IUC. Dedicato a Bach l'ultimo concerto del 2016

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Zefiro Baroque Orchestra

Un concerto monografico imperniato su Johann Sebastian Bach, questo è stato il “Gran Finale “ per  l'ultimo concerto del 2016 della stagione, quello del 17 dicembre 2016, alla IUC- Istituzione Universitaria dei Concerti. La Zefiro Baroque Orchestra con Alfredo Bernardini, oboe solista e direttore, l'Ensemble, vincitore nel 2016 del Premio “Franco Abbiati” della Critica musicale italiana,  è stato  protagonista dell'evento, che ha riscosso il caloroso plauso del pubblico presente.

Sono state eseguite tre delle quattro Ouverture, che ci sono pervenute e, in omaggio al periodo natalizio, la Sinfonia della seconda Cantata dell'Oratorio di Natale. In Germania a partire dalla fine del XVII secolo si guardò alla corte del Re Sole come un modello imprescindibile di corte raffinata e, in musica, al suo musicista d'elezione, Giovanni Battista Lulli, naturalizzatosi poi francese come Lully. La passione di Luigi XIV per la danza fece la fortuna di Lulli come ballerino, divenuto poi il compositore preferito del re, la danza rimase una componente costante delle sue composizioni profane. Dalla Francia quindi si diffuse la moda della Suite strumentale come una successione di danze precedute o meno da un'Ouverture. In Germania, diversamente dalla Francia per distinguere le composizioni con più strumenti fu usato il titolo Ouverture invece di Suite.

Le Ouverture proposte nel concerto furono composte negli anni di Köthen (1717-1723), quando Bach fu chiamato a ricoprire l'incarico di Kapellmeister della cappella di corte, e a cui  risale il corpus più consistente delle sue opere strumentali. Mancano gli autografi  delle composizioni fanno eccezione alcune parti staccate della Seconda e Terza Ouverture, databili tra il 1730 e il 1738 che, come  gran parte della documentazione non autografa delle quattro composizioni, risalgono all'attività musicale del Collegium musicum di Lipsia, del quale Bach aveva assunto la direzione nel 1729. Il Kantor contribuì all'ampliamento del repertorio con rifacimenti di brani precedentemente composti, come le quattro Ouverture.

Queste composizioni sono aperte una ouverture alla “francese” che precede una sequenza di danze e, soprattutto la “Terza” e “Quarta”, prevedono un organico ampio e diversificato da cui scaturisce una brillante tavolozza sonora,  La tipica Ouverture alla Lulli era in tre movimenti Grave - AllegroGrave, due tempi lenti, d'andamento solenne e dai tipici ritmi puntati con volatine e note ornamentali, che incorniciano una sezione fugata. Proprio in questa il Kantor dispiega la sua scienza contrappuntistica, la cui complessità la distingue dallo stile francese. Il magnifico brano che apre l'Ouverture n.4in re maggiore, primo brano in programma, non ha nulla da invidiare agli stessi Concerti brandeburghesi per la grandiosità della concezione, e per l'inesauribile invenzione timbrica, che qui scaturisce dalla ricchezza di strumenti a fiato superiore alle altre Ouverture, l'organico, prevede infatti 3 trombe, timpani, 3 oboi, fagotto, violini, viola, violoncello e basso continuo. E' interessante ricordare che tale ouverture passò nella Cantata n. 110, "Unser Mund sei voll Lachens", alla parte orchestrale Bach aggiunse solo un coro a quattro voci. Le danze tutte di stile francese, manca infatti la tedesca Allemanda, sono un saggio magistrale di ricchezza ritmica e seduzione timbrica. La Réjouissance, finale, in realtà, non è una vera e propria danza ma conclude grandiosamente la composizione con un fuoco d'artificio sonoro, aperto dalla fanfara di trombe e timpani.

La Ouverture n. 1 in do maggiore non ha in organico gli ottoni, le danze che si susseguono sono solo movimenti di danza, tutti di origine francese o, nel caso della Forlane, francesizzati. Il pezzo di maggior peso per ampiezza complessiva e per numero di parti, anche in questo composizione, è quello iniziale, ossia l'ouverture. La seconda parte del programma, in omaggio al Natele, si è aperta con la Sinfonia della Seconda Cantata BWV 248/2  dall'Oratorio di Natale ( Weihnachtsoratorium). È una dolcissima “siciliana” di stile pastorale che allude all'Adorazione dei pastori, ha un andamento cullante, una ninna- nanna, dedicata al piccolo Gesù nella mangiatoia.

Ha concluso il programma l'Ouverture n.3  in re maggiore BWV 1068,anch'essa dotata di un organico corposo, a dieci parti, tre trombe, timpani, due oboi, violini primi e secondi, viole e continuo. Solo nell'ouverture vera e propria, è presente l'organico nella sua interezza e anche questa ha lo schema tripartito alla francese, con le due sezioni in tempo Grave con il caratteristico ritmo puntato, che incorniciano la fuga, impreziosita da sezioni concertanti degli archi. Ai soli archi è affidata l'Air, una incantevole melodia cristallina resa celeberrima  dagli arrangiamenti successivi. Inizia poi la sequenza delle danze vere e proprie conclusa da una Gigue dal ritmo trascinante. La Zefiro Baroque Orchestra sotto la guida di Alfredo Bernardini, che è stata lungamente applaudita dal pubblco, ha reso con chiarezza le architetture sonore, gli aspetti dinamici e timbrici creati da Bach. L'esecuzione è andata in crescendo e nella seconda parte è stata più coinvolgente per la soave cantabilità e i timbri morbidi della Sinfonia e per la brillantezza sonora e ritmica della Ouverture n. 3 che ha concluso il concerto.   

Pubblicato in: 
GN9 Anno IX 30 dicembre 2016
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IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti

sabato 17 dicembre 2016

ZEFIRO BAROQUE ORCHESTRA
ALFREDO BERNARDINI oboe e direttore
Bach – Ouverture & Sinfonie

Bach
Ouverture n.4 in re maggiore BWV 1069
Ouverture n.1 in do maggiore BWV 1066
Sinfonia dalla cantata Weihnachtsoratorium BWV 248/2
Ouverture n.3  in re maggiore BWV 1068