I King's Singers a Genova per la GOG. La musica sorridente

Articolo di: 
Piero Barbareschi
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Emozionante concerto a Genova al Teatro Carlo Felice nell'ambito della stagione concertistica 2017/2018 della GOG. Lunedì 5 febbraio “sono tornati”, perchè di un graditissimo ritorno si tratta, i King's Singers, leggendario gruppo vocale inglese che festeggia quest'anno il cinquantesimo anno di attività regalando agli ascoltatori dei concerti della loro tournée, intitolata “Gold”, un affascinante programma che spazia, come sempre, dal rinascimento alla musica pop.

Su queste righe, in occasione di una loro esibizione sempre per la GOG nel 2012, avevamo già cercato di esprimere in maniera compiuta ed adeguata lo stupore e l'ammirazione che ogni loro concerto suscita nel pubblico. Anche in questa circostanza il coinvolgimento è stato totale ed esaltante.

Per i pochissimi che ancora non conoscessero questo ensemble vocale ricordiamo che si esibisce a cappella, cioè a dire senza nessun supporto strumentale o ritmico, lasciando alla perizia ed abilità tecnica dei componenti il compito di costruire ed interpretare brani solo con il sapiente impasto delle loro voci.

Esaltare la perfezione tecnica, l'espressività, l'impeccabile intonazione anche nelle armonie più complesse diventa un prevedibile esercizio stilistico nella ricerca di aggettivazioni adatte. Quando si scrive dei King's Singers non sono delle caratteristiche che in altri casi possono essere dei punti di arrivo, ma dei presupposti che permettono in ogni esibizione di appagare totalmente l'ascoltatore e, in questo caso sicuramente, mettere in difficoltà il recensore non per sottolineare adeguatamente “quanto siano stati bravi” ma piuttosto quanto abbiamo coinvolto ed anche divertito il pubblico.

Divertimento e piacere di fare musica insieme trasmettendo questa gioia: è questo sicuramente uno stato d'animo che viene percepito da chi ascolta i King's Singers. È sufficiente osservare le espressioni dei volti del pubblico in occasioni come queste. In quante circostanze appaiono eccessivamente concentrate, o forse in altri casi poco interessate, se non annoiate. Chi fa musica, e anche chi prova a parlarne o scriverne, ben sa che il rapporto fra scelta di repertorio e tipologia di esecutori e della loro capacità di essere trasmettitori di emozioni è uno degli aspetti più delicati ed importanti per creare l'evento e non sempre, pur con la massima buona fede ed impegno, vengono ottenuti i risultati sperati. In questo concerto eravamo circondati da un pubblico, con molti giovani, non solo attento, ma anche sorridente e rilassato. L'effetto delle magie vocali dei King's Singers è stato quasi terapeutico: un'ora e mezzo di dopamina musicale, totalmente appagante e senza nessun effetto collaterale.

Leggendo la scheda in coda si scoprirà l'articolazione e la varietà dei brani proposti, riflesso di un repertorio sterminato ed in continua evoluzione come forse in nessun altro ensemble. Come da tradizione i King's Singers hanno percorso con il pubblico un viaggio dal rinascimento ai nostri giorni raggruppando i brani sotto definizioni che ne anticipavano le caratteristiche musicali o descrittive, proponendo anche brani espressamente composti ed a loro dedicati.

La scheda di sala era integrata da un libretto con la traduzione dei testi dei brani eseguiti. Particolare non banale, poiché in questo repertorio e con questi arrangiamenti la componente descrittiva e la suggestione creata sono indissolubilmente legate al testo. Oltre a questo ausilio stampato, gli stessi esecutori, con un ottimo british-italiano condito anche con sapiente humor illustravano ulteriormente le caratteristiche dei brani, creando un'atmosfera rilassata ed amichevole.

Ogni brano meriterebbe considerazione. Fra i molti, dopo la suggestiva entrata in palcoscenico completamente oscurato ed illuminati solo dalla luce dei tablet con le parti eseguendo il rinascimentale “The prayer of King Henry VI, ricordiamo i virtuosismi vocali in “Das G'Laut zu Speyer” - Lo scampanio di Speyer, o la romantica maliconia di “Romance du soir” di Camille Saint Saens. Fra i brani composti per l'ensemble affascinante “The season of his mercies”, composto da Richard Rodney Bennett per il XXV anniversario della costituzione dell'ensemble, ma anche il simpaticissimo pout pourri di generi di “Quintessentially”, riassunto musicale della loro attività composto da Alexander L'Estrange.

Altissima poesia ed emozione in “Le papillon et la fleur” di Gabriel Faurè nell'arrangiamento di Goff Richards, nel quale le raffinatissime armonie dell'autore emergevano con un controllo dell'emissione e delle dinamiche stupefacente. Altrettanto emozionante “Quand tu dors près de moi” nell'arrangiamento di Gordon Langford con lo splendido testo di Françoise Sagan.

A conclusione della seconda parte una sezione a sorpresa regalava brani jazzistici ma anche “After the Goldrush” di Neil Young. Com'era prevedibile al termine del concerto pubblico appagato ed entusiasta, premiato con un bis impeccabile ed a tratti esilarante: un'interpretazione, “alla King's Singers” ovviamente, dell'ouverture del Guglielmo Tell di Rossini...

Pubblicato in: 
GN14 Anno X 13 febbraio 2018
Scheda
Titolo completo: 

GOG – STAGIONE 2017/2018
Lunedì 5 febbraio 2018
Genova - Teatro Carlo Felice ore 21.00

The King’s Singers
Patrick Dunachie controtenore
Tim Wayne-Wright controtenore
Julian Gregory tenore
Christopher Bruerton baritono
Christopher Gabbitas baritono
Jonathan Howard basso

GOLD
LA FAMIGLIA
Henry Ley: The Prayer of King Henry VI
Bob Chilcott: We are*

LA GIOIA DEL RINASCIMENTO
Claude le Jeune: Revecy venir du Printans
Juan Vasquez: Gentil Señora Mia
Ludwig Senfl: Das G’läut zu Speyer

IL DRAMMA
Mateo Flecha: El fuego

LA BELLEZZA DELL’ERA ROMANTICA
Max Reger: Morgengesang
Camille Saint-Saëns: Romance du soir
Josef Rheinberger: Abendlied

THE HARMONIST
Richard Rodney Bennet: The sesons of his mercies

IL FASCINO DEL CANTO
Gabriel Fauré arr. Goff Richards: Le papillon et la fleur
Georges Auric arr. Gordon Langford: Quand tu dors près de moi
Roger Quilter arr. Goff Richards: Love’s philosophy

L’ ENTERTAINER
Alexander L’Estrange: Quintessentially*

IL FUOCO D’ARTIFICIO
Steve Martland: Poor Roger

IL NUOVO VENUTO
Toby Hession: Master of Music*

IL SACCO DEI REGALI
Grandi classici e nuove sorprese nel caratteristico stile close-harmony dalla parte più leggera del repertorio dei King’s Singers

* Brani commissionati per il 50°anniversario dei King’s Singers