Il Cyber Gothic dei Laibach all'Orion di Ciampino

Articolo di: 
Massimo Onesti
Laibach

Quando la sera del 2 aprile 2014 sono entrato dentro la discoteca dell'Orion di Ciampino per il concerto dei Laibach, mi ha preso un po' di sconforto a vedere le poche decine di spettatori presenti, tanto che non sono stato neppure sicuro se il concerto potesse realmente essere effettuato.

Con molta professionalità e il loro elegante aplomb i Laibach iniziano puntuali la performance che verte soprattutto sull'ultimo album, Spectre.

Quello che mi colpisce subito rispetto al passato è una certa atmosfera più raffinata e meno cupa; ma è solo l'impressione di un attimo, perché poi nel prosieguo i brani, seppur addociti dal canto della carismatica e brava Mina Špiler, si attestano con intensità sempre più incisiva sulla liturgia cupa e drammatica che disegna la voce e la potenza evocatica di Milan Fras.

Alle loro spalle scorrono le immagini video nel consueto stile Laibach, fra uniformi, stivali, marce  militari, danze di scheletri e frasi di loro testi che si susseguono come slogan, mentre loro impassibili agli strumenti si immergono in un'atmosfera che diviene sempre più ipnotica e marziale e che conduce come verso un delirio cerebrale e rigido, esaltato dal sound cibernetico delle tastiere e dal drumming esplosivo e vigoroso e che arriva a colpire la testa come pallottole.

Dopo una breve pausa i Laibach ritornano in scena questa volta facendo scorrere nei video le immagini del film Iron Sky (2012) di cui hanno composto la colonna sonora e che narra, in modo fra serio e grottesco, la storia fantascientifica di come dei sopravvissuti nazisti del 1945 trovino rifugio sulla Luna preparandosi per attaccare la Terra e cercare di impadronirsene.

A questo punto quindi trovano spazio anche brani più vecchi dei Laibach, soprattutto del bellissimo Wat, che riescono sempre di più a coinvolgere e che fanno aumentare il rimpianto di come sarebbe potuto essere il concerto se avesse avuto una maggiore visibilità e qualche accorgimento più accurato per far avvicinare il pubblico a una musica particolare, poco immediata ed elitaria come quella dei Laibach, che provengono dalla Slovenia di Lubiana, dove si sono costituiti intorno ai primi anni '80; e infatti traggono il nome dal toponimo tedesco della città e si formano in un momento in cui la Federazione jugoslava di Tito si stava incominciando a disgregare per arrivare alle sanguinose guerre civili di recente memoria

I Laibach fanno parte del movimento artistico della NSK (acronimo di Neue Slowenische Kunst, nuova arte slovena, espressione tedesca a causa di allusioni all'Impero asburgico, di cui la Slovenia faceva parte), la nuova corrente culturale della Slovenia, e cercano di porre l'attenzione sull'estetica dei regimi totalitari e di catturarne lo spirito oppressivo e cupo, rappresentandolo anche nei live con travestimenti simil-nazisti e proiezioni d'immagini attinenti a questa sfera.

La peculiarità dei primi anni era soprattutto quella, alternata anche alla composizione di proprie opere, di prendere grandi album o singoli brani di gruppi famosi riproponendoli in un modo totalmente diverso, scarnificandoli e privandoli dei colori originali per creare delle canzoni che suonavano quasi nuove e lontanissime dalle versioni madre.

Calzante a questo proposito l'episodio di "Life is life" del complesso austriaco degli Opus, gioioso e spensierato brano da discoteca degli anni '80 e che dai nostri viene completamente stravolto, scheletrificato e rallentato nel ritmo, cadenzato come una marcia di trionfo militaresca.

A questa linea si aggiugono molteplici cover fra cui la rivisitazione dell'opera rock Jesus Christ Superstar, "Let it be" dei Beatles, "Sympathy for the Devil" dei Rolling Stones, "Final Countdown" degli Europe, non lesinando nemmeno ricognizioni verso la musica classica, dato che nella loro chiave industrial-elettronica risuonano opere soprattutto di Bach e Wagner.

Attualmente sono in tour in tutta Europa dove sembrano stiano avendo consensi sicuramente migliori rispetto alla nostra città di Roma che ci auguriamo in futuro possa avere un'attenzione maggiore verso un gruppo da sempre all'avanguardia nel panorama musicale da un paio di decenni a questa parte. 

Pubblicato in: 
GN22 Anno VI Numero doppio 10-17 aprile 2014
Scheda
Titolo completo: 

LAIBACH - SPECTRE TOUR 2014

Orion Club, Ciampino (Roma), 2 aprile 2014