Hayseed Dixie dal Tennessee al Circolo degli Artisti. Un headbanging di Rockgrass

Articolo di: 
Giovanni Battaglia
Hayseed Dixie

Se sulla tua carta d’identità c’è scritto che sei nato e vivi a Nashville, Tennessee, non è facile esimerti dal suonare Country o Bluegrass, questo è un dato di fatto. Gli Hayseed Dixie che hanno suonato al Circolo degli Artisti lo scorso 14 ottobre 2010 si formano nel 2000 attorno ad un’idea semplice quanto brillante.

Barley Scotch (voce,chitarra e fiddle – lo strumento tipico del bluegrass), Il reverendo Don Wayne Reno (banjo e voce), Deacon Dale Reno (mandolino chitarra e voce), Jake “Bakesnake” Byers (basso e voce) condividono una insana passione per l’heavy metal, in particolare sono fan degli AC/DC di cui vorrebbero essere una cover band ma, avendo scritto Nashville sulla carta di identità, decidono di farlo nel modo più inconsueto ed imprevedibile.

Il primo album del gruppo si chiama “A Hillybilly tribute to AC/DC” ed è uno stupefacente album di cover del grande gruppo australiano in versione bluegrass acustica. Il risultato? Una bomba! Il gruppo suona con una forza straordinaria, sono divertenti, ironici, dissacratori, soprattutto sono dei bravissimi musicisti. Il loro look da boscaioli ed il loro dichiarato amore per la birra (hanno le aste portamicrofono con un piattello reggi birra!!!) ed il whiskey non deve trarre in inganno e far passare in secondo piano la loro grande bravura e la capacità di fare cover assolutamente rispettose della carica e dell’impatto delle versioni originali.

Il loro tour italiano è passato per Roma dove li abbiamo incontrati per parlare di vino, birra,cucina italiana, moto e pensate un pò, anche di musica.

Giovanni Battaglia. Veramente bevete 50 birre tutte le sere?
Jake Byers. Abbiamo fatto il calcolo approssimativo ma è abbastanza reale…7500 birre durante le 150 date dello scorso anno.
G.B. Ok, allora continuiamo l’intervista al bar…di chi è l’idea originale che sta alla base del vostro successo e che vi ha fatto vendere 500.000 dischi?
J.B. Mah…è un progetto condiviso, avevamo un po’ tutti voglia di diventare una rock band, una band heavy metal, ma nelle nostre radici c’è il country, il bluegrass e abbiamo pensato che fosse una risorsa da non sprecare.

G.B. In italia negli anni '70 e '80 ho come la sensazione che il Country abbia avuto una valenza negativa, forse anche negli Stati Uniti è stato un po’ abbandonato o addirittura denigrato? Penso sempre alla scena in “The Blues Brothers” di John Landis quando si trovano a cantare “Rawhide” per placare l’audience che li aveva presi a bottigliate dopo “Gimme some lovin”…Quella scena è spietata verso un certo tipo di musica…a fine anni '90 ho avuto invece la sensazione che si sia creata una nuova immagine del genere con nuovi artisti come Alison Krauss and the New Favorites. Forse il film “O fratello dove sei” dei fratelli Cohen perdona i continui paragoni con i films, segna uno spartiacque nella nuova percezione: ad un certo punto pensavo che ti togliessi la barba e tu fossi John Turturro! Cosa pensi di questa mia macchinossisima ed approssimativa analisi?

J.B. Assolutamente corretto, i New Favorites sono dei grandi musicisti ma ci sono tantissimi nuovi gruppi di grande interesse che rinnovano il country ibridandolo con altri generi. Oggi secondo me la musica più interessante non ha una definizione precisa. Noi abbiamo definito rockgrass il nostro genere per far comprendere lo spirito con cui suoniamo ma non è facile inquadrare la musica. Con il mix di culture, le migrazioni di popoli, le identità nazionali subiscono cambiamenti e la musica esprime questa situazione sociale. Sicuramente i film foniscono la foto di un'epoca, ed il film dei fratelli Cohen è stato molto importante per rivalutare un genere che ha molto da dire e che doveva scrollarsi di dosso la paura di proporsi e riproporsi.

G.B. Avete tutti radici irlandesi?

J.B. In qualche modo tutti, io ho una bisnonna irlandese.

G.B. Ho sentito un po’ di Pogues nella vostra musica se mi permetti un accostamento…
J.B. Certo! Ci piacciono tantissimo. Lo scorso anno abbiamo fatto un tour in Gran Bretagna ed abbiamo avuto un enorme successo: il loro modo di suonare il folk ci piaceva tantissimo.
G.B. Certo che voi suonate davvero con un atteggiamento heavy metal…tu fai headbanging tutto il tempo ed anche le vostre movenze ricordano quelle di una band heavy.
J.B. Era il nostro intento dare questo tipo di immagine al gruppo!

Se volete accostarvi alla musica blugrass o rockgrass come dicono loro, attraverso un grande gruppo che fa ottima musica divertendosi e divertendo gli Hayseed Dixie sono un ottimo investimento!

Pubblicato in: 
GN23 Anno II 18 ottobre 2010
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