Lindqvist. Un porto per una ghost story

Articolo di: 
Elena Romanello
Il porto degli spiriti

Dopo aver riletto in maniera insolita le forse troppo inflazionate e spesso snaturate storie di vampiri che desiderano mortali come Lasciami entrare, l'autore svedese John Ajvide Lindqvist si confronta con le ghost story, raccontando di sparizioni, di fari maledetti, di villaggi fantasma, di crimini del passato che tornano, di ricerche di affetti perduti e sempre rimpianti in Il porto degli spiriti.

Girando tra l'oggi di un padre, Anders, disperato per la scomparsa della figlioletta Maja e disposto a tutto pur di ritrovarla, e uno ieri fatto di vicende di sangue mai chiarite, legate alla grande Storia catapultata su una località isolata di mare scandinava, Lindqvist riesce a creare di nuovo alcune variazioni su un tema forse abusato come quello delle storie di fantasmi, anche se al momento non così frequentato come i vampiri, ma che ha attraversato come un fil rouge la letteratura di genere almeno dai primi dell'Ottocento.

Da Stieg Larsson in poi molti autori stanno raccontando il lato oscuro del modello nordico, fatto non solo di giustizia e assistenza sociale: e se l'autore della trilogia Millenium ha parlato di connivenze con il nazismo e con il KGB in un contesto da thriller. Lindqvist fa un'operazione analoga parlando di fantasmi e maledizioni legati ad un passato con il quale il suo Paese, la Svezia, sta solo facendo un po' i conti adesso, grazie proprio ai romanzi, che ammantando di finzione la realtà, ricordano fatti che stridono con un certo tipo di immagine rassicurante e impeccabile che le democrazie scandinave hanno dato, spesso anche con ragion di causa, nel corso degli anni.

E se la storia della città maledetta non è una novità, soprattutto per chi legge romanzi gothic e horror classici e contemporanei, basti pensare quanto è stata sfruttata negli anni da Stephen King, il contesto comunque è originale, lo svolgimento interessante, anche se i salti temporali e i piani di narrazione diversa richiedono acume e flessibilità nel seguire una vicenda che solo nelle pagine finali arriva alla sua svelazione e alla sua conclusione, dopo aver lanciato tanti fili per la sua tela, tante piste, che poi convergono.

Con poco sangue e suspense, mescolando sentimenti e rimpianti, rimorsi e segreti, John Ajvide Lindqvist costruisce una storia tra reale e paranormale, tra questa realtà e le altre nascoste nelle pieghe del mistero, non pronunciando praticamente mai la parola fantasma ma riuscendo a rileggere sapientemente molti dei cliché del genere.
Forse non più una rivelazione ma un libro da consigliare a chi ama sentire il freddo nella schiena e indagare su tutte le cose che ci sono in cielo e terra, che la nostra filosofia non riesce a capire, come diceva Amleto.

Pubblicato in: 
GN44 Anno III 21 marzo 2011
Scheda
Titolo completo: 

John Ajvide Lindqvist
Il porto degli spiriti
Marsilio
Traduzione di Giorgio Puleo
Pagine 496
Prezzo 17,50