IUC. Minerva inaugura con Amsterdam Sinfonietta

Articolo di: 
Daniela Puggioni
Amsterdam Sinfonietta

Martedì 11 ottobre scorso si è aperta la nuova Stagione della IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti con un concerto della Amsterdam Sinfonietta, prestigiosa orchestra da camera europea che, insieme al clarinetto di Alessandro Carbonare, che ha sostituito Martin Fröst, assente per problemi di salute, ha entusiasmato il folto pubblico presente nell'Aula Magna della Sapienza.

Il programma prevedeva anche brani solo per orchestra in cui la Amsterdam Sinfonietta ha esibito una raffinata duttilità interpretativa. Lo dimostra la scelta dei brani come l'Adagio dal Quintetto Wab 112 di Anton Bruckner, che ha aperto il programma del concerto. Si tratta di un'opera straordinaria, unica nel catalogo del musicista, influenzata sia dal cromatismo wagneriano, che dagli ultimi quartetti di Beethoven, caratterizzati dalla continua variazione e derivazione tematica e dall'uso insolito della modulazione. L'Adagio è caratterizzato da un aura meditativa e malinconica e, nel secondo tema – mit Wärme (con calore) – anche da un intenso coinvolgimento emotivo. Nella trasposizione per orchestra d'archi, le atmosfere, le sfumature sentimentali sono state interpretate in modo ammirevole dai bravi musicisti dell'Amsterdam Sinfonietta guidati da Candida Thompson, valente violinista ed autorevole maestro concertatore. 

L'altro brano, per sola orchestra, che ha aperto la seconda parte del concerto, Suite per archi JW 6/2 è il primo lavoro orchestrale di Leós Janacek e contiene in sé i germi del futuro sviluppo stilistico, derivato dall'autentica tradizione popolare del suo paese e caratterizzato da una libertà armonica, ritmica e modale. La Suite si articola in sei movimenti caratterizzati da una poetica cantabilità, solo il quarto movimento – Presto – ha accenti drammatici; il brano è quindi immerso in una atmosfera affine a quello di Bruckner e anche in questo caso la Amsterdam Sinfonietta si è dimostrata interprete raffinata e sensibile.

Il Concerto n.1 in fa minore per clarinetto e archi di  Carl Maria von Weber, è un brano di rara esecuzione, in tre movimenti in cui domina come una “prima donna” il canto del clarinetto. Il primo, Allegro, ha un carattere drammatico, si snoda nell'alternanza dei  temi e impegna lo strumento solista per sequenza di passaggi di ardua difficoltà. Dopo la soave cantabilità dell'Adagio ma non troppo, il Rondò, Allegretto è caratterizzato da uno scintillante e impervio virtuosismo, affrontato con spavalda sicurezza da Alessandro Carbonare, che ha tratto dal suo clarinetto tutta la fascinosa tavolozza espressiva richiesta dal brano.

Nella seconda parte dopo la Suite di Janacek sono state eseguite le Danze Popolari Rumene di Bela Bartòk, originariamente scritte per pianoforte, nella versione per orchestra. In queste Danze Bartòk trascrisse fedelmente al pianoforte il materiale etnofonico dal lui raccolto senza aggiunte che ne potessero alterare la scrittura, a testimonianza di una visione etnomusicologica profondamente diversa dalle fascinose rielaborazioni di Liszt o di Brahms. Nella versione per orchestra il pubblico è stato coinvolto dal ritmo trascinante e dalla sensualità dei timbri.

È  stato l'inizio di un percorso nella musica popolare, che tanto affascinò anche  Brahms di cui è stata eseguita la Danza ungherese n. 14, nella versione per clarinetto e archi di Roland Pöntinen e le tradizionali Danze Klezmer n.2 e n.3 per clarinetto e orchestra nella versione per clarinetto e archi di Göran Frost. Il clarinetto nelle mani di un grande interprete è uno strumento eccezionalmente duttile come dimostra il suo ruolo da protagonista  anche nel jazz e nella musica popolare, l'ampia tavolozza timbrica si adatta a meraviglia alle melodie malinconiche, come ai ritmi frenetici delle danze in un gioco sonoro che comprende anche l'irriverente sberleffo. La bravura di Alessandro Carbonare come virtuoso del clarinetto è ben conosciuta, ma in questa occasione si è manifestato anche un insospettato talento istrionico, un aspetto che coinvolge e diverte molto il musicista. Il pubblico elettrizzato ha tributato una vera e propria ovazione agli interpreti che hanno regalato come bis insieme un altro brano della tradizione klezmer.   

Pubblicato in: 
GN44 Anno VIII 21 ottobre 2016
Scheda
Titolo completo: 

IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti

Aula Magna dell'Università La Sapienza Università
Piazzale Aldo Moro 5, Roma
Martedì 11 ottobre 2016, ore 20.30

Alessandro Carbonare clarinetto
Amsterdam Sinfonietta
Candida Thompson violino e maestro concertatore

Anton Bruckner                Adagio dal Quintetto Wab 112
Carl Maria von Weber          Concerto n.1 in fa minore per clarinetto e archi op.73

Leós Janacek                  Suite per archi JW 6/2
Bela Bartòk                   Danze popolari rumene Sz 68
Tradizionale/Göran Frost      Danza Klezmer n.2 per clarinetto e orchestra
Johannes Brahms               Danza ungherese n. 14 
Tradizionale/Göran Frost      Danza Klezmer n.3 per clarinetto e orchestra