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Buenos Aires Tango con Escalandrum Sextet. Free Tango by Piazzolla
La rassegna Buenos Aires Tango dal 12 al 21 settembre al Parco della Musica di Roma, raccoglie, oltre ai Campionati dei Campioni di tango ed altri eventi di prima categoria per il tango, due concerti con il nipote di Astor Piazzolla, l'inventore del tango moderno. L'Escalandrum Sextet, si esibisce nel concerto Piazzolla plays Piazzolla dall'omonimo album e omaggio per il 90° anniversario della nascita, con il sestetto fondato da Daniel “Pipi” Piazzolla. Il primo dei concerti, il 18 settembre, ha avuto come special guest Fabrizio Bosso alla tromba, uno dei migliori trombettisti italiani, ed il 19 ed il 20 settembre l'Escalandrum Sextet ha presentato Arias Argentinas.
In un notevole connubio di free-jazz alla Lee Konitz e tango argentino moderno, l'Escalandrum Sextet ha proposto un mix di improvvisazioni ed arrangiamenti sia su brani famosi di Piazzolla sia su contaminazioni da Take the A Train che farebbero invidia a Charlie Mingus ed al suo sestetto con Eric Dolphy. Quindi un concerto di tango ante-literam con special guest Fabrizio Bosso perfettamente a suo agio. L'Escalandrum Sextet in realtà ha radici comuni al ad entrambi i generi in ognuno dei suoi componenti. Con una formazione soprattutto di legni con l'eccellente Gustavo Musso al sax alto e soprano, Damián Fogiel al sax tenore, Martín Pantyrer al clarinetto basso e al sax baritono si arricchisce di Nicolás Guerschberg al piano e Mariano Sívori al contrabbasso, con cui “Pipi” Piazzolla alle percussioni collabora da tempo.
Il sestetto è rodato e affiatato, e alla fine della performance propone un arrangiamento incredibile di Libertango che è cominciato con l'assolo di Sivori al contrabbasso, e poi l'entrata potente di tutti gli altri. Le prove migliori rimangono l'indiscussa Tanguedia, riproposta integralmente con un arrangiamento bossanova verso la metà del pezzo e Bosso che termina il suo “mandato” dopo un irruzione esplosiva in Vajamos al diablo, uno dei pezzi più virtuosistici e dove il sax soprano di Musso insieme agli assoli di Bosso sono stati letteralmente eccezionali. Altri brani capitali sono stati la melanconica e lenta Primavera porteña, Milonga for Three ( Pipi ricorda la splendida versione di Paquito D'rivera), Oblivion e La Camorra, sotto la cui egida si nasconde anche il nome di un quintetto famoso come l'omonimo La Camorra Tango e che speriamo di poter ascoltare a Roma magari l'anno prossimo.
Per l'atmosfera calda del Club de Tango nel Teatro Studio il giorno dopo hanno riservato gli stessi brani con una performance a tratti superiore ed intima – probabilmente per un clima maggiormente romantico e forse più a loro agio negli spazi – e con Martín Pantyrer, al sax baritono in un assolo terribilmente trascinante sul bis di Adios Noniño, che Daniel “Pipi” Piazzolla ha regalato al pubblico come ennesimo omaggio al suo Noniño, fautore della magia del tango moderno.