L’avanguardia romena al Vittoriano, libertà del colore e sperimentazione contenuta

Articolo di: 
Amalia Verzola
Nudo in interno di Theodor Pallady

Ancora qualche settimana per visitare la mostra “I Colori delle Avanguardie. Arte in Romania 1910 – 1950”, ospitata a Roma, al Complesso del Vittoriano fino al 15 ottobre 2011. Curata da Erwin Kessler e promossa dall’Ambasciata di Romania in Italia, dall’Istituto Culturale Romeno e dall’Accademia di Romania in Roma, l’esposizione ripropone idealmente il percorso dell’avanguardia romena dal 1910 al secondo dopoguerra.

Un percorso che risulta tutt’altro che semplice da seguire. La storia dell’avanguardia romena, d’altronde, è tutt’altro che semplice. La peculiarità dell’avanguardismo romeno sta tutta in un sincretismo sui generis: in effetti, nonostante siano stati esposti a molteplici influenze artistiche, provenienti dalle correnti più disparate, gli artisti romeni hanno sempre mostrato, chi più chi meno, una relativa moderazione nella pratica artistica. Ed è proprio per questo che sarebbe più corretto qualificare l’avanguardia romena come una particolare forma di modernismo. Forse sottovalutata, essa ha tuttavia contribuito non poco a rinnovare l’arte e la letteratura in Romania. D’altronde la capacità di interagire criticamente con diverse tendenze artistiche è la testimonianza di quanto il milieu culturale romeno fosse contraddistinto da uno stato di assoluta disponibilità e apertura e, in fin dei conti, fortemente ricettivo.

La mostra tenta, così, di estrapolare quelle che possono essere definite le fasi cruciali del moto avanguardista in Romania, dalle sue origini fino all’installazione del regime staliniano (1945), che obbligò al silenzio e addomesticò l’attività dei gruppi d’avanguardia. Un percorso ideale che si snoda attraverso settantaquattro tele, ventiquattro artisti, e la descrizione di quattro momenti:

1) Il pathos poetico dei temi sociali. Il punto di partenza è qui l’esperienza traumatica della prima guerra mondiale, con il suo carico di violenza e di dolore. Il tema predominante è pertanto quello sociale: gli artisti rappresentarono sulla tela tematiche care al progressismo e al socialismo. Ciò che però emerge, è in particolar modo l’uso pieno e trionfale del colore, che sembra quasi acquisire una consistenza materica a tutti gli effetti, quasi volumetrica. 

2) Le utopie dell’identità. La seconda sezione è dedicata a tutti quegli artisti che prestarono un’attenzione decisiva ai temi più classici di un modernismo appassionato e conservatore al tempo stesso: l’esaltazione della vita contadina, la descrizione dell’agiatezza borghese e l’idealizzazione del paesaggio.

3) Angosce e sogni urbani. La terza fase della mostra pone l’accento sulle preoccupazioni legate allo sviluppo della città industriale e agli aspetti meccanici che la contraddistinguono, inquietanti e seducenti al tempo stesso. Tra le tele esposte, spiccano indubbiamente ‘Nudo in interno’ di Theodor Pallady (1939-1947. Museo Nazionale d’Arte, Bucarest), ‘Ritratto di ragazza’ di Marcel Jancu (1930. Museo d’Arte, Costanta) e ‘La fiamma blu’ di Victor Brauner (1934. Museo Tarii Crisurilor, Oradea). Nel primo la pienezza dei volumi e le rotondità della donna sembrano quasi sottolineare l’opulenza e il benessere della modernità; le altre tele, invece, sono la perfetta testimonianza della ricettività degli artisti romeni: da un lato la scomposizione dei volumi prettamente cubista, dall’altro atmosfere surrealiste à la Dalì.

4) La fine del viaggio. La mostra si conclude qui. Dopo il 1945, le sembianze della poetica d’avanguardia mutarono: emerse un nuovo linguaggio pittorico modernista, curiosa sintesi tra le sperimentazioni avanguardiste e i linguaggi pittorici più marcatamente tradizionali. La costante, tuttavia, sembra essere sempre quella: l’utilizzo pieno del colore.

Pubblicato in: 
GN70 Anno III 10 ottobre 2011
Scheda
Titolo completo: 

I colori delle Avanguardie. Arte in Romania 1910-1950
Dal 3 settembre al 15 ottobre 2011
Tutti i giorni ore 9.30-19.30
Accesso consentito fino a 45 minuti prima dell’orario di chiusura

Complesso del Vittoriano
Via di San Pietro in Carcere
Presso il Salone Centrale del Vittoriano
ngresso libero
Telefono: 0039 06 6780664 – 6780363
e-mail: museo.vittoriano1@tiscali.it

La mostra, che è già stata allestita nel 2007 in cinque importanti musei romeni (Brukenthal, Sibiu; National Museum of Art, Bucarest; Museo d’Arte, Constanta; Timosara Art Museum; Museo d’Arte di Oradea) e nel 2009 presso il Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Lisbona (Museo do Chiado) e presso la Galleria Nazionale di Praga, ospita tele firmate da Apcar Baltazar, Victor Brauner, Marius Bunescu, Ştefan Dimitrescu, Hans Eder, Marcel Jancu, Petre Iorgulescu Yor, Max Herman Maxy, Hans Mattis- Teutsch, Corneliu Michăilescu, Theodor Pallady, Jules Perahim, Alexandru Phoebus, Elena Popeea, Ştefan Popescu, Magdalena Rădulescu, Camil Ressu, Szolnay Sándor, Ion Theodorescu Sion, Francisc Şirato, Jean Al. Steriadi, Nicolae Tonitza, Ion Ţuculescu e Alexandru Ziffer.