerung
Il crepuscolo degli dei
Terza giornata di
Der Ring des Nibelungen
Musica e libretto di Richard Wagner

16 giugno 2019
fino al 23 giugno

Direttore              Ádám Fischer
Regia e scene     Hartmut Schörghofer
Costumi e marionette  Corinna Crome
Drammaturgia     Christian Martin Fuchs , Dr. Christian Baier
Luci                      Máté Vajda
Video                   Szupermodern Filmstúdió Budapest

Primo assistente alla regia Etelka Polgár
Coreografie    Gábor Vida
Assistente al coreografo Dóra Asztalos
Assistente al direttore János Kovács
Assistenti musicali
    László Bartal
    Gábor Bartinai
    Dóra Bizják
    Friedrich Suckel

Cast
Siegfried     Stefan Vinke
Gunther     Lauri Vasar
Alberich     Péter Kálmán
Hagen        Albert Pesendorfer
Brünnhilde     Catherine Foster
Waltraute     Anna Larsson
Gutrune     Polina Pasztircsák
Erste Norne     Erika Gál
Zweite Norne     Judit Németh
Dritte Norne     Polina Pasztircsák
Woglinde     Eszter Wierdl
Wellgunde     Gabriella Fodor
Flossihilde     Zsófia Kálnay

Danzatori
Dóra Asztalos, Zoltán Csere, Gusztáv Eller, Regő Farkas, Ádám Frigy, Nikoletta Gönczöl, Anna Gulyás, Brigitta Hortobágyi, Zoltán Katonka, Krisztián Kelemen, Milán Újvári, Gábor Vida, Vencel Vida
      
Hungarian Radio Symphony Orchestra
Hungarian Radio Symphony Choir
Budapest Studio Choir
Maestro del Coro Kálmán Strausz

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