Festival d'Avignon 73°. Oskara, alle radici del tempo

Articolo di: 
Livia Bidoli
Oskara

Il Festival d'Avignon è ormai giunto alla sua 73° edizione, fondato nel 1947 da Jean Vilar, trasforma ogni estate la cittadina di Avignone – senza contare la parte off del festival, di compagnie indipendenti – in un palcoscenico itinerante nel vero senso della parola: palchi ovunque ed in luoghi spettacolari come la Corte dei Papi nell'omonimo palazzo. Quest'anno il Festival è iniziato il 4 e finirà il prossimo 23  di luglio: io sono andata a vedere lo scorso 10 luglio uno spettacolo di danza tra tradizione basca e contemporaneità allestito da Kukai Dantza e Marcos Morau intitolato suggestivamente Oskara.

La compagnia Kukai Dantza è nata nel 2001 grazie alla fondazione da parte di Jon Maya nei Paesi Baschi a Errenteria e questo spiega immediatamente il titolo, che proviene da uno dei nomi per indicare la lingua basca, ovvero l'Euskara. Il ballerino e coreografo Jon Maya fonda la compagnia con l'intento preciso di allacciare la contemporaneità alle proprie radici basche, formulando attraverso la danza un'identità comune. Crede che alla base del suo essere la danza sia il modo designato per farlo esprimere compiutamente e Kukai Dantza ne è l'espressione elettiva. In questo senso si muovono anche tutte le sue collaborazioni con altri artisti del mondo della danza che condividono una concezione del balletto contemporaneo legato alle proprie radici profonde, come Marcos Morau, catalano, che ha creato a sua volta il collettivo La Veronal.

Allo scopo di mostrare con evidenza al pubblico quale siano i legami tra la danza contemporanea ed il folklore, Morau ha pensato, per la sua concezione di Oskara, ad uno spazio bianco ed asettico dove osserviamo un uomo nudo disteso su una barella che rivive la propria esperienza concatenata con la sua cultura, quella basca. Sullo sfondo delle scritte che spiegano come lavora il nostro cervello, come sceglie, seleziona, ed un messaggio finale epigrammatico: “Il cervello non cerca la verità ma ciò che lo fa sopravvivere”.

Sullo sfondo argenteo del palco e delle sue tende sinuose, si muovono cinque ballerini: Eneko Gil, Ibon Huarte, Alain Maya, Martxel Rodríguez, Urko Mitxelena, guidati fin dall'inizio da Eneko Gil, che presenta lo spettacolo con le sue movenze eleganti e, potremmo dire, “declamatorie”, come ad illustrare il percorso da un passato rurale – i due abnormi spaventapasseri – alle danze folkloristiche basche, coadiuvandosi con due cantanti, Julen Achiary e Thierry Biscary, che narrano probabilmente una storia, quella del protagonista.

La scelta del bianco, anche per i costumi di supposti cavalli e cavalieri – con l'uso di una sorta di dorso che i ballerini portano come fossero cavaliere e cavallo insieme – apporta una specie di atemporalità allo spettacolo, come anche la svestizione di un ballerino del costume folkloristico. Rimane l'idea che il tutto sia un rito sacrale, dalla morte alla vita e ritorno.

Oskara è stato creato nel 2016 al Teatro Victoria Eugenia di San Sebastian in Spagna, e per la prima volta è stato presentato ad Avignone ma, nonostante i tre anni, conserva un messaggio aldilà del tempo, anzi, alle sue radici.
 

Pubblicato in: 
GN31 Anno XI 21 luglio 2019
Scheda
Titolo completo: 

73° Festival d'Avignon – France
dal 4 al 23 luglio 2019

Oskara
Kukai Dantza

Julen Achiary e Thierry Biscary canto
Danzatori
Eneko Gil, Ibon Huarte, Alain Maya, Martxel Rodríguez, Urko Mitxelena

Direttore della compagnia Jon Maya
Concezione e coreografia Marcos Morau
Drammaturgia coreografia Pablo Gisbert
Assistente alla coreografia Lorena Nogal, Marina Rodriguez
Musica Xabier Erkizia, Pablo Gisbert
Costumi Iraia Oiartzabal

Produzione Kukai Dantza
Coproduzione San Sebastián Capitale européenne de la culture 2016, Donostia Kultura Victoria Eugenia Theater, Scène nationale du Sud-Aquitain, Malandain Ballet Biarritz
Con il sostegno del Gouvernement basque, Ville d'Errenteria, Errenteria Kultura Kreaktiboa
Con l'aiuto di Etxepare

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