Evergreen Symphony Orchestra. Taiwan in premiere al Ravenna Festival

Articolo di: 
Valerio Paperi
Evergreen Symphony Orchestra

Nell’elegante ed accogliente Teatro Alighieri situato nella zona dantesca di Ravenna ha avuto luogo, alla presenza della First  Lady della Repubblica di Cina (Taiwan) Chow Mei-ching con  al suo seguito l’Ufficio di Rappresentanza di Taipei in Italia, il riuscito concerto della Evergreen Symphony Orchestra sotto l’attenta ed esperta guida di Gernot Schmalfuss, direttore con alle spalle una significativa attività con importanti orchestre, specialmente tedesche, con cantanti quali Luciano Pavarotti, José Carreras, Placido Domingo,Andrea  Bocelli, Angela  Gheorghiu, Renée Fleming, con violinisti come Lin Cho-liang e Mayuko Kamio e con flautisti come Peter-Lukas Graf. Alla manifestazione era presente ufficialmente anche il Sindaco di Ravenna.

Il programma , che avremmo preferito con maggiori dettagli circa i vari brani secondo la loro successione nel concerto, sottolineava però con “Dall’Oriente con amore” l’intenzione di proporre musiche di vario carattere e provenienza internazionale e quindi inserirsi a suo modo anche nella attuale tematica del Ravenna Festival; un importante festival multidisciplinare, giunto alla XXIII edizione che ha in Cristina Mazzavillani Muti una solerte e geniale Presidente e Direttore Artistico.

Al momento dell’opera “Rienzi” di Richard Wagner, di cui abbiamo ascoltato la giovanile e pomposa Ouverture, come primo brano della serata,  il compositore aveva assimilato, anche come direttore, il repertorio italiano e quello francese del Grand Opéra: questa caratteristica  è stata messa in evidenza dal suono della giovane orchestra, da subito molto impegnata a seguire le intenzioni del direttore.

Hanno fatto seguito quattro famose melodie trascritte per orchestra dal titolo The World Folk Music: la taiwanese “Adolescent Longing”, orchestrata da Tu Min-hsin, la cinese “Goodbye”, composta da Lee Shu-tong, l’indonesiana “Bengawan Solo”, orchestrata da Tu Min-hsin e la malesiana “Rasa Sayang”, orchestrata da Hong Chien-hui. Abbiamo ascoltato poi una danza aborigena del Sud della Cina,orchestrata da Chen Cheng-hsiung, dove si alternavano ritmi di diverso carattere. 

La prima parte si è conclusa con il Concerto per Fauto di Bamboo e Orchestra di Ma Shui-long, dove l’eccellente flautista Chen Zhong-shen si è presentato con un suono molto articolato nei ritmi e sensibile a vari colori, impegnandosi inoltre in una  difficile, luminosa e suggestiva  cadenza. Va detto che il direttore trovava la giusta misura nel dipingere musicalmente le diverse particolarità melodico-sinfoniche di tutta questa parte del concerto.

Nella esecuzione della Sinfonia n.9 “Dal Nuovo Mondo” di Antonín Dvořák,  presente come seconda parte del programma, abbiamo potuto cogliere la stimolante presenza di quei caratteristici e nostalgici sapori boemi, slavi , negri e indo-americani introdotti dall’autore; il compositore ha sempre indicato questi temi musicali di sua invenzione, secondo la sola appropriazione personale di reminiscenze e sensazioni. Questo aspetto legato ad influenze di varia origine internazionale può dare anche un senso all’inserimento di questa sinfonia nel programma del concerto.

Quattro i tempi nella suddivisione classica di questa costruzione sinfonica di modello europeo: Adagio-Allegro molto; Largo; Scherzo-Trio; Allegro con fuoco. Il direttore Gernot Schmalfuss ci ha fatto apprezzare la scrittura rigorosa  e difficile di tipo germanico di questo lavoro e, pur richiamando i diversi caratteri dei tempi sinfonici, è sembrato voler mantenere un racconto musicale unitario, anche in ragione del suggestivo materiale tematico spesso ricorrente sotto vari aspetti lungo tutta la sinfonia. Specialmente nel secondo tempo è stato abile nel gestire emotivamente il suono dell’orchestra con gesto e viso particolarmente espressivi, assecondando anche quanto il buon fraseggio del corno inglese proponeva con il nostalgico tema principale. La giovane orchestra ha risposto, a partire dal primo violino, con grande impegno fino all’ultimo tempo, affrontando l‘ardua e duttile orchestrazione che mette in evidenza le varie componenti  dell’articolato e ricco linguaggio di Dvorak.

Il concerto è poi terminato con due bis e precisamente con l’Ouverture del La Forza del destino di Giuseppe Verdi e le Mountain Dances  di Yang Yao-chang, trascritte da Pao Yung-kai .Caloroso il consenso del numeroso pubblico.

Pubblicato in: 
GN34 Anno IV 2 luglio 2012
Scheda
Titolo completo: 

Ravenna Festival

EVERGREEN SYMPHONY ORCHESTRA
direttore GERNOT SCHMALFUSS

Brani del folklore internazionale arrangiate da compositori Taiwanesi

Richard Wagner
Ouverture da “Rienzi”

Antonín Dvorák
Nona Sinfonia in mi minore “Dal nuovo mondo”