Prog Exhibition a Roma. Il ritorno della storia del progressive italiano

Articolo di: 
Massimo Onesti
Prog 2011

Anche quest'anno si è svolto a Roma, al Teatro TendaStrisce di via Perlasca, il festival Prog Exhibition, rassegna di progressive italiano, che nell'arco di due serate consecutive ha messo in scena alcuni fra i gruppi più significativi del nostro panorama prog, a cui si sono affiancati ospiti stranieri eccellenti e di grande caratura musicale. 

Riprendendo il discorso dell'anno passato, che ha visto la presenza di gruppi importanti come il Banco del Mutuo Soccorso, la PFM, Osanna, il Balletto di Bronzo e, fra gli altri, di giganti internazionali del calibro di Ian Anderson, frontman dei Jethro Tull, David Jackson, sassofonista dei Van Der Graaf Generator, David Cross(violino) e John Wetton (basso), provenienti dai King Crimson, quest'anno, nelle serate svoltesi il 21 e 22 ottobre, si è scelta una linea meno eclatante forse, dal punto di vista della risonanza dei nomi, ma non per questo di minore qualità.

Cosicché nella prima serata si sono alternati sul palco gruppi emergenti come gli Stereokimono, una formazione art-rock tra le più interessanti degli ultimi anni, gli Oak, popolare tribute band dei Jethro Tull, esibitisi con Martin Allcock, fantasioso multistrumentista già con i Fairport Convention e membro dei Jethro Tull dal 1989 al 1991, la nuova band dei Saint Just Again di Jenny Sorrenti che ha duettato insieme al fratello Alan Sorrenti, il Balletto di Bronzo di Gianni Leone insieme con Richard Sinclair, bassista e vocalist di Caravan, Hatfield And The North e Camel, un'istituzione della "scena di Canterbury"; e poi alla fine gli Arti & Mestieri che avrebbero dovuto interagire con Darryl Way, celebre violinista dei Curved Air, purtroppo non presente per problemi di salute.

La seconda serata si apre con una band emergente umbra (Il Bacio della Medusa), che suona un progressive con dei richiami crimsoniani e che alterna momenti melodici con tratti più decisamente cupi e metal. Nella formazione spicca la presenza femminile di Eva Morelli ai fiati che addolcisce di molto il sound del gruppo.

Iaia de Capitani, organizzatrice del festival, intrattiene il pubblico, a riempire il vuoto mentre si cambiano gli strumenti sul palco, ricordando l'evento dell'anno scorso e raccontandoci di come quell'edizione del Festival abbia ottenuto un notevole successo tanto poi da essersene ricavato anche un cofanetto con cd e dvd a celebrarne l'evento e spiegandoci anche i motivi di una linea più contenuta quest'anno per la crisi generale che inficia naturalmente anche il mondo dello spettacolo.

È la volta poi della band di Vic Vergeat, chitarrista italiano dotato di un'ottima tecnica, che nell'arco della sua lunga carriera si è alternato con diverse formazioni e anche in gruppi estemporanei formatisi con musicisti degli Aerosmith e dei Nazareth, fino a collaborare con Gianna Nannini nell'album Cuore, come autore e musicista sia in tour che da studio. Quello che ci propone Vic, alla cui band si unisce il sax energico di Mel Collins già nei King Crimson anni '70, è un classico blues elettrico con echi claptoniani soprattutto nelle parti melodiche.

Alla fine dell'esibizione l'affabile organizzatrice ritorna richiamando il Vergeat che si sofferma sul suo ultimo lavoro consistente in un doppio cd di pezzi acustici suonati in relax e come se fosse nel salotto di casa sua soltanto davanti ad un gruppo di amici.

Sono in scena ora un gruppo italiano storico: i Garybaldi, che provengono da quella città di Genova, già fucina di grandissimi artisti, e che propone una classica lunga suite progressive tratta dal loro album Nuda. In questo brano sono evidenti i classici tratti distintivi prog, come gli arpeggi della chitarra, le lunghe cavalcate ritmiche con le tastiere e le chitarre a duettare e i testi evocatrici di mondi fra la fiaba e il reale.

A loro si unisce la presenza funambolesca del chitarrista Marco Zoccheddu, che s'impadronisce alla grande della scena irrompendo con fraseggi solistici e ritmici e che, mandati i saluti al membro dei Garybaldi Bambi Fossati, in non buonissime condizioni di salute, presenta un bel brano molto rock del suo vecchio gruppo della Nuova Idea.

Iaia nel successivo cambio palco c'introduce al gruppo, che sopraggiungerà fra poco, il Biglietto per l'inferno, rinnovatosi  nella formazione e nel modo di suonare, e avvicinatosi di molto alla musica popolare; infatti  i vecchi pezzi del Biglietto sono tutti riarrangiati con taglio decisamente folk; la band si presenta in scena, oltre che con i tradizionali strumenti del rock (basso-batteria-chitarre-tastiere), anche con strumentisti ai flauti, alle cornamuse, al violino, al contrabasso e che vede anche il leader del gruppo, Pilly Cossa, sia al piano sia alla fisarmonica.

Ma la vera sorpresa consiste nel cambiamento nel ruolo della voce solista, resosi necessario perché il vecchio cantante e fra i fondatori del gruppo, Claudio Canali, già da molto tempo ha scelto di consacrarsi a una vita monastica e mistica indossando gli abiti talari; quindi viene proposta un'interessante interprete femminile, Mariolina Sala, proveniente dal mondo del jazz e del teatro e che prende il dominio della scena con grande mestiere e carisma.

La cantante si muove intorno ai musicisti con grazia e disinvoltura tirando fuori dalla borsa, con cui è entrata in scena, ora un quaderno dove scrive, ora un libro, ora anche delle bolle di sapone che indirizza verso i musicisti e poi verso il pubblico: il tutto come una sorta di performance di teatro di piazza, per cui ne viene fuori un'interessante commistione artistica fra il café chantant e il teatro dove i vecchi pezzi del gruppo, rivisitati in questa chiave, rivelano uno spessore e un vigore nuovo tale da poterci far dire che il Biglietto ha una linfa ed un'energia rinnovata che potrebbe benissimo riserbarci grosse sorprese anche in futuro.

L'entrata in scena del mitico chitarrista Martin Barre dei Jethro Tull è degna di un grande del suo calibro: si muove sinuosamente sulla scena e supporta il Biglietto con i suoi riff allegri e taglienti, in un brano come una filastrocca folk e poi nel successivo dove prende il sopravvento "sparando" l'intro di Aqualung dei Jethro che viene eseguita alla grande per intero insieme al gruppo  e che entusiasma il pubblico non eccessivamente numeroso ma molto attento e partecipe.

Nella pausa successiva alla fine dell'esibizione del Biglietto un emozionatissimo Pilly Cossa, in una breve intervista con Iaia de Capitani, ci racconta di come il gruppo, dopo un periodo di fermo, abbia ripreso a suonare proprio interagendo con una sorta di banda di musiche popolari bergamasche, la Bandalpina,
che ha dato modo di far confluire, oltre ad alcuni musicisti nel gruppo, elementi folklorostici ed etnici seppure germinalmente già presenti anche nel Biglietto per l'inferno degli esordi.

Il palco intanto viene rivoluzionato per far posto all'ultimo gruppo della serata, I New Goblin di Claudio Simonetti, ma problemi tecnici legati alle tastiere ne ritardano di molto l'inizio e a questo punto la De Capitani ci racconta che ci sarà una piacevole sorpresa fuori programma, prima della fine del festival, sorpresa nata proprio durante il pomeriggio fra l'incontro di personalità così varie e particolari del panorama musicale prog internazionale.

Autori fra le più belle colonne sonore di film thriller, soprattutto per Dario Argento, i nuovi Goblin protendono oggi verso un'accentuazione di alcune dinamiche sperimentali ed elettroniche trasportando il pubblico verso un'orgia di tastiere sostenute dalle ritmiche vigorose e possenti del basso e della batteria in cui s'inseriscono i riff, alcuni portati all'eccesso, ma graffianti e lancinanti, di Massimo Morante, membro fondatore dei Goblin insieme a Simonetti. Le atmosfere suscitate dai New Goblin , che in momenti anche scenici, per le luci e le ombre, oltreché per i tecnicismi elettronici, ricordano molto i Tangerine Dream, gruppo d'avanguardia del cosidetto Krautrock degli anni '70, sono di grande impatto sonoro e naturalmente trascinanti verso una bolgia infernale eppure fredda; in alcuni pezzi comunque potrebbe avvertirsi la mancanza di una voce non necessariamente tradizionale, ma anche particolare e in linea con la sperimentalità del gruppo.

Nel mezzo dell'esecuzione del loro pezzo sicuramente più famoso e che li portò all'attenzione del grande pubblico, cioè di "Profondo Rosso", ecco in scena nel bel mezzo del brano, con occhiali scuri e vestito di nero, uno dei chitarristi più originali e geniali non solo del prog ma di tutto il rock in generale, ossia quello Steve Hackett che, dopo aver militato brillantemente in uno dei gruppi più celebrati del progressive i Genesis,ha proseguito in una carriera solistica molto corposa in cui svaria dal rock a trame medievaleggianti e acustiche, fino alla musica classica.

Insieme ai New Goblin, Steve ci regala uno dei pezzi dei Genesis con l'incipit fra i più suggestivi del progressive: "Watcher of the Skies", brano che soprattutto all'inizio è tratteggiato dalla tastiera e dove in questa occasione è Claudio Simonetti a destreggiarcisi egregiamente e con la partecipazione, ad echeggiare la voce di Peter Gabriel, del cantante Vincenzo Misceo dei The Lamb (coverband  dei Genesis).

Naturalmente il momento è emozionante e Steve nel suo solito modo di fare all'apparenza timido trascina tutti con i suoi riff precisi e limpidi.

E così siamo alla fine, dove Iaia de Capitani presenta l'altro 'alter ego' organizzatore di questa manifestazione, Franz Di Cioccio, che ci esterna tutta la sua felicità e commozione per trovarsi insieme a questi artisti con cui è cresciuto, ascoltandone i dischi, e per cui oggi, avendo l'occasione di trovarvisi insieme, non gli resta che svelarci quella sorpresa di cui avevamo i sentori e che non poteva essere che una grande session:  con Franz e tutti gli ospiti presenti, da Richard Sinclair al basso, Mel Collins al sax, Martin Barre e Hackett alle chitarre, Martin Allcock alle tastiere.

Eseguiranno una trascinante "Locomotive Breath" dei Jethro Tull e un blues molto sostenuto adatto anche per scambiarsi fra loro momenti solistici con il pubblco riversatosi tutto sotto il palco con gl'innumerevli scatti fotografici naturalmente a immortalarne l'evento.

Insomma una consistente cavalcata di ben cinque ore di musica piena e intensa che celebra, a parte la presenza straniera, quanti modi diversi di fare prog ci sono stati e ci sono in Italia, ma soprattutto quanta buona musica scorra ancora in questa nostra penisola!

Pubblicato in: 
GN73 Anno III 31 ottobre 2011
Scheda
Titolo completo: 

PROG EXHIBITION 2011
II EDIZIONE
21 e 22 ottobre 2011
Teatro Tendastrisce
Via Giorgio Perlasca, 69 Roma

Programma

21 Ottobre 2011, ore 20.00:
Stereokimono
Oak con Martin Allcock  (Jethro Tull)
Saint Just Again di Jenny Sorrenti con Alan Sorrenti (in Vorrei Incontrarti)
Balletto di Bronzo con Richard Sinclair (Caravan, Camel, Hatfield And The North)
Arti e Mestieri con Gigi Venegoni e Darryl Way (Curved Air)

22 Ottobre 2011, ore 20.00:
Bacio della Medusa     
Vic Vergeat/Toad con Mel Collins (King Crimson) 
Garybaldi con Marco Zoccheddu (Nuova Idea)   
Biglietto per l’Inferno.Folk con Martin Barre (Jethro Tull) 
New Goblin con Steve Hackett (Genesis)   

Prog Exhibition:
http://www.progexhibition.it
D&D Concerti:
http://www.diedi.com
 

Voto: 
9