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Chiostro del Bramante. La classicità di sogno di Alma Tadema
La nuova mostra Alma-Tadema e i pittori dell'800 inglese, a cura di Véronique Gerard-Powell, al Chiostro del Bramante ospiterà fino al 5 giugno 2014, cinquanta quadri della Collezione Pérez Simón. Un'occasione per vedere quadri di un particolare periodo della pittura inglese tra fine '800 e inizio '900, opere che proprio dall'inizio del secolo passato con l'affermazione delle avanguardie furono disprezzate e persino buttate, in quanto considerate kitsch.
All'inizio dell'Ottocento la pittura inglese del Romanticismo fu rappresentata da straordinarie personalità quali John Constable (1776-1837) e William Turner (1775-1851), assertori della pittura all'aria aperta e dello studio della luce, convinzioni che poi si diffusero in tutta Europa, mentre William Blake (1757-1827) poeta, incisore e pittore fu tra gli esponenti più affascinanti, insieme al coervo Heinrich Füssli (1741-1825), della corrente visionaria e simbolista del Romanticismo.
Dopo questo sfolgorante inizio, i pittori successivi si dedicarono ad una pittura stereotipata e convenzionale. A questa situazione sterile reagirono i pittori detti Preraffaelliti, che nel 1848 costituirono la Pre-Raphaelite Brotherhood (Confraternita dei Preraffaelliti). Gli interessi letterari e artistici fecero sì che i soggetti preferiti furono intimistici e di vita contemporanea, ma anche orientati verso i miti e fortemente influenzati dalla letteratura, interesse da cui scaturì l'uso di simboli allusivi in molti dei quadri, soprattutto di Rossetti e Burne-Jones.
I loro dipinti furono influenzati dal Rinascimento italiano, in particolare del primo periodo, seguendo la via aperta da John Ruskin (1819-1900), ed alcuni, come Millais (1829-1896), furono interessati anche alla pittura all'aria aperta e allo studio della luce. Nei loro dipinti, in particolare quelli di Rossetti (1828-1882) e Burne-Jones (1833-1896), introspezione, misticismo e sensualità si fondono e sono esaltati da una raffinata eleganza formale e un'affascinante sensibilità cromatica; l'esperienza continuò per strade diverse e parallele anche dopo il 1860, quando la confraternita formalmente si sciolse.
Il periodo successivo fu caratterizzato dall'Aesthetic Movement, che teorizzava l'esaltazione della bellezza raggiunta con la perfezione formale ed è quello a cui appartengono i quadri della collezione Pérez Simón, oggetto della mostra al Chiostro del Bramante. Dopo lo scioglimento della confraternita ciascuno a proseguì sviluppando, in maniera autonoma, un percorso diverso nell'approccio alla classicità, agli antichi maestri, alla natura e ai temi romantici. Una caratteristica che è importante sottolineare è la committenza: non più l'aristocrazia ma la classe imprenditoriale emergente, i nuovi ricchi.
L'allestimento a cura di Roberto Bua, Silvia Cuppini, Joan Martos, ricrea l'atmosfera degli interni delle case vittoriane in cui questi quadri erano collocati, dedicando ogni settore ad una specie diversa di fiori, che erano spesso presenti nei quadri dei salotti dell'epoca. La donna è la vera protagonista delle opere, naturalmente nella visione maschile: angelo o demone, inquietante e tentatrice o simbolo della pura astratta bellezza, sfuggente e anche quando l'artista tenta di indagarne lo stato d'animo. In molti quadri le donne sono poste in ambienti ricchi e preziosi, ma soffocanti, una sontuosa prigione in cui l'espressione delle protagoniste, è sempre oppressa e assorta in un mondo altro, estraneo alla realtà soffocante.
Tre quadri di Lawrence Alma-Tadema (1836-1912), di una dimensione ridotta adatta ad un salottino o ad uno studio, accolgono il visitatore in questa dimensione intima: Vano corteggiamento, Confidenze sgradite e Messaggio d'amore. Queste situazioni sono collocate in una classicità di sogno ma evocata con grande accuratezza nei dettagli, la brillante tavolozza dei colori affascina lo spettatore, l'abilità dell'artista è nel dare vita alla scena tanto che si ha l'illusione del movimento dei personaggi.
In questa galleria di donne quelle di John William Waterhouse (!849-1917) sono seducenti e conturbanti, i simboli che le circondano interrogano lo spettatore; guardando La sfera di cristallo di John William Waterhouse, come non pensare a Morgana? E che dire dell'inquietante ma incantevole seduttrice de Il mare incantato di David Payne (1843 – 1894), la cui figura è esaltata dai colori, soprattutto il rosso, forse un segnale di pericolo o è il simbolo della passione che esercita? Edward Burne-Jones (1833-1898) è presente in mostra con Fatima, un fascinoso ritratto di donna e Pigmalione i desideri del cuore, in cui un uomo pensoso, oscilla tra la realtà delle donne in carne e ossa e le immagini di loro che si è creato nella sua immaginazione, un soggetto particolarmente emblematico; un problema irrisolto.
John Melhuish Strudwick (1849-1937) fu allievo di Burne-Jones, e le opere esposte confermano quanto fu forte l'influsso del maestro, Canzone senza parole ne è un esempio. La sensualità delle donne di Dante Gabriel Rossetti è presente nel pastello preparatorio della Venus Verticordia. La sensualità è protagonista nella sezione dedicata ai nudi in cui spicca la seducente Crenaia, la ninfa del fiume Dargle di Frederick Lord Leighton (1830-1896); l'ostentata verecondia è un'ipocrisia, tributo all'epoca vittoriana. I nudi possono avere come sfondo la natura lussureggiante ne Il bagno di Albert Moore (1841-1893), il mare tempestoso nella sensuale Andromeda di Edward Poynter (1836 – 1919) o essere incastonati in ambienti sontuosi come Pirra di John William Godward (1861-1922).
La varietà della natura e il mare presenti in alcuni dei quadri offrono ai pittori l'occasione per dispiegare la loro abilità nella resa del colore e della luce, come in L'isola di Rodi e Fanciulle greche giocano a palla di Leighton, o Canto di primavera di Waterhouse. La tela gigantesca de Le rose di Eliogabalo di Alma Tadema conclude degnamente la mostra, e riunisce in sé tutte le caratteristiche che concorsero al successo del pittore anglo-olandese. Il soggetto è ispirato ad un episodio della vita dell'imperatore romano Eliogabalo e raccontato nella Historia Augusta (Vita di Eliogabalo, xxi.5).
La splendida fattura ci restituisce la scena, in modo non statico, come in un fotogramma di un film, i personaggi sembrano persone vive in movimento, fermate nell'attimo. I colori splendidi rendono perfettamente l'ambiente, l'accuratezza della citazione di una statua di Dioniso, è ispirata ad un originale conservato ai Musei Vaticani, e sullo sfondo i Colli Albani, che ricordano il luogo dove sarebbe avvenuto l'episodio: il Palazzo del Sessorio (Sessorianum) ancora oggi visibile vicino alla chiesa di Santa Croce in Gerusalemme.