Gergiev dirige l'opera russa. Onegin a Santa Cecilia con l'Orchestra Marinskij

Articolo di: 
Livia Bidoli
Vaery Gergiev e Orchestra Mariinsky

A Santa Cecilia un intero ciclo dedicato a Valery Gergiev e alla sua gloriosa orchestra russa: l'Orchestra del Teatro Mariinsky, insieme al Coro di Santa Cecilia diretto da Ciro Visco, ha eseguito in forma di concerto l'opera di Pëtr Il'ič Čajkovskij Evgenij Onegin lo scorso 9 novembre nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma e proseguirà fino al 15 novembre con Mahler.

Le mani di Valery Gergiev disegnano archi assoluti tempestati di gemme: il viso mefistofelico ricorda il glorioso Mefistofele di Ramey per l'audace perfezione, e l'Orchestra in quelle si trasforma in un puzzle i cui tasselli scivolano nei loro quadri come bandiere agitanti il loro vessillo sul pneuma dell'anima. I gesti sono calcolati al millimetro eppure emozionanti: nulla è lasciato al caso, le dita si flettono e vibrano come armoniche il cui fiato si stempera in onde fluide e scattanti al tempo stesso, donando all'intera Orchestra un suono caldo e magico, trasportando altrove, nell'amata terra russa.

Con Evgenij Onegin si può addurre il sottotitolo “opera russa per antonomasia”: il grande poeta russo Aleksandr Sergeevic Puškin scrisse il poema nel 1825 (l'ultima gestazione finì il 1831) e Čajkovskij, piuttosto sconfortato intorno al 1877 sebbene il grande successo de Il lago dei Cigni, cercava ispirazione e la cantante ed amica Yelizaveta Andreyevna Lavrovskaya gli suggerì Onegin. Piuttosto perplesso all'inizio, anche per la mancanza di azioni vere e proprie (a parte il duello che però è di breve durata), Čajkovskij presto si convinse che l'eroina principale, Tat'jana, racchiudeva, esponendole pervicacemente, le caratteristiche della tipica ragazza russa dell'epoca di Puškin, ossia gli anni '20, che vive in campagna.

Tat'jana è infatti ingenua e caparbia, coraggiosa ed innocente, inconsapevole della tormentata storia d'amore che sta per catturarla e trasformarsi in tragedia per la sorella Ol'ga. L'Evgenij Onegin del titolo,che nell'originale puskiniano ha ben altra rilevanza e profondità psicologica, nelle liriche appassionate di Čajkovskij si trasforma in un eroe in negativo (in Puškin è un maudit tormentato) e secondario rispetto al personaggio amabile di Tat'jana che, forte delle sue convinzioni, resterà fedele al marito nonostante le profferte amorose di colui da cui, giovanissima, venne rifiutata. In questo senso l'Onegin è quasi una sorta di vendetta al femminile, una giusta rivalsa su questo giovane che, angosciato dallo spleen, le mal du siècle, non ha preso (quando poteva), nemmeno in considerazione la struggente lettera d'amore di Tat'jana, il momento più alto e coinvolgente dell'opera, in cui Irina Mataeva (soprano) giunge limpida e commossa, meritando uno scroscio di applausi che a stento ha trattenuto lo sguardo grave di Gergiev.

Nella campagna russa le due sorelle Ol'ga (Ekaterina Semenchuk, contralto) e Tat'jana vivono con la madre Larina (Sveltana Volkova, mezzosoprano) e la Nanya (la tata russa interpretata da Larisa Shevchenko, mezzosoprano): nella loro dimora vengono a trovarle il fidanzato di Ol'ga, Lenskij (Sergei Semishkur, tenore) e l'amico di lui, Onegin (Vladislav Sulimsky, baritono). Di Onegin si innamora Tat'jana, non ricambiata. Al ballo che segue per il suo onomastico i due amici litigano perchè Ol'ga non ha rifiutato – naїvement – le offerte di ballo di Onegin, e Lenskij, sentitosi tradito, l'ha sfidato a duello. Lenskij muore ucciso da Onegin, come Puškin nel 1837, più o meno per le stesse ragioni (aver addotto la presunta infedeltà della moglie del conte van Heeckeren quindi fu sfidato e ucciso dal presunto amante, il barone francese George d'Anthès), quasi una funesta predizione. Tat'jana si convincerà a sposare un Principe Generale dopo aver rinunciato ad Onegin, che rincontra nella sua dimora principesca e che ora le dichiara il suo amore: lei, nonostante lo ami ancora, gli si nega e sceglie la fedeltà al marito attuale.

I cantanti scelti per questa versione sono tutti eccellenti e conoscono, per averla largamente praticata, sia l'opera di Čajkovskij sia perchè solisti o facenti parte della Compagnia del Teatro Marinskij ed avendo alcuni partecipato alle tournée di Gergiev in particolare al Metropolitan di New York nel 2007 con l'orchestra residente: Larisa Shevchenko e Svetlana Volkova inelle stesse parti della Nanja e della Larina,  mentre il basso Sergei Alexashkin, solista del Marinskij dal 1989, nella parte del Principe Gremin. L'unico appunto è sul basso, perchè nelle stesse direzioni di Čajkovskij, abbiamo descritte le voci come di media forza, e chiaramente quella di Alexashkin sopravanza di varie punte le altre, piuttosto omogenee fra di loro, risultando poi un po' agée per la parte (appplauditissimo dal pubblico peraltro).

Un plauso particolare va indirizzato alle parti del Coro dell'Accademia di Santa Cecilia diretta da Ciro Visco specialmente nei naturalistici e panici cori delle contadinelle affiatati e di sicuro effetto suggestivo.

Una notazione musicale a proposito del tema portante dell'Onegin dal sapore di malinconia slava, che è costruito su otto note e si ripete per l'intera opera in variazioni diverse, anche contrappuntato, ed intonato dai violini. Questo tema sarà presente anche nella celebre polonaise trascritta da Liszt per piano diventata brano di largo consumo, evidenziamo poi la brillantissima danza scozzese composta tutta di semicrome. Lunga lode all'oboe solista sull'aria della lettera di Tat'jana, che si lega di respiro lirico agli archi facendo svettare la voce della Mataeva sul ritratto interiore di Tat'jana, dolce e soffertamente romantico fluttuando sull'aulica arpa. Un ritratto degno della nazione dalla quale proviene tale epica, pienamente moderna nei suoi tratti poeticamente appassionati.

Pubblicato in: 
GN2 Anno IV 14 novembre 2011
Scheda
Titolo completo: 

Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Stagione di Musica Sinfonica 2011 – 2012
Auditorium Parco della Musica - Sala Santa Cecilia

Mercoledì 9 novembre ore 20.30
Orchestra del Teatro Mariinsky
Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Valery Gergiev direttore

Vladislav Sulimsky baritono - Onegin
Sergei Semishkur tenore - Lensky
Irina Mataeva soprano - Tatiana
Sergei Alexashkin basso – Principe Gremin
Ekaterina Semenchuk contralto - Olga
Svetlana Volkova mezzosoprano - Larina
Larisa Shevchenko mezzosoprano - Nanya
Andrey Popov tenore - Triquet
Aleksandr Nikitin basso - Zaretski

Čajkovskij Evgenij Onegin
opera in forma di concerto