Festival di Salisburgo 2017. Trionfale Ariodante in double face di Cecilia Bartoli

Articolo di: 
Livia Bidoli
Ariodante

La straordinaria première di Ariodante di Georg Friedrich Händel al Festival di Salisburgo, il 16 agosto 2017 nella Haus für Mozart, è stata un successo preparato accuratamente dall'intero cast, a cominciare dalla splendida lettura händeliana a cura del milanese Gianluca Capuano, che ha fatto brillare l'Orchestra specialista nel Barocco Les Musiciens du Prince de Monaco insieme al Salzburger Bachchor. Nei due ruoli principali Cecilia Bartoli nelle vesti maschili (ma anche incredibilmente femminili) di Ariodante e Rolando Villazón in quelli del fratello Lurcanio; Ginevra è interpretata da una giovanissima e virtuosa soprano di coloratura americano: Kathryn Lewek.

Prima ci furono Orlando e Alcina, viene subito in mente: Orlando due anni prima, nel 1733 nel King's Theatre di Londra la prima assoluta, dramma in tre atti ispirato ai personaggi principali dell'Ariosto, mentre in Alcina abbiamo la strega protagonista, e la coppia Ruggiero e Bradamante. In Ariodante, dramma con protagonista il guerriero e principe feudatario del Re di Scozia, il ruolo principale del valoroso amante riamato della figlia del Re di Scozia, Ginevra, è rivestito dal mezzosoprano di coloratura più celebre, e meritatamente, al mondo: Cecilia Bartoli, figlia della cantante lirica Silvia Bazzoni, da cui ha ricevuto la strepitosa preparazione che ammiriamo oggi. Bartoli, che ha interpretato anche il ruolo di Alcina nel 2014 all`Opera di Zurigo, con Christoph Loy ora come allora alla regia, si presenta come un leale cavaliere tradito dalla sua dama con tanto di spada nel secondo atto, in procinto di uccidere Polinesso, che ordisce un intrigo à la Iago, per fortuna senza sortire gli stessi effetti. 

In questo dramma fortunatamente finito in bene – sebbene con la morte di Polinesso, il calunniatore di Ginevra interpretato straordinariamente da Christophe Dumaux, controtenore francese applaudito nel Rinaldo di Händel in una produzione del 2002 al Festival di Radio France a Montpellier, specialista nel maestro del Barocco tedesco così ispirato dall'Ariosto, che eccelle fin dall`inizio nell'aria Coperta la frode di lana servile –, si è all'inizio come in un gioco ironico che stravolge costumi e generi, a cominciare da Cecilia Bartoli. Nel primo atto si mette subito sotto le luci cangianti del palcoscenico la splendida voce, giovane e ben dotata, di Kathryn Lewek, con le due arie Vezzi, lusinghe e brio e Orrida a l'occhi miei, quasi un aperitivo alla tragedia che la farà divampare con l`accusa di tradimento al suo promesso Ariodante. Ma è lui, Ariodante, che canta Scherza infida, in grembo al drudo che fa scoppiare di commozione per la compassione empaticamente provata in un balzo del cuore, discesa agli inferi insieme con lui/lei, in un solo afflato. 

Rolando Villazón, impersona un Lurcanio fragile e sensibile, trascinante nel suo perdono per Dalinda, la sua amata che tradisce lui, il fratello e Ginevra, completamente soggiogata da Polinesso di cui è innamorata. Sandrine Piau fa riempire il cuore di lacrime per la sua impossibilità a negarsi a Polinesso, financo nell`autodistruzione; solo in extremis riuscirà a porre fine alla catena di disgrazie messa in atto dalla cospirazione di Polinesso, che stava per innescare il suicidio di Ginevra decretato dalla condanna a morte da parte del padre, l`ottimo Nathan Berg.

Un'orchestra sempre in auge con il podio di Gianluca Capuano, conosciuto a Karlsruhe per l'Händel Festival e non solo, in estremo affiatamento con Cecilia Bartoli fin dalla produzione di Norma proprio qui al Salzburger Festspiele nel 2015. Les Musiciens du Prince de Monaco sono stati un profluvio di gioia nel far danzare letteralmente la musica di Händel nella Haus für Mozart. Un cast perfettamente sincronico anche nelle due parti di Nathan Berg nel Re di Scozia fino all'Odoardo di Kristofer Lundin.

Particolarmente raffinata la scenografia a cura di Johannes Leiacker con i quadri di Lorrain  - Claude Gellée (o Gelée) detto Lorrain, 1600-1682 - che si aprono sul fondo dell`interno borghese tutto eburneo – in opposizione metaforica con la scarsa chiarezza dei personaggi coinvolti nell'intrigo, Polisseno e Dalinda in primis, con la loro corte di “seguaci“ volontari che tanto somigliano agli attuali inconsapevoli giovani senza morale, spenta nell`oscurante indifferenza del cinismo senza le luci della ragione (cfr. Goya, i Capricci: “Il sonno della ragione genera mostri“). I quadri poi, sono quasi „inteneriti“ dalle luci calde di Roland Edrich, che anche nella scena tremenda dello stupro di gruppo – su cui rimane il dubbio se sia cercato ed „abusato“ da parte di lei per fomentare la lite nella lettura odierna dell`opera (dimostrare la propria capacità di attrazione in modo brutale forse?), e che si rivela di estrema potenza e rilievo a livello di cronaca attuale. Un dramma che fa riflettere sull`elastica nozione di verità in un tripudio inverosimile di suoni celestialmente belli e raffinatamente virtuosi.

Pubblicato in: 
GN41 Anno IX 14 agosto 2017
Scheda
Titolo completo: 

Festival di Salisburgo – Austria 
21 luglio – 30 agosto 2017

Haus für Mozart

Première 16 agosto 2017
Georg Friedrich Händel • Ariodante

Dramma per musica in tre atti HWV 33 (1734)
Libretto anonimo ispirato a Ginevra, principessa di Scozia (1708) di Antonio Salvi, tratto dall'epica dell'Orlando furioso (Canti 4.-6.) di Ludovico Ariosto (1532).

Direttore Gianluca Capuano
Regia Christof Loy
Scene Johannes Leiacker
Costumi Ursula Renzenbrink
Luci Roland Edrich
Coreografia Andreas Heise
Drammaturgia Klaus Bertisch
Preparazione del Coro Alois Glaßner

Cast
Nathan Berg il Re di Scozia
Cecilia Bartoli Ariodante
Kathryn Lewek Ginevra
Rolando Villazón Lurcanio
Christophe Dumaux Polinesso
Sandrine Piau Dalinda
Kristofer Lundin Odoardo

Les Musiciens du Prince – Monaco 

Andrea Marchiol, Continuo
Salzburger Bachchor

Danzatori
William C. Banks, Christopher C. Basile, Brennan Clost, Andrew Cummings, Chris Agius Darmanian, Rouven Pabst, Rory Stead, Jack Widdowson