IUC Schubert. Il manto della notte di Prégardien

Articolo di: 
Livia Bidoli
Christoph Prégardien e Michael Gees

Alla IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti termina il ciclo dedicato ad uno dei massimi romantici austriaci: Franz Schubert (1797-1828). Il 3 dicembre il tenore Christoph Prégardien, accompagnato da Michael Gees al piano, ha presentato con coinvolgente compostezza, un'edizione di Die Winterreise (Viaggio d'inverno) di Schubert, tratto dalla raccolta dei 24 Lieder composti l'anno prima della morte, sia del poeta, Johann Ludwig Wilhelm Müller, sia del musicista: un doppio lirico l'uno dell'altro, esistenze sincronizzate melanconicamente da un destino prematuramente avverso.

La struggenza di stampo romantico-elegiaco di Schubert (1797-1828) si incrocia con estrema levità con i versi del coevo Müller (1794-1827) che Quirino Principe situa nella linea ereditaria delle auliche Rime petrose (“e quel pianeta che conforta il gelo...”) del sommo poeta italiano, Dante Alighieri. Il primo ciclo che Schubert trasse da Müller fu Die schöne Müllerin (La bella mugnaia, composto nel 1823;.op. 25, D. 795). Die Winterreise, è il più celebre ed intriso della stessa Sehnsucht drappeggiata di nero dei pre-romantici come Thomas Gray (la poesia cimiteriale che ben si addice ai dipinti di Friedrich), o come Heine e il Claudius del più famoso quartetto di Schubert, ovvero Der Tod und das Mädchen: è un ciclo di poesie che Christoph Prégardien intona ripercorrendo una struggenza antica. L'attacco ci spinge subito in quel 1798 (un anno dopo la nascita di Schubert) quando videro la luce le Lyrical Ballads di Wordsworth e Coleridge, echeggiate nel Wanderer protagonista del viaggio metaforico dovuto al rifiuto d'amore.

Il gelo, come il freddo, non son altro che quella sepoltura dell'amore che è l'anima stessa del Lied, ritrovando l'origine stessa del lirismo teutonico attraverso il suo massimo poeta romantico: Johann Wolfgang Von Goethe, convinto assertore dell'assoluta necessità della poesia cadenzata dalla musica.

Se l'amore è una guerra e la solitudine la sua sconfitta, in ogni nota di questo ciclo, dal re minore iniziale fino alla chiosa del la, sempre minore, Prégardien dona al testo quell'intercalare drammatico che lo rende vivo con compassionevole potenza, come in quell'immagine del mendicante lacero in Der Leiermann, che suggella con inconsolabile mestizia un vagare tra la posta - ad attendere una lettera che non ghiungerà mai, Die Post - fino all'osteria, Das Wirsthaus, dove non troverà riposo. Illusioni, come nei tre soli, Drei Nebensonnen, attorniate dai ruscelli che ripetono i lamenti e le sue lacrime (Mut), e dove anche l'amico tiglio, Der Lindenbaum, provvido compagno durante il sonno colmo di sogni, deve abbandonare per continuare il viaggio tra i fuochi fatui dell'anima in tormento d'abbandono.

Grande interprete di Schubert, Prégardien ha inciso il ciclo completo sia insieme ad Andreas Steier, e l'anno scorso con Gees, per il quale ha ricevuto una nomination per il Grammy, ricordiamo anche l'incisione di Die Schöne Müllerin; ed il Poetisches Tagesbuch con Julius Drake,  che l'anno scorso ha accompagnato Ian Bostridge con lo Schwanengesang e non solo.

Un coro di applausi ripetuto più volte ha ottenuto un dolcissimo "canto del cigno" finale come bis, proprio da Der Schwanengesang D957, (Il Canto del cigno), composto da Schubert nell'anno della morte, Prégardien e Gees hanno tratto la Serenata, ovvero Ständchen, con liriche di H. Ludwig Rellstab, di cui riportiamo volentieri l'ultima stanza in traduzione, e con cui, con tenera suggestione, ci saluta:

Aber was in allen Reichen
war' dem Schlummer zu vergleichen?
Drum statt Worten, und statt Gaben
sollst du nun auch Ruhe haben,
nach ein Grüsschen, noch ein Wort,
es verstummt die frohe Weise
leise, leise,
schleichen wir, ja, schleichen wir
uns wieder fort.

Ma che cosa, in ogni regno,
potrebbe uguagliare il dormiveglia'?
Per questo, anziché parole,
anziché doni, devi ora riposare:
ancora un breve saluto, ancora una parola,
ammutolisce il tono allegro
piano, piano
noi scivoliamo via...

(Riportiamo la traduzione di Luigi Bellingardi).

Pubblicato in: 
GN6 Anno IX 9 dicembre 2016
Scheda
Titolo completo: 

IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti
3 dicembre 2016
Ciclo dedicato a Schubert
Christoph Prégardien tenore
Michael Gees piano

Die Winterreise

01. Gute Nacht
02. Die Wetterfahne
03. Gefrorene Tränen
04. Erstarrung
05. Der Lindenbaum
06. Wasserflut
07. Auf dem Flusse
08. Rückblick
09. Irrlicht
10. Rast
11. Frühlingstraum
12. Einsamkeit
13. Die Post
14. Der greise Kopf
15. Die Krähe
16. Letzte Hoffnung
17. Im Dorfe
18. Der stürmische Morgen
19. Täuschung
20. Der Wegweiser
21. Das Wirtshaus
22. Mut
23. Die Nebensonnen
24. Der Leiermann

 

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