Guanda. Il patto dell'oblio di Javier Cercas

Articolo di: 
Giuseppe Talarico
Javier Cercas

I grandi libri hanno la capacità di porre il lettore di fronte ad aspetti della vita che solo l’arte è in grado di esplorare e indagare. Rientra in questa categoria di opere letterarie ed estetiche l’ultimo libro scritto da Javier Cercas, uno dei maggiori autori del nostro tempo, studioso autorevole e docente di letteratura spagnola nell'università di Gerona, il cui titolo è L’impostore, edito in Italia dalla casa editrice Guanda.

In questo libro, complesso e notevole, viene raccontata in modo incalzante e coinvolgente la vita di Enric Marco, un uomo che in un momento preciso della sua vita decise di reinventare il suo passato.  Fin dalle prime pagine del libro, il lettore comprende che questo è un personaggio che ha una dimensione letteraria. Nella prima parte del suo romanzo Javier Cercas nota che vi è una sorprendente somiglianza tra Enric Marco e personaggi letterari come Emma Bovary e Don Chisciotte. Infatti Enric Marco, raggiunto il culmine della sua esistenza, sulla soglia dei cinquant'anni avverte il bisogno di nascondere la mediocrità e la miseria della sua vita dietro un racconto inventato, grazie al quale divenne  in Spagna un eroe della resistenza contro il franchismo e un simbolo della lotta contro l’orrore del nazismo.

Addirittura il 27 gennaio del 2005, come cittadino spagnolo deportato in un campo di concentramento nazista e come testimone, Enric Marco tenne un discorso pubblico dinanzi al Congresso del suo Paese nel giorno della memoria, suscitando grande commozione. Cercas comprende nel corso della sue ricerche, che precedettero la composizione di questo suo libro, che Enric Marco e la sua vicenda rappresentano un simbolo, un compendio e una personificazione della storia del suo paese. Per divenire un eroe pubblico, ed ottenere l’ammirazione e la considerazione della pubblica opinione spagnola, Enric Marco finge e simula di essere stato deportato nel campo di concentramento di Flossenburg.

Ma per accrescere la sua statura di eroe e di uomo che seppe sempre militare a favore della giustizia, della libertà e della solidarietà, si inventa anche un passato di combattente anarchico e di oppositore nei riguardi del regime franchista.  In base al suo racconto inventato, Enric Marco sostenne, prima che la sua impostura fosse smascherata dallo storico Benito Bermejo, di essere stato arrestato a Marsiglia dalla polizia collaborazionista di Petain, la quale lo consegnò alla Gestapo, per finire, infine, deportato nel campo di concentramento di Flossenburg. In realtà, come dimostrò lo storico Benito Bermejo, Enric Marco si era recato  in Germania, dopo la conclusione della guerra civile in Spagna, a lavorare in una fabbrica tedesca, in base ad un accordo che era stato raggiunto tra Franco ed Hitler.

Enric Marco subì in Germania un processo con l’accusa di attentato contro il regime nazista, e per questo motivo fu detenuto in un carcere per un breve periodo, prima di essere assolto. Come nota con grande acume Cercas, il pensiero e l’arte cercano di esplorare ciò che siamo, rivelando la nostra infinita, ambigua e contraddittoria varietà. Per averne conferma è sufficiente evocare le opere di Shakespeare e di Dostoevskij. Questa constatazione serve a Cercas per capire che i racconti che sulla sua vita fece Enric Marco, prima che la sua impostura fosse scoperta e smascherata, erano il risultato mirabile di un miscuglio tra verità e menzogna.

Allo stesso modo del personaggio di Cervantes, Alonso Quijano che si trasforma in Don Chisciotte per sfuggire all’orrore e alla mediocrità e alla miseria della sua vita, Enric Marco decise di presentarsi come un eroe, sopravvissuto alla prova terribile della reclusione in un campo di concentramento nazista, per abbellire il suo passato e dare un senso alla sua esistenza. Nel libro Cercas scrive pagine di grande rilievo intellettuale e di straordinaria profondità sul rapporto esistente tra la realtà e la finzione letteraria. Ricorda che secondo Gorgia, citato da Plutarco, la poesia è un inganno voluto, e il lettore che crede alla finzione è un uomo saggio, poiché è proprio quest'ultima che è capace di rivelare la verità. Lo stesso Stendhal sosteneva, a questo proposito, che soltanto attraverso il Romanzo si può raggiungere la verità.

Allo stesso modo di Truman Capote, lo scrittore a cui si deve un capolavoro letterario intitolato A sangue freddo, il quale volle dialogare con i due personaggi protagonisti del suo libro, Dick Hickock e Perry Smith autori di un orribile delitto, Cercas per scrivere il suo libro decide di avere con Enric Marco una serie di conversazioni, riprendendole con la macchina da presa. Fu grazie a questo confronto con il personaggio del suo libro che Cercas ne comprese la complessità morale  e riuscì a penetrare nel suo  enigma. Cercas afferma che ad un certo punto Enric Marco, accorgendosi che lo scrittore voleva capire la sua vita senza emettere giudizi sommari, di fronte ai suoi occhi si spogliò della maschera che aveva indossato nella sua vita, per accreditarsi come eroe.

In tal modo Enric Marco agli occhi di Cercas si rivela improvvisamente  come un uomo che possiede un difetto grave consistente nella mediopatia, sicché nella sua vita desiderava essere sempre al centro della attenzione della pubblica opinione e dei media, per ricevere manifestazioni di affetto, ammirazione e pubbliche lodi. Questo difetto della sua personalità  dipende dalla circostanza che fin dai primi anni della sua vita ha accumulato un deficit di affetto e di amore. Infatti Enric Marco nacque, come Cercas ha scoperto, in un manicomio.

Non fu amato da sua madre, affetta da una forme di follia grave, né ebbe una famiglia tradizionale, visto che dovette vivere i primi anni della sua randagia esistenza in diverse case di parenti. La infelicità e la mancanza di amore nei primi anni della sua vita spiega la smania di protagonismo che lo portò ad essere prima segretario del sindacato anarchico, dopo la fine della dittatura franchista, ed in seguito, grazie alla invenzione della sua falsa biografia di sopravvissuto alla deportazione in un campo di concentramento, presidente della Amical de Mathausen, l’associazione che si occupava di custodire e tramandare la memoria della Shoah in Spagna.

Ma perché è importante meditare e riflettere sulla biografia di questo impostore, si chiede ad un certo punto Cercas? In realtà la sua biografia è un riflesso della storia collettiva spagnola, poiché questo paese ha vissuto in modo anomalo e controverso la transizione dalla dittatura  alla democrazia, rifiutandosi di fare i conti e di misurasi con il proprio passato vergognoso, osceno e indegno, dovuto alla durata eccessiva della dittatura franchista. Infatti la transizione in Spagna dalla dittatura alla democrazia è avvenuta in base ad un patto dell’oblio, sicché la riconciliazione nazionale dopo la fine della dittatura è avvenuta in modo falso.

Per Cercas soltanto in Spagna, dove il passato non può ancora essere usato come arma di dibattito politico, la vicenda di Enric Marco e la sua impostura potevano accadere e verificarsi. Cercas osserva che secondo William Faulkner il passato è una dimensione del presente. Inoltre insiste nel tracciare una distinzione tra la memoria, sempre parziale e soggettiva e per questo approssimativa, e la storia che, invece, ha una dimensione totale ed oggettiva. Enric Marco, l’impostore che nella sua vita per assurgere al rango dell’eroe abbellì con le menzogne la sua esistenza, ha un legame evidente  con la vicenda politica e intellettuale del suo Paese. Un libro questo di Javier Cercas bello, complesso e raffinato.

Pubblicato in: 
GN18 Anno VIII 10 marzo 2016
Scheda
Autore: 
Javier Cercas
Titolo completo: 

L’impostore, GUANDA, 416 pagine, Cartonato, €20